Gli antichi egizi consideravano il fiume Nilo come la fonte di tutta la vita: il costante percorso verso Nord del fiume ha, infatti, alimentato le fertili vallate dell'Africa Nord-Orientale per milioni di anni e nel farlo ha modellato il corso della civiltà umana. Tuttavia, prendendo in considerazione che solitamente i fiumi longevi si muovono nel corso del tempo, il percorso immutabile del Nilo è stato un mistero geologico; o almeno finora in quanto di recente alcuni ricercatori dell'Università del Texas ad Austin, (in collaborazione con l'Università della Florida, l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, l'Università degli Studi Roma Tre e l'Università Ebraica di Gerusalemme), grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience sono riusciti a risolvere il caso collegando il flusso del fiume al movimento della roccia nel mantello profondo della Terra. In pratica durante la loro indagine gli scienziati hanno scoperto che l'eterno fiume risultava essere in realtà molto più vecchio di quanto si pensasse, con un'età stimata di 30 milioni di anni, (ossia circa 6 volte in più di quella stimata in precedenza). Inoltre gli studiosi hanno anche rilevato che se non ci fosse stato il movimento del mantello terreste a tenere il fiume in rotta, il Nilo si sarebbe spostato verso Ovest molto tempo fa, molto probabilmente cambiando anche il corso della Storia. Al riguardo Claudio Faccenna, uno dei principali autori, ha affermato: "Una delle grandi domande sul Nilo è quando ha avuto origine e perché è persistito per così tanto tempo. La nostra soluzione è in realtà piuttosto eccitante. Abbiamo ricostruito l'abbassamento ed il sollevamento provocato dal mantello terrestre negli altopiani dell'Etiopia ed abbiamo scoperto che ha deviato il corso del Nilo da Ovest verso Nord. Abbiamo inoltre scoperto che questo movimento è iniziato circa 30 milioni di anni fa. Secondo i nostri calcoli, senza il condizionamento del mantello, il Nilo sarebbe andato o verso l'Atlantico oppure verso il golfo della Sirte, in Libia". In sostanza questi risultati andrebbero così a risolvere un lungo dibattito sull'età del fiume e fornire la prova che il lento movimento del mantello profondo è una delle forze chiave che modellano il paesaggio ed i processi geologici del pianeta: come già noto, il mantello terrestre è composto da una roccia solida che scorre come un fluido per lunghi periodi e diverse sue aree hanno differenti schemi di circolazione, come le correnti in un oceano. Ad ogni modo nel suddetto loro studio i ricercatori hanno collegato la natura inclinata della topografia del Nilo ad una sorta di "nastro trasportatore" di roccia del mantello che spinge verso l'alto contro l'Acrocoro Etiopico a Sud e che abbassa la superficie a Nord; mentre dall'inizio alla fine la presenza di una leggera pendenza mantiene il Nilo su una rotta costante verso Nord. In ogni caso la ricerca ha anche tracciato la storia geologica del Nilo studiando l'antica roccia vulcanica nell'Acrocoro Etiopico e correlandola con enormi depositi di sedimenti fluviali sepolti sotto il delta del fiume: ciò ha suggerito agli scienziati che dopo essersi innalzate drasticamente le cime dell'Acrocoro Etiopico sono rimaste ad un'altezza simile per milioni di anni grazie al supporto dal basso della roccia del mantello della Terra. In merito a ciò Thorsten Becker, altro principale autore dello studio in questione, ha dichiarato: "Sappiamo che l'alta topografia dell'altopiano etiope si è formata circa 30 milioni di anni fa. Tuttavia fino ad ora non era chiaro come questa topografia sia stata mantenuta per così tanto tempo". Tra l'altro gli studiosi hanno verificato i loro risultati utilizzando simulazioni al computer le quali hanno ricreato 40 milioni di anni di attività tettonica a placche terrestri: il modello ottenuto ha mostrato l'arrivo di una porzione di mantello caldo che probabilmente ha portato all'emissione di lava che a sua volta ha formato l'Acrocoro Etiopico attivando il suddetto "nastro trasportatore" che persiste ancora oggi. Comunque sia adesso i ricercatori sperano di poter applicare la stessa tecnica per studiare altri fiumi, (come, ad esempio, il Fiume Azzurro, il Congo ed altri); non a caso al riguardo lo stesso Claudio Faccenna ha, infine, concluso dichiarando: "In futuro studieremo lo Yenisei asiatico, il fiume più lungo della Russia che si snoda per più di 4.000 chilometri tra la Mongolia e la Siberia. Cercheremo inoltre di andare più indietro nel tempo nella storia del Nilo, della quale non abbiamo informazioni prima di 30 milioni di anni fa".
Gli antichi egizi consideravano il fiume Nilo come la fonte di tutta la vita: il costante percorso verso Nord del fiume ha, infatti, alimentato le fertili vallate dell'Africa Nord-Orientale per milioni di anni e nel farlo ha modellato il corso della civiltà umana. Tuttavia, prendendo in considerazione che solitamente i fiumi longevi si muovono nel corso del tempo, il percorso immutabile del Nilo è stato un mistero geologico; o almeno finora in quanto di recente alcuni ricercatori dell'Università del Texas ad Austin, (in collaborazione con l'Università della Florida, l'Università degli Studi di Milano-Bicocca, l'Università degli Studi Roma Tre e l'Università Ebraica di Gerusalemme), grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience sono riusciti a risolvere il caso collegando il flusso del fiume al movimento della roccia nel mantello profondo della Terra. In pratica durante la loro indagine gli scienziati hanno scoperto che l'eterno fiume risultava essere in realtà molto più vecchio di quanto si pensasse, con un'età stimata di 30 milioni di anni, (ossia circa 6 volte in più di quella stimata in precedenza). Inoltre gli studiosi hanno anche rilevato che se non ci fosse stato il movimento del mantello terreste a tenere il fiume in rotta, il Nilo si sarebbe spostato verso Ovest molto tempo fa, molto probabilmente cambiando anche il corso della Storia. Al riguardo Claudio Faccenna, uno dei principali autori, ha affermato: "Una delle grandi domande sul Nilo è quando ha avuto origine e perché è persistito per così tanto tempo. La nostra soluzione è in realtà piuttosto eccitante. Abbiamo ricostruito l'abbassamento ed il sollevamento provocato dal mantello terrestre negli altopiani dell'Etiopia ed abbiamo scoperto che ha deviato il corso del Nilo da Ovest verso Nord. Abbiamo inoltre scoperto che questo movimento è iniziato circa 30 milioni di anni fa. Secondo i nostri calcoli, senza il condizionamento del mantello, il Nilo sarebbe andato o verso l'Atlantico oppure verso il golfo della Sirte, in Libia". In sostanza questi risultati andrebbero così a risolvere un lungo dibattito sull'età del fiume e fornire la prova che il lento movimento del mantello profondo è una delle forze chiave che modellano il paesaggio ed i processi geologici del pianeta: come già noto, il mantello terrestre è composto da una roccia solida che scorre come un fluido per lunghi periodi e diverse sue aree hanno differenti schemi di circolazione, come le correnti in un oceano. Ad ogni modo nel suddetto loro studio i ricercatori hanno collegato la natura inclinata della topografia del Nilo ad una sorta di "nastro trasportatore" di roccia del mantello che spinge verso l'alto contro l'Acrocoro Etiopico a Sud e che abbassa la superficie a Nord; mentre dall'inizio alla fine la presenza di una leggera pendenza mantiene il Nilo su una rotta costante verso Nord. In ogni caso la ricerca ha anche tracciato la storia geologica del Nilo studiando l'antica roccia vulcanica nell'Acrocoro Etiopico e correlandola con enormi depositi di sedimenti fluviali sepolti sotto il delta del fiume: ciò ha suggerito agli scienziati che dopo essersi innalzate drasticamente le cime dell'Acrocoro Etiopico sono rimaste ad un'altezza simile per milioni di anni grazie al supporto dal basso della roccia del mantello della Terra. In merito a ciò Thorsten Becker, altro principale autore dello studio in questione, ha dichiarato: "Sappiamo che l'alta topografia dell'altopiano etiope si è formata circa 30 milioni di anni fa. Tuttavia fino ad ora non era chiaro come questa topografia sia stata mantenuta per così tanto tempo". Tra l'altro gli studiosi hanno verificato i loro risultati utilizzando simulazioni al computer le quali hanno ricreato 40 milioni di anni di attività tettonica a placche terrestri: il modello ottenuto ha mostrato l'arrivo di una porzione di mantello caldo che probabilmente ha portato all'emissione di lava che a sua volta ha formato l'Acrocoro Etiopico attivando il suddetto "nastro trasportatore" che persiste ancora oggi. Comunque sia adesso i ricercatori sperano di poter applicare la stessa tecnica per studiare altri fiumi, (come, ad esempio, il Fiume Azzurro, il Congo ed altri); non a caso al riguardo lo stesso Claudio Faccenna ha, infine, concluso dichiarando: "In futuro studieremo lo Yenisei asiatico, il fiume più lungo della Russia che si snoda per più di 4.000 chilometri tra la Mongolia e la Siberia. Cercheremo inoltre di andare più indietro nel tempo nella storia del Nilo, della quale non abbiamo informazioni prima di 30 milioni di anni fa".
Commenti
Posta un commento