Secondo un recente studio, il latte vaccino crudo potrebbe fare più male che bene.


A quanto pare il latte di mucca crudo o non pastorizzato proveniente dai negozi al dettaglio potrebbe contenere un'enorme quantità di geni resistenti agli antimicrobici, se lasciato a temperatura ambiente; o almeno questo è quanto hanno fatto sapere alcuni ricercatori dell'Università della California, Davis, attraverso uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Microbiome, il quale ha anche scoperto che i batteri che ospitano i geni resistenti agli antimicrobici possono trasferirli ad altri batteri, potenzialmente diffondendo tale resistenza qualora consumati. Al riguardo Jinxin Liu, uno dei principali autori, ha affermato: "Non vogliamo spaventare le persone, vogliamo educarle. Se volete continuare a bere latte crudo, tenetelo nel frigorifero per ridurre al minimo il rischio che sviluppi batteri con geni resistenti agli antibiotici". In pratica il latte crudo, (cioè che non è stato riscaldato per uccidere i patogeni e prolungare la durata di conservazione), viene spesso propagandato ai consumatori come ricco di probiotici o batteri sani, rispetto al latte pastorizzato; tuttavia adesso gli scienziati hanno visto che non è così. In merito a ciò lo stesso Jinxin Liu ha, infatti, proseguito spiegando: "Due cose ci hanno sorpreso: non abbiamo trovato grandi quantità di batteri benefici nei campioni di latte crudo ed abbiamo visto che, se lasciato a temperatura ambiente, il latte crudo crea geni molto più resistenti agli antimicrobici rispetto a quello pastorizzato". Inoltre, come già risaputo, i batteri con geni resistenti agli antimicrobici, se passati ad un patogeno, hanno il potenziale di diventare "superbatteri" e dunque rendere inefficaci i farmaci per il trattamento delle infezioni o altre malattie. Ad ogni modo per arrivare alla suddetta conclusione gli scienziati hanno esaminato oltre 2.000 campioni di latte, (sia crudo che pastorizzato in vari modi), e, come già anticipato, hanno osservato che quello crudo presentava la più alta prevalenza di microbi resistenti agli antibiotici quando veniva, appunto, lasciato a temperatura ambiente. A tal proposito Michele Jay-Russell, altro principale responsabile delle analisi, ha continuato dichiarando: "Il nostro studio dimostra che con qualsiasi abuso di temperatura, intenzionale o no, nel latte crudo può far crescere questi batteri con geni di resistenza antimicrobica. Non solo andrà a male. È davvero ad alto rischio se non gestito correttamente". Mentre David Mills, (altro principale della ricerca in questione), e Peter J. Shields, (presidente della Dairy Food Science, il quale però non ha preso parte allo studio), hanno commentando: "Alcuni consumatori lasciano intenzionalmente il latte crudo fuori dal frigorifero a temperatura ambiente a fermentare, al fine di ottenere il cosiddetto "clabber". Tuttavia se i consumatori mangiano il "clabber" di latte crudo, probabilmente aggiungeranno un elevato numero di geni resistenti agli antimicrobici nel loro intestino. Potrebbero semplicemente inondare il loro tratto gastrointestinale con questi geni. Non viviamo più in un mondo privo di antibiotici. Questi geni sono ovunque, e dobbiamo fare tutto il possibile per fermare quel flusso nei nostri corpi". Ed hanno, infine, concluso sostenendo: "Sebbene sia necessario più lavoro per comprendere appieno se i geni resistenti agli antibiotici nel latte crudo si traducono in rischi per la salute dell'uomo, i consumatori potrebbero usare invece i fermenti lattici se vogliono fermentare il latte crudo, i quali trasportano specifici ceppi di batteri per inoculare il latte".

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