Scoperto in che modo le proteine tossiche si diffondono nel cervello durante l'Alzheimer.


Da molto tempo si ritiene che nel corso della malattia di Alzheimer le versioni tossiche della proteina Tau causino la morte dei neuroni, tuttavia il modo in cui queste proteine nocive si diffondono non è mai stato abbastanza chiaro; o almeno così era finora poiché di recente un nuovo studio condotto da alcuni ricercatori del Montreal Neurological Institute and Hospital e della Lund University e pubblicato sulla rivista Nature Communications ha mostrato che la diffusione della proteina Tau tossica da cellula a cellula può avvenire nel cervello degli individui anziani attraverso neuroni collegati: gli scienziati hanno potuto osservare anche che la presenza del peptide betamiloide può facilitare tale diffusione. Al riguardo Jacob Vogel, uno dei principali autori della ricerca, (effettuata prima su modello animale e successivamente su 312 esseri umani), ha affermato: "La nostra ricerca suggerisce che la Tau tossica può diffondersi in diverse regioni del cervello attraverso connessioni neuronali dirette, proprio come le malattie infettive possono diffondersi in diverse città attraverso diversi percorsi di trasporto. La diffusione è limitata durante il normale invecchiamento, ma nella malattia di Alzheimer la diffusione può essere facilitata dal betamiloide, e probabilmente porta ad una morte neuronale diffusa ed, infine, alla demenza". Mentre Oskar Hansson, altro responsabile del suddetto lavoro, ha poi aggiunto: "Penso che questi risultati abbiano implicazioni per le terapie che mirano a fermare la diffusione della Tau e quindi ad arrestare la progressione dell'Alzheimer". In pratica, come già risaputo, esistono due proteine ​​che sono note per essere collegate principalmente al morbo di Alzheimer: la betamiloide, (che forma quelle che sono conosciute come placche amiloidi o senili nel cervello), e la proteina Tau, (la quale crea degli ammassi neurofibrillari all'interno delle cellule cerebrali). Inoltre precedenti studi hanno collegato in particolare la diffusione delle versioni tossiche di quest'ultima proteina alla degenerazione del cervello ed a sintomi come, ad esempio, la compromissione della memoria. Ad ogni modo attualmente sono in corso intense ricerche per capire meglio come si diffonde la proteina Tau tossica nel cervello, al fine di sviluppare nuove terapie che possono fermare la diffusione e quindi provare a bloccare la patologia in questione: si tratta di studi clinici che al momento stanno valutando se gli anticorpi sviluppati per legarsi alla Tau potrebbero essere, appunto, in grado di fermare l'Alzheimer. A tal proposito lo stesso Oskar Hansson ha, infine, concluso spiegando: "I nostri risultati hanno implicazioni per la comprensione della malattia, ma soprattutto per lo sviluppo di terapie contro l'Alzheimer, che sono dirette contro la betamiloide o la Tau. Nello specifico i risultati suggeriscono che le terapie che limitano l'assorbimento della Tau nei neuroni oppure il trasporto o l'escrezione di Tau, potrebbero limitare la progressione della malattia".

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