Sembra proprio che durante la gravidanza i miliardi di batteri e microbi che vivono nell'intestino, (meglio noti con il nome microbiota intestinale), della madre siano capaci di regolare i metaboliti chiave per lo sviluppo sano del cervello fetale; o almeno questo è quanto hanno notato alcuni ricercatori dell'Università della California, Los Angeles nel corso di un loro studio condotto su modello murino ed i cui risultati sono stati pubblicati nelle scorse settimane sulla rivista Nature. In pratica, sebbene in passato il microbiota intestinale materno sia stato associato ad anomalie nella funzione cerebrale e nel comportamento della prole, (spesso in risposta a fattori come l'infezione, una dieta ad alto contenuto di grassi o lo stress durante il periodo di gestazione), finora la comunità scientifica non era mai risuscita a stabilire con certezza se questa comunità di microorganismi potesse influenzare, appunto, lo sviluppo del cervello durante i periodi prenatali cruciali ed in assenza delle suddette difficoltà ambientali. In sostanza per testare l'impatto che i microbi dell'intestino hanno sui metaboliti e sulle altre sostanze biochimiche che circolano nel sangue materno e nutrono il cervello fetale in rapido sviluppo, gli scienziati californiani hanno allevato due gruppo di topi da laboratorio: il primo era composto da esemplari trattati con antibiotici per uccidere i batteri dell'intestino; mentre il secondo comprendeva animali geneticamente modificati per essere privi di un microbiota intestinale sin dalla nascita. Al riguardo Helen Vuong, una delle principali autrici dell'indagine, ha affermato: "L'impoverimento del microbiota intestinale materno, utilizzando entrambi i metodi, ha perturbato in modo simile lo sviluppo del cervello fetale. L'esaurimento del microbiota intestinale materno ha modificato quali geni sono stati accesi nel cervello di sviluppare la prole, tra cui molti geni coinvolti nella formazione di nuovi assoni all'interno dei neuroni". In parole povere, come già risaputo, gli assoni sono minuscole fibre che collegano le cellule cerebrali e permettono loro di comunicare, ed in questo caso si è visto che soprattutto quelli che collegano il talamo alla corteccia cerebrale risultavano essere ridotti in numero ed in lunghezza nei feti di entrambi i suddetti gruppi di roditori. In merito a ciò la stessa Helen Vuong ha proseguito spiegando: "Questi assoni sono particolarmente importanti per la capacità di percepire l'ambiente. Coerentemente con questo, la progenie di madri sprovviste di un microbiota intestinale aveva dei disturbi in particolare nei comportamenti sensoriali. I risultati indicano che il microbiota intestinale materno può promuovere lo sviluppo sano del cervello fetale regolando i metaboliti che entrano nel cervello fetale stesso. Quando abbiamo misurato i tipi ed i livelli di molecole nel sangue materno, nel sangue fetale e nel cervello fetale, abbiamo scoperto che particolari metaboliti erano comunemente diminuiti o mancanti nel caso in cui la madre era priva del microbiota intestinale durante la gravidanza. Successivamente quando abbiamo coltivato i neuroni in presenza di questi metaboliti, i feti hanno sviluppato assoni più lunghi e maggiori in numero. Invece quando abbiamo integrato i topi gravidi con i metaboliti chiave che erano diminuiti o mancanti quando il microbiota era stato impoverito, i livelli di tali metaboliti sono stati ripristinati nel cervello fetale e sono stati evitati i danni nello sviluppo degli assoni e nel comportamento della prole". Ed ha poi aggiunto: "Il microbiota intestinale ha l'incredibile capacità di regolare molte sostanze biochimiche non solo nella madre incinta, ma anche nel feto in via di sviluppo e nel cervello fetale. I nostri risultati hanno individuato anche i metaboliti che promuovono la crescita degli assoni". Ad ogni modo a tal proposito Elaine Hsiao, altra principale responsabile della ricerca in questione, ha, infine, dichiarato: "I risultati che abbiamo ottenuto suggeriscono che le interazioni tra il microbiota ed il sistema nervoso iniziano, (almeno nei topi), prenatalmente attraverso l'influenza del microbiota intestinale materno sul cervello fetale. L'applicabilità di ciò agli esseri umani non è ancora chiara: non sappiamo se né come i risultati possano essere validi per gli uomini. Tuttavia ci sono molti disturbi dello sviluppo neurologico che si ritiene siano causati da fattori di rischio sia genetici che ambientali sperimentati durante la gravidanza. Il nostro studio suggerisce anche che il microbiota intestinale materno durante la gravidanza dovrebbe essere considerato ed ulteriormente studiato come un fattore che potrebbe potenzialmente influenzare non solo la salute della madre ma anche quella della prole in via di sviluppo".
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