Individuato un legame tra l'inquinamento atmosferico e la degenerazione maculare legata all'età.


Che l'inquinamento atmosferico possa avere conseguenze più o meno gravi per la salute degli esseri umani, (e non solo), non è certamente una novità, ma di recente alcuni ricercatori dell'University College London, (in collaborazione con la Queen's University Belfast, l'Università di Manchester, l'Università della California, San Francisco, del Topcon Healthcare Solutions Research & Development, del Moorfields Eye Hospital, l'Università di Southampton, l'Università di Edimburgo, l'NHS Lothian Princess Alexandra Eye Pavilion e della St George's, University of London), nel corso di uno studio pubblicato sul British Journal of Opthalmology, hanno scoperto che questa tipologia di inquinamento è correlata anche ad un rischio più elevato di sviluppare la degenerazione maculare legata all'età, (ossia una condizione nota anche con la sigla AMD e che provoca una progressiva ed irreversibile perdita della vista): stando ai risultati ottenuti, le persone nelle aree più inquinate hanno almeno l'8% di probabilità in più di riferire di soffrire di tale patologia. Al riguardo Paul Foster, uno dei principali autori, ha spiegato: "Abbiamo identificato un altro rischio per la salute causato dall'inquinamento atmosferico, rafforzando le prove che migliorare l'aria che respiriamo dovrebbe essere una priorità chiave della salute pubblica. I nostri risultati suggeriscono che vivere in una zona con aria inquinata, in particolare con particolato fine o particelle legate alla combustione che provengono dal traffico stradale, potrebbe contribuire a questa malattia degli occhi. Anche l'esposizione relativamente bassa all'inquinamento atmosferico sembra avere un impatto sul rischio di AMD, suggerendo che l'inquinamento atmosferico è un importante fattore di rischio modificabile che influenza il rischio di patologie oculari per un gran numero di persone". In pratica, secondo recenti stime, la degenerazione maculare legata all'età, (i cui fattori di rischio attualmente noti includono l'età avanzata, il fumo ed il corredo genetico), è una delle principali cause di cecità irreversibile tra le persone oltre i 50 anni nei Paesi ad alto reddito, con il numero di coloro che ne sono affetti che si prevede raggiungerà i 300 milioni entro il 2040. Ad ogni modo, sebbene l'esposizione al particolato sia uno dei più forti predittori di mortalità tra gli inquinanti atmosferici e sia risultato essere implicato in condizioni cerebrali come la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson e l'ictus, un lavoro del 2019 condotto dagli stessi scienziati aveva rilevato che l'inquinamento atmosferico era legato anche ad un elevato rischio di glaucoma. Quindi per vedere se questo tipo di inquinamento potrebbe essere implicato anche nel rischio dell'AMD, gli studiosi hanno si sono serviti dei dati conservati nella UK Biobank e nello specifico hanno esaminato quelli relativi a 115.954 persone di età compresa tra i 40 ed i 69 anni e che all'inizio della suddetta nuova ricerca, (ossia nel 2006), non avevano problemi agli occhi. In sostanza ai tutti partecipanti è stato chiesto di riportare qualsiasi tipo di diagnosi formale di AMD fatta da un medico ed i cambiamenti strutturali nello spessore e/o il numero di recettori di luce nella retina, (segnale indicativo della patologia in questione), sono stati valutati in 52.602 di loro utilizzando una tecnica di imaging retinico, (per la precisione una tomografia a coerenza ottica non invasiva o OCT). Inoltre le misurazioni di inquinamento dell'aria includevano quelle per il particolato, (conosciuto anche come PM 2.5), il biossido di azoto, (la cui formula chimica è NO2), e gli ossidi di azoto, (noti anche con la sigla NOx); mentre le informazioni ufficiali sul traffico, l'uso del territorio e la topografia sono state utilizzate per calcolare i livelli medi annuali di inquinamento atmosferico agli indirizzi di casa dei singoli partecipanti. Insomma, così facendo, i ricercatori hanno constatato che le persone in aree con livelli più elevati di inquinamento da polveri sottili avevano, appunto, maggiori probabilità di riferire di avere AMD, (in particolar modo, è stata trovata una differenza dell'8% di tale rischio tra le persone che vivevano nel 25° e nel 75° percentile dei livelli di inquinamento), dopo aver contabilizzato i fattori potenzialmente influenti come, ad esempio, le condizioni di salute sottostanti e lo stile di vita: tutti gli inquinanti, (tranne il particolato grossolano), sono stati associati a cambiamenti nella struttura della retina. Comunque sia, nonostante i risultati ottenuti si allineino con prove provenienti da altre parti del mondo, va detto che l'indagine in questione è stata di tipo osservazionale e per questo motivo non può confermare la causa per cui ciò si verifica: gli scienziati hanno comunque ipotizzato che l'inquinamento atmosferico potrebbe plausibilmente essere associato alla degenerazione maculare legata all'età attraverso lo stress ossidativo oppure l'infiammazione. A tal proposito Sharon Chua, altra principale responsabile delle analisi, ha, infine, concluso dichiarando: "Una maggiore esposizione all'inquinamento atmosferico è stata anche associata alle caratteristiche strutturali dell'AMD. Questo può indicare che livelli più elevati di inquinamento atmosferico possono rendere le cellule più vulnerabili ai cambiamenti negativi ed aumentare il rischio di AMD".

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