Identificato un fattore muscolare che controlla il metabolismo dei grassi.


Si sa, le cosiddette malattie metaboliche, (come, ad esempio, l'obesità ed il diabete mellito di tipo 2), stanno raggiungendo proporzioni epidemiche un po' in tutto il mondo e solo negli Stati Uniti si verificano in circa il 30% della popolazione: secondo quanto emerso nel corso degli anni, il muscolo scheletrico si è dimostrato svolgere un ruolo di fondamentale importanza nel controllo dei livelli di glucosio del corpo, il che è importante per lo sviluppo di malattie metaboliche come, appunto, il diabete. Tuttavia di recente uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Investigation da parte di alcuni ricercatori dell'University Hospitals Cleveland Medical Center e del Case Western Reserve University, del Webb Law Firm, della Duke University School of Medicine e dei Charles River Laboratories, ha osservato che tale struttura può influenzare significativamente il modo in cui il corpo memorizza e metabolizza il grasso. In pratica gli scienziati hanno deciso di indagare soprattutto sul ruolo di un preciso gene chiamato Kruppel-like factor 15, (noto anche con la sigla KLF15), proprio per quanto riguarda il muscolo scheletrico: utilizzando un modello murino geneticamente modificato per eliminare specificamente questo gene nella suddetta struttura, hanno ottenuto un fenotipo sorprendente che comprendeva l'obesità, la dislipidemia, (ossia alti livelli circolanti di grassi), l'intolleranza al glucosio, l'insulinoresistenza ed una propensione a sviluppare la steatosi epatica non alcoolica, (conosciuta anche con l'acronimo NAFLD). Inoltre maggiori esperimenti hanno successivamente rivelato che il KLF15 controlla l'assorbimento e l'utilizzo dei grassi nel muscolo scheletrico: si è visto che senza questo gene i grassi non possono entrare efficientemente nei muscoli ed invece si depositano nel fegato e nel tessuto adiposo bianco. Al riguardo Mukesh K. Jain, uno dei principali autori della sopracitata ricerca, ha dichiarato: "Sapevamo dal lavoro precedente del nostro team che il ruolo del KLF15 era fondamentale per la salute dei muscoli, perché i livelli sono aumentati negli esseri umani dopo l'esercizio. Sperimentalmente la perdita muscolare del KLF15 ha portato ad una riduzione della capacità di esercizio nei topi. Il fatto che il KLF15 sia importante anche nella salute metabolica è davvero eccitante, in quanto fornisce un potenziale collegamento molecolare tra l'esercizio e la salute generale". Tra l'altro gli studiosi hanno anche dimostrato che una dieta ricca di acidi grassi a catena corta, (noti anche con la sigla SCFA), può migliorare gli aspetti della malattia metabolica: alimenti ad alto contenuto di fibre, (come frutta, verdura, fagioli e cereali integrali), sono ricchi di SCFA e, secondo quanto è emerso, i topi a cui è stata data questa tipologia di dieta hanno mostrato un aumento di peso ridotto ed una migliore omeostasi del glucosio. Ma non è tutto poiché i roditori obesi a cui era stata somministrata questa stessa dieta avevano mostrato una maggiore perdita di peso ed una migliore sensibilità all'insulina, indicando che le diete ricche di SCFA possono potenzialmente servire sia come prevenzione sia come terapia, appunto, per le malattie metaboliche. A tal proposito Liyan Fan, altro principale responsabile dell'indagine in questione, ha spiegato: "Questa predisposizione a sviluppare obesità e l'NAFLD in presenza di eccesso calorico sottolinea l'importanza del metabolismo del grasso del muscolo scheletrico ed il cross-talk degli organi nello sviluppo di queste gravi malattie. Questo ci aiuta a capire i diversi attori che contribuiscono alle malattie metaboliche e di conseguenza ad identificare obiettivi per terapie efficaci". In sostanza presi collettivamente i risultati ottenuti dai ricercatori hanno identificato il muscolo scheletrico come un importante regolatore del metabolismo dei grassi e della salute del fegato, e le diete ricche di SCFA come un'opzione di terapia supplementare efficace ed accessibile per le malattie metaboliche derivanti da un'alterata gestione dei grassi. Comunque sia ora i passi successivi che gli scienziati avrebbero intenzione di compiere includono l'esplorazione del ruolo del KLF15 muscolare in diversi stati nutrizionali, (per esempio, il digiuno e l'esercizio fisico), ed, infine, l'analisi del suo potenziale terapeutico.

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