Secondo un recente studio, le "scatole vocali" dei primati si starebbero evolvendo più rapidamente.


Apparentemente la laringe, (ossia la cosiddetta "scatola vocale"), dei primati è significativamente più grande rispetto alle dimensioni del corpo, ha una maggiore variazione e si sta evolvendo a tassi più rapidi rispetto a quella degli altri mammiferi; o almeno questo è quanto hanno constatato di recente alcuni ricercatori dell'Anglia Ruskin University, dell'Università di Stanford e dell'Università di Vienna, (in collaborazione con la Stony Brook University, l'Università di Edimburgo, il National Museums Scotland e l'University of Veterinary Medicine Vienna), durante uno studio pubblicato sulla rivista PLOS Biology, il quale ha rappresentato il primo su larga scala riguardante l'evoluzione di tale organo. In pratica, come già risaputo, la laringe ha tre funzioni principali: proteggere le vie aeree durante l'alimentazione, regolare l'afflusso di aria ai polmoni e permettere la comunicazione vocale. Inoltre per via di questo suo ruolo importante nel facilitare il comportamento sociale, (appunto, attraverso la vocalizzazione), è stato a lungo ritenuto che il suddetto organo sia un'area chiave dell'evoluzione, in particolar modo nelle specie con sistemi di comunicazione vocale altamente sviluppati. Ad ogni modo adesso nel corso della loro nuova ricerca gli scienziati hanno effettuato scansioni di tomografia computerizzata sui campioni di 55 specie diverse ed hanno prodotto modelli digitali 3D delle loro laringi. Inoltre tutto ciò è stato accompagnato anche da delle misurazioni dettagliate, inclusa la lunghezza del corpo e la massa corporea: i primati avevano, ed esempio, dimensioni variabili che andavano da un uistitì pigmeo, (o Callithrix pygmaea), del peso di appena 110 g, ad un gorilla occidentale, (o Gorilla gorilla), di circa 120 kg; mentre i carnivori andavano da una mangusta nana comune, (o Helogale parvula), di soli 280 g, ad una tigre, (o Panthera tigris), del peso di 180 kg. In sostanza così facendo gli studiosi hanno scoperto che, come già anticipato, per una data lunghezza del corpo, le laringi dei primati erano in media del 38% più grandi rispetto a quelle dei carnivori e che in questa specie il tasso di evoluzione dell'organo in questione era, appunto, più veloce. Tra l'altro i ricercatori hanno anche rilevato una maggiore variazione nella dimensione della laringe rispetto alla dimensione del corpo tra i primati, indicando che tale specie ha una maggiore flessibilità per evolversi in modi diversi: i carnivori, infatti, seguono più di un rapporto fisso tra dimensioni della laringe e quelle del corpo. Ma non è tutto poiché la dimensione della laringe è stata anche trovata essere un buon predittore della frequenza di richiamo di una specie, il che dimostra l'importanza della comunicazione vocale sulle variazioni di dimensione osservate. Al riguardo Jacob Dunn, uno dei principali autori della suddetta indagine, ha dichiarato: "Questo studio dimostra chiare differenze nell'evoluzione della laringe tra i gruppi di mammiferi. Nello specifico abbiamo dimostrato per la prima volta che la laringe dei primati è più grande, meno strettamente legata alle dimensioni del corpo e con tassi di evoluzione più rapidi rispetto alla laringe carnivora, che è un gruppo di confronto ben abbinato, indicando differenze fondamentali nell'evoluzione dell'organo vocale attraverso le specie". Mentre Daniel Bowling, altro principale responsabile delle analisi, ha, infine, concluso spiegando: "Il nostro studio mostra anche che le differenze nelle dimensioni della laringe predicono i cambiamenti nel tono della voce, evidenziando il ruolo cruciale della laringe nella comunicazione vocale. Ciò è dimostrato dai richiami ricchi e vari prodotti da molte specie di primati. I risultati implicano differenze fondamentali tra primati e carnivori nelle forze che limitano le dimensioni della laringe, oltre ad evidenziare una flessibilità evolutiva nei primati che può aiutare a spiegare perché hanno sviluppato usi complessi e diversi dell'organo vocale per la comunicazione. Ciò fornisce una strada eccitante per studi futuri che esaminino la variazione tra altri gruppi di mammiferi".

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