Di recente un team internazionale di astronomi hanno pubblicato uno studio sull'Astrophysical Journal nel quale hanno annunciato di aver trovato per la prima volta un certo numero di "uova stellari" contenenti baby stelle intorno al centro della Via Lattea utilizzando l'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, (noto anche con la sigla ALMA): sebbene ricerche precedenti avevano suggerito che lì l'ambiente è troppo ostile perché avvenga la formazione stellare, i nuovi risultati hanno indicato che la nascita di nuove stelle è più resistente di quanto si pensasse ed onnipresente in quella regione, nascosta nelle profondità del denso gas molecolare. In pratica, come già risaputo, le stelle si formano in "uova stellari", vale a dire nubi cosmiche di gas e polvere che collassano a causa della gravità; tuttavia se qualcosa interferisce con la contrazione guidata dalla gravità, la formazione stellare viene soppressa. Perciò considerando che ci sono molte potenziali fonti di interferenza entro un raggio di mille anni luce dal Centro Galattico, in quella che viene chiamata Zona molecolare centrale o CMZ, (ad esempio, una forte turbolenza può smuovere le nubi ed impedire loro di contrarsi; oppure forti campi magnetici possono ostacolare il collasso autogravitazionale del gas), le osservazioni passate avevano, appunto, stabilito che tale processo di formazione stellare in questa zona della galassia risulta essere molto meno efficiente; fatta eccezione per una regione di formazione stellare attiva chiamata Sagittario B2, (o Sgr B2). Ad ogni modo, come già anticipato, per indagare i misteri della formazione stellare soppressa il suddetto gruppo di ricercatori si è servito dell'ALMA ed ha osservato le regioni vicino al centro della Via Lattea, (per la precisione quattro massicce nubi molecolari nella CMZ), che contengono una grande quantità di gas, ed in cui non è prevista nessuna formazione stellare: con loro grande stupore gli scienziati hanno scoperto più di 800 nuclei densi di gas e polvere. Al riguardo Xing Lu, del National Astronomical Observatory ed uno dei principali autori del sopracitato nuovo lavoro, ha affermato: "La nostra scoperta porta alla domanda se sono effettivamente "uova stellari" oppure no". Quindi per rispondere a questa domanda gli studiosi hanno utilizzato nuovamente l'ALMA per cercare flussi di gas energetici, (detti outflow e che sono indicativi della formazione di stelle nelle uova stellari in quanto sono "equivalenti" al pianto di un bambino appena nato), e per la prima volta, grazie all'elevata sensibilità ed all'alta risoluzione spaziale del radiointerferometro, ne hanno rilevato 43 protostellari. In sostanza questi outflow, (le cui masse vanno da meno di una massa solare a poche decine di masse solari, con incertezze tipiche di un fattore 70), si trovano sia in nuclei noti di formazione
stellare di massa elevata sia in nuclei meno massicci, apparentemente in uno stato di
quiescenza, mentre in 791 dei suddetti 834 nuclei identificati non sono stati
rilevato outflow. Insomma, questo basso numero di outflow rilevati è un mistero: prendendo in considerazione il fatto che sono state trovate oltre 800 "uova stellari", il piccolo numero di protostelle potrebbe indicare che l'attività di formazione stellare nella CMZ si trova nella sua fase iniziale. A tal proposito lo stesso Xing Lu ha proseguito spiegando: "Anche se un gran numero di outflow potrebbe essere ancora
nascosto nelle regioni, i nostri risultati potrebbero suggerire che
stiamo assistendo all'inizio della prossima ondata di formazione
stellare. Le nostre osservazioni dimostrano che anche nelle aree fortemente disturbate intorno al Centro Galattico, si formano ancora piccole stelle". Mentre Shu-ichiro Inutsuka, professore dell'Università di Nagoya ed altro principale responsabile dell'indagine in questione, ha concluso dichiarando: "Sebbene precedenti osservazioni avessero suggerito che i tassi di
formazione stellare nelle nubi molecolari giganti nel Centro Galattico
sono soppressi a circa il 10%, questa osservazione mostra che i
processi di formazione stellare nascosti nelle dense nubi di gas
molecolari non sono molto diversi da quelli che caratterizzano il
vicinato solare. Il rapporto tra il numero di nuclei che stanno formando stelle e
nuclei privi di stelle sembra essere solo poche volte inferiore a quello
nel vicinato solare. Questo numero può essere assimilabile al rapporto
tra le rispettive vite. Pensiamo che la durata media dello stadio di
nuclei privi di formazione stellare nel Centro Galattico potrebbe essere
un po' più lunga che nelle vicinanze solari. Sono necessarie ulteriori
ricerche per spiegare perché sia così". Comunque sia adesso i ricercatori stanno analizzando i dati delle osservazioni a più alta risoluzione di ALMA riguardanti la CMZ per comprendere meglio i processi che guidano gli efflussi di gas e la formazione di stelle vicino al centro della Via Lattea: studiando le proprietà dei dischi di accrescimento che guidano gli outflow
attorno alle baby stelle e confrontando queste osservazioni con altre
regioni di formazione stellare, sperano, infine, di capire meglio la
formazione stellare nella sopracitata zona molecolare, (dalle nubi alle protostelle, e dalla
chimica ai campi magnetici).
Di seguito un'immagine che mostra queste "uova stellari":
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