Di recente un team di ricercatori della KU Leuven, (in collaborazione con la Queen's University, l'Hasselt University, il German Cancer Research Center, l'Utrecht University, la Ghent University, la Stanford University School of Medicine e l'Imperial College London), attraverso uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su Nature, hanno riferito di aver identificato il meccanismo biologico che spiega perché alcune persone provano dolore addominale quando mangiano certi tipi di cibi, (in poche parole quella condizione che viene definita Sindrome del Colon Irritabile o IBS): si tratta di una scoperta che potrebbe aprire la strada ad un trattamento più efficace di questo disturbo e di altre intolleranze alimentari. In pratica, stando alle statistiche, fino al 20% della popolazione mondiale soffre dell'IBS, che provoca dolore allo stomaco o grave disagio dopo aver mangiato; il che influenza la qualità di vita. Inoltre, sebbene le diete senza glutine ed altri tipi di diete possano dare un po' di sollievo, il motivo per cui ciò funziona rimane ancora un mistero, considerando anche che i pazienti non sono allergici agli alimenti in questione, né hanno altre condizioni, (come, ad esempio, la celiachia). Al riguardo Guy Boeckxstaens, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha affermato: "Molto spesso questi pazienti non vengono presi sul serio dai medici, e la mancanza di una risposta allergica è usata come un'argomentazione che questo è tutto frutto della loro mente, e che non hanno un problema con la loro fisiologia intestinale. Con queste nuove intuizioni forniamo ulteriori prove che abbiamo a che fare con una vera malattia". In sostanza gli studi clinici e di laboratorio condotti dagli scienziati hanno rivelato un meccanismo che collega alcuni alimenti con l'attivazione delle cellule che rilasciano istamina, (chiamate mastociti), e la conseguente sensazione di dolore e/o disagio: un lavoro precedente del medesimo team ha dimostrato che il blocco dell'istamina, (ossia una componente importante del sistema immunitario), può migliorare le condizioni delle persone colpite dall'IBS. Insomma, come noto, in un intestino sano il sistema immunitario non reagisce agli alimenti, quindi il primo passo degli studiosi è stato quello di scoprire cosa potesse causare la rottura di questa tolleranza: poiché le persone con IBS spesso riferiscono che i loro sintomi iniziano dopo un'infezione gastrointestinale, (come, per esempio, un'intossicazione alimentare), sono partiti dall'idea che un'infezione mentre un determinato cibo è presente nell'intestino potrebbe sensibilizzare il sistema immunitario a quello stesso cibo. In aggiunta i ricercatori hanno infettato alcuni topi da laboratorio con un virus intestinale, ed allo stesso tempo li hanno nutriti con l'ovoalbumina, (cioè una proteina che si trova nell'albume dell'uovo e che è comunemente usata negli esperimenti come antigene alimentare modello): una volta eliminata l'infezione ai roditori è stata data di nuovo la sopracitata proteina, per vedere se il loro sistema immunitario si era sensibilizzato ad essa. In questo modo gli scienziati hanno constatato che i loro risultati si sono rivelati affermativi: l'ovoalbumina da sola aveva, infatti, provocato l'attivazione dei mastociti, il rilascio dell'istamina e l'intolleranza digestiva con aumento del dolore addominale; mentre questo non si era verificato negli esemplari che non erano stati infettati dal virus ed avevano assunto la proteina in questione. Tra l'altro gli studiosi sono stati anche in grado di decifrare la serie di eventi che si susseguono nella risposta immunitaria che collegava l'ingestione di ovoalbumina all'attivazione dei mastociti: si è visto che la risposta immunitaria si era verificata in modo significativo soltanto nella parte dell'intestino che era stato infettato dai batteri e non aveva prodotto sintomi più generali di un'allergia alimentare. In merito a ciò lo stesso Guy Boeckxstaens ha proseguito dichiarato: "Questo potrebbe indicare uno spettro di malattie immunitarie legate al cibo. Ad un'estremità dello spettro la risposta immunitaria ad un antigene alimentare è molto locale, come nell'IBS; mentre all'altra estremità dello spettro c'è l'allergia alimentare, che comprende una condizione generalizzata di grave attivazione dei mastociti, con un impatto sulla respirazione, la pressione sanguigna, e così via". Ad ogni modo i ricercatori hanno continuato nei loro esprimenti per vedere se le persone affette da IBS reagivano tutte allo stesso modo: quando gli antigeni alimentari associati a tale sindrome, (ovvero glutine, grano, soia e latte di mucca), sono stati iniettati nella parete intestinale di 12 pazienti con IBS, questi hanno prodotto reazioni immunitarie localizzate simile a quelle viste nei topi; invece nessuna reazione è stata vista nei volontari sani. Comunque sia, nonostante il numero relativamente piccolo di persone coinvolte significa che questa scoperta ha bisogno di ulteriori conferme, appare significativa se considerata insieme al precedente studio clinico che ha mostrato un miglioramento durante il trattamento dei pazienti colpiti d questa condizione con antistaminici. A tal proposito Guy Boeckxstaens ha, infine, concluso spiegando: "Questa è un'ulteriore prova che il meccanismo che abbiamo scoperto ha una rilevanza clinica. Una sperimentazione clinica più ampia del trattamento antistaminico è attualmente in corso. Ma conoscere il meccanismo che porta all'attivazione dei mastociti è cruciale, e porterà a nuove terapie per questi pazienti. I mastociti rilasciano molti più composti e mediatori della sola istamina, quindi se si può bloccare l'attivazione di queste cellule, credo che si avrà una terapia molto più efficace".
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