Formulata una nuova teoria che potrebbe risolvere il mistero dell'espansione dell'Universo.


Secondo una delle teorie più avvalorate, l'Universo è stato creato circa 13,8 miliardi di anni fa da un'esplosione gigantesca, (denominata Big Bang), e da allora ha iniziato ad espandersi sempre più, tramite un processo che risulta essere ancora in corso: tuttora il cosmo si sta, infatti, allungando in tutte le direzioni come un palloncino che viene gonfiato. Tuttavia, sebbene i fisici di tutto il mondo si trovino d'accordo su tale ipotesi, sembrerebbe esserci qualcosa che non va: finora la misurazione del tasso di espansione dell'Universo in differenti modi ha portato a risultati diversi; motivo per il quale la comunità scientifica si sta chiedendo se c'è qualcosa di sbagliato nei metodi di misurazione impiegati oppure se sta succedendo qualcosa nel cosmo che ancora non è stato scoperto e quindi non è stato preso in considerazione. Ed a quanto pare, stando ad alcuni ricercatori dall'University of Southern Denmark, la risposta ai suddetti quesiti potrebbe benissimo essere la seconda opzione: per mezzo di un nuovo studio pubblicato lo scorso mese sulla rivista Physical Review, hanno, infatti, proposto l'esistenza di una nuova tipologia di energia oscura, che se venisse inclusa nei vari calcoli relativi all'espansione dell'Universo, potrebbe fornire risultati molto più simili tra loro. Difatti al riguardo Martin S. Sloth, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha affermato: "Un nuovo tipo di energia oscura può risolvere il problema dei calcoli contrastanti". In pratica quando misurano il tasso di espansione cosmo, gli esperti basano i loro calcoli sul presupposto che l'Universo sia composto da energia oscura, materia oscura e materia ordinaria: fino a poco tempo fa tutti i metodi di osservazioni si adattavano a questo modello di composizione della materia e dell'energia dello spazio, ma non è più così. Non è un caso, infatti, che esiti contrastanti emergono quando si guardano i dati più recenti delle misurazioni delle supernovae e della radiazione cosmica di fondo a microonde: si tratta di due metodi che semplicemente portano a risultati diversi per quanto concerne questo tasso di espansione. In merito a ciò lo stesso Martin S. Sloth ha proseguito spiegando: "Nel nostro modello abbiamo suggerito che se ci fosse un nuovo tipo di energia oscura extra nell'Universo primordiale, ciò spiegherebbe sia la radiazione di fondo che le misure delle supernove simultaneamente e senza contraddizioni. Crediamo che nell'Universo primordiale l'energia oscura esistesse in una fase diversa. Si può paragonare a quando l'acqua viene raffreddata e subisce una transizione di fase verso il ghiaccio con una densità inferiore. Allo stesso modo l'energia oscura nel nostro modello subisce una transizione verso una nuova fase con una densità di energia inferiore, cambiando così l'effetto dell'energia oscura sull'espansione dell'Universo". Tra l'altro, sempre secondo i calcoli degli scienziati, tutti risultati si vanno sommare se si immagina che l'energia oscura abbia subito una transizione di fase innescata dall'espansione del cosmo; difatti a tal proposito Martin S. Sloth ha, infine, concluso dichiarando: "Si tratta di una transizione di fase in cui molte bolle della nuova fase appaiono improvvisamente e quando queste bolle si espandono e si scontrano la transizione di fase è completa. Su scala cosmica è un processo di meccanica quantistica molto violento".

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