Rivelata l'origine dell'azoto sulla Terra.


Recentemente alcuni ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution e dell'Università della California, Los Angeles, (in collaborazione con diversi altre istituzioni internazionali), tramite uno studio pubblicato sulla rivista Nature, hanno fatto sapere di aver utilizzato un nuovo strumento geochimico per fare luce sull'origine dell'azoto e di altri elementi volatili sulla Terra: si tratta di uno strumento che potrebbe anche rivelarsi utile come via per monitorare l'attività dei vulcani. In pratica, come risaputo, l'azoto è il gas più abbondante nell'atmosfera ed è il componente principale dell'aria che si respira: si trova anche nelle rocce, comprese quelle nascoste in profondità all'interno del pianeta. Tuttavia finora era stato difficile distinguere quali fossero le fonti di azoto provenienti dall'aria e quelle provenienti dall'interno del mantello terrestre quando venivano misurati i gas dei vulcani. Al riguardo Peter Barry, uno dei principali autrori della suddetta ricerca, ha affermato: "Abbiamo scoperto che la contaminazione dell'aria stava mascherando la "firma originale" incontaminata di molti campioni di gas vulcanico". In sostanza senza questa distinzione gli scienziati non erano stati in grado di capire se l'azoto è rimasto dalla formazione terrestre oppure se è stato consegnato al pianeta in un secondo momento; né comprendere in che modo l'azoto dell'atmosfera è collegato all'azoto che fuoriesce dai vulcani. Ad ogni modo adesso, come già anticipato, il team internazionale di ricerca ha analizzato campioni di gas vulcanici da tutto il mondo, (compresi i gas provenienti dall'Islanda e dal Parco Nazionale di Yellowstone), utilizzando un nuovo metodo di analisi degli isotopi di azoto "raggruppati", il quale ha fornito un modo unico per identificare le molecole di azoto che provengono dall'aria. Inoltre ciò ha permesso agli studiosi anche di vedere le vere composizioni di gas in profondità nel mantello terrestre, il che alla fine ha rivelato la prova che molto probabilmente l'azoto presente nel mantello si trova lì da quando il pianeta si è formato. A tal proposito lo stesso Peter Barry ha concluso spiegando: "Una volta presa in considerazione la contaminazione dell'aria, abbiamo acquisito nuove e preziose informazioni sull'origine dell'azoto e sull'evoluzione del nostro pianeta". Comunque sia, come già detto, sebbene abbia aiutato i ricercatori a comprendere meglio le origini degli elementi volatili sulla Terra, questo nuovo metodo potrebbe anche rivelarsi utile come modo per monitorare l'attività dei vulcani: considerando che la composizione dei gas dei centri vulcanici cambia prima delle eruzioni, è possibile che il mix di mantello ed azoto nell'aria possa un giorno essere utilizzato, infine, come segnale per le eruzioni.

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