Dimostrato che i bambini diabetici possono presentare una funzione cerebrale anormale.


Sembra proprio che i bambini con diabete mellito di tipo 1, (comunemente noto come diabete infantile), hanno differenze sottili ma importanti nella funzione cerebrale rispetto a quelli che non soffrono di tale malattia; o almeno questo è quanto hanno dimostrato alcuni ricercatori della Stanford University School of Medicine nel corso di un loro studio pubblicato di recente sulla rivista PLOS Medicine e che è stato il primo a valutare cosa succede nel cervello dei bambini con diabete durante un compito cognitivo. In pratica sottoponendo alcuni bambini diabetici a scansioni di risonanza magnetica funzionale, (nota anche con la sigla fMRI), quando il loro cervello era al lavoro, gli scienziati hanno osservato che gli schemi di attività cerebrale presentavano delle anomalie simili a quelle rilevate in molti altri disturbi, (come, ad esempio, il declino cognitivo, la commozione cerebrale, il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività o ADHD e la sclerosi multipla). Inoltre la ricerca ha anche mostrato che i modelli di attività cerebrale anormali erano più accentuati nei bambini che avevano avuto il diabete per più tempo. Al riguardo Lara Foland-Ross, una delle principali autrici, ha affermato: "I nostri risultati suggeriscono che nei bambini con diabete di tipo 1 il cervello non è il più efficiente possibile"; mentre Allan Reiss, altro principale autore, ha aggiunto: "Il risultato del nostro studio è che, nonostante molta attenzione da parte degli endocrinologi a questo gruppo di pazienti e reali miglioramenti delle linee guida cliniche, i bambini con diabete sono ancora a rischio di avere problemi di apprendimento e comportamentali che sono probabilmente associati alla loro malattia". In sostanza, come già risaputo, il diabete infantile si verifica quando il pancreas non riesce a produrre insulina, (un ormone che aiuta a regolare la glicemia), motivo per il quale è necessario che ai pazienti venga somministrata manualmente tramite iniezioni o una pompa insulinica; tuttavia anche con questo trattamento, i loro livelli di glucosio nel sangue possono oscillare molto più che negli individui sani. In merito a ciò la stessa Lara Foland-Ross ha spiegato: "I bambini con diabete hanno oscillazioni croniche dei livelli di glucosio nel sangue ed il glucosio è importante per lo sviluppo del cervello. Le cellule cerebrali necessitano di un costante apporto di glucosio come carburante. Un lavoro precedente ha rivelato cambiamenti nella struttura del cervello e lievi compromissione delle prestazioni in compiti cognitivi nei bambini con diabete di tipo 1, ma il meccanismo non era mai stato studiato. Era importante catturare funzionalmente ciò che accade nel cervello di questi bambini". Ad ogni modo entrando un po' più nei dettagli gli studiosi, come già anticipato, hanno condotto scansioni cerebrali fMRI su 93 bambini affetti da diabete mellito di tipo 1 ed altri 57 bambini che non avevano la patologia, (i quali hanno formato il gruppo di controllo), tutti di età compresa tra i 7-14 anni: prima di tali scansioni però tutti i partecipanti sono stati sottoposti a test cognitivi-comportamentali standard. Inoltre durante le scansioni in questione ai bambini è stato chiesto di eseguire un compito cognitivo chiamato "go/no-go": per farla breve diverse lettere dell'alfabeto sono state mostrate in ordine casuale ed ai partecipanti è stato chiesto di premere un pulsante in risposta ad ogni lettera tranne "X"; si tratta di un compito che viene spesso utilizzato negli studi di scansione del cervello per valutare ciò che sta accadendo nel cervello mentre i partecipanti sono concentrati. In ogni caso così facendo i ricercatori hanno scoperto che, sebbene i bambini diabetici svolgessero il suddetto test con la stessa precisione di quelli del gruppo di controllo, il loro cervello si comportava diversamente: il loro cosiddetto "default mode network", (ovvero il sistema "inattivo" del cervello), non si "disattivava" durante lo svolgimento del compito e di conseguenza per compensare questa attivazione anomala, le reti di controllo esecutivo del cervello, (responsabili degli aspetti di autoregolazione e concentrazione), lavoravano più del normale. Tra l'altro, come già detto, queste anomalie erano più pronunciate nei bambini a cui era stato diagnosticato il diabete in giovane età; il che ha suggerito che il problema potrebbe peggiorare con il tempo. A tal proposito Lara Foland-Ross ha, infatti, proseguito dichiarando: "Maggiore è l'esposizione a cambiamenti dinamici dei livelli di glucosio nel sangue, maggiori saranno le alterazioni delle funzioni cerebrali rispetto al default mode network. Gli studi sugli adulti con diabete hanno suggerito che nelle fasi successive della malattia il cervello perde la sua capacità di compensare questo problema". Comunque sia adesso gli scienziati hanno intenzione di studiare se migliori concentrazioni di glucosio nel sangue attraverso il trattamento con un pancreas artificiale a circuito chiuso possa avvantaggiare la funzione cerebrale dei bambini: si tratta di dispositivi che accoppiano elettronicamente un sensore di glicemia ad una pompa insulinica, la quale regola automaticamente la somministrazione di insulina. Al riguardo lo stesso Allan Reiss ha, infine, concluso commentando: "Speriamo che con i miglioramenti nei dispositivi per il trattamento del diabete, questi risultati diminuiranno in gravità oppure scompaiano. Con un migliore controllo della glicemia, il cervello dei bambini potrebbe essere in grado di ripristinare la normale attività. I cervelli giovani hanno il maggior potenziale di plasticità e riparazione. Tuttavia i bambini hanno anche molto tempo per vivere con le conseguenze, se i problemi con la funzione cerebrale persistono".

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