Osservato che le cellule nervose delle persone autistiche si differenziano prima della nascita.


Sebbene non venga diagnosticato prima dei 18 mesi di età, l'autismo è una condizione dello sviluppo neurologico che la comunità scientifica sta riconducendo sempre più alle fasi prenatali. Ed adesso a fornire ulteriori prove di ciò c'è anche un nuovo studio, condotto da alcuni ricercatori King's College London e dell'Università di Cambridge, e pubblicato lo scorso Giugno sulla rivista Biological Psychiatry, il quale ha mostrato che lo sviluppo atipico inizia nelle primissime fasi dell'organizzazione cerebrale, (a livello delle singole cellule cerebrali). Al riguardo Deepak Srivastava, uno dei principali autori, ha dichiarato: "In questo studio abbiamo utilizzato cellule staminali pluripotenti indotte, (o iPSC), per modellare lo sviluppo precoce del cervello. I nostri risultati indicano che le cellule cerebrali delle persone autistiche si sviluppano in modo diverso da quelle degli individui tipici". In pratica per arrivare a tali conclusioni gli scienziati hanno isolato campioni di capelli prelevati da 9 persone autistiche e 6 persone non affette dal disturbo: utilizzando una serie di fattori di crescita sono stati in grado di guidare le cellule ciliate ottenute da questi campioni a diventare neuroni, proprio come quelli che si trovano nella corteccia cerebrale o nella regione del mesencefalo. Inoltre considerato che, come già risaputo, le iPSC conservano l'identità genetica della persona da cui provengono e sono capaci di fare ripartire il loro sviluppo come se fossero ancora nell'utero, ciò ha fornito una finestra sullo sviluppo del cervello delle varie persone prese in esame. In merito a ciò Dwaipayan Adhya, altro principale responsabile della suddetta ricerca, ha spiegato: "L'utilizzo delle iPSC ottenute da campioni di capelli è il modo più etico per studiare lo sviluppo precoce del cervello nelle persone autistiche. Aggira la necessità della ricerca sugli animali, non è invasivo e richiede semplicemente un singolo campione di capelli o pelle da una persona". Ad ogni modo nel corso della loro indagine o ricercatori hanno esaminato in varie fasi l'aspetto delle cellule in via di sviluppo e ne hanno sequenziato l'RNA, per vedere quali geni stavano esprimendo: così facendo hanno osservato che al giorno 9, lo sviluppo di neuroni da persone tipiche formava "rosette neurali", (una forma intricata, simile ad un dente di leone ed indicativa di neuroni in normale sviluppo), e che quelle delle persone colpite da autismo formavano invece rosette più piccole oppure non formavano affatto rosette; inoltre anche i geni chiave dello sviluppo venivano espressi a livelli inferiori rispetto alla norma. Per di più nei giorni 21 e 35 è emerso che le cellule delle persone tipiche ed autistiche differivano significativamente in diversi modi, suggerendo che la composizione dei neuroni nella corteccia differisce nel cervello di tali due gruppi di persone. A tal proposito John Krystal, il caporedattore della sopracitata rivista, che non è stato coinvolto nelle analisi, ha commentato: "L'emergere di differenze associate all'autismo in queste cellule nervose mostra che queste differenze sorgono molto presto nella vita". Tuttavia a differenza delle differenze rilevate nei neuroni corticali, le cellule dirette a svilupparsi come neuroni del mesencefalo, (ovvero una regione del cervello non implicata nella disfunzione dell'autismo), hanno mostrato solo differenze non rilevanti tra le persone tipiche e quelle autistiche. Al riguardo lo stesso Deepak Srivastava ha proseguito sostenendo: "L'uso delle iPSC ci consente di esaminare più precisamente le differenze nei destini cellulari e nei percorsi genetici che si verificano nelle cellule neurali di individui autistici e tipici. Si spera che questi risultati contribuiranno alla nostra comprensione del motivo per cui esiste una tale diversità nello sviluppo del cervello". Mentre Simon Baron-Cohen, altro principale autore dell'indagine, ha poi aggiunto: "Alcune persone potrebbero essere preoccupate che la ricerca di base sulle differenze nel cervello prenatale autistico e tipico possa essere intesa a "prevenire", "sradicare" o "curare" l'autismo. Questa non è la nostra motivazione e siamo schietti nei nostri valori nell'opporci all'eugenetica e nel valorizzare la neurodiversità. Tali studi porteranno ad una migliore comprensione dello sviluppo del cervello sia negli individui autistici che in quelli tipici". Comunque sia successivamente lo stesso John Krystal ha, infine, concluso asserendo: "Il cervello è stato l'ultima scatola nera. Qui gli autori hanno utilizzato cellule nervose derivate da cellule staminali periferiche per sbirciare all'interno di questa scatola. Questo importante studio suggerisce che ciò è possibile e sta approfondendo la nostra comprensione dell'autismo".

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