Scoperto che solo un sottotipo di cellule adipose risponde alla stimolazione dell'insulina.


Che le cellule di grasso possono influenzare la sensibilità all'insulina è una cosa risaputa da diverso tempo, ma recentemente un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet e del KTH Royal Institute of Technology, a seguito di uno studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, hanno scoperto che esistono 3 differenti sottotipi di cellule grasse mature nel cosiddetto tessuto adiposo bianco e che solo uno di questi, (chiamato AdipoPLIN), risponde all'insulina; il che potrebbe dimostrarsi rilevante per i futuri trattamenti delle malattie metaboliche, (tra cui, ad esempio, il diabete mellito di tipo 2). Al riguardo Niklas Mejhert, uno dei principali autori, ha, infatti, affermato: "Questi risultati aumentano le nostre conoscenze sulla funzione del tessuto adiposo. Mostrano che la capacità complessiva del tessuto adiposo di rispondere all'insulina è determinata dalla proporzione e dalla funzione di uno specifico sottotipo di cellule adipose. Questo potrebbe avere implicazioni per malattie come l'obesità, l'insulino-resistenza ed il diabete mellito di tipo 2". In pratica nel corso della suddetta nuova ricerca gli scienziati sono stati in grado di identificare ben 18 classi di cellule che formano gruppi nel tessuto adiposo bianco degli esseri umani: tra queste, come già detto, 3 costituivano cellule grasse mature con fenotipi distinti. In sostanza per verificare se tali sottotipi di cellule adipose erano legati a qualche funzione specifica gli studiosi hanno successivamente esaminato in parte questi come reagivano agli aumenti a breve termine dei livelli di insulina in un gruppo composto da 4 persone: il risultato ha mostrato che, come già anticipato, quest'ultima attivava l'espressione genica, appunto, nel sottotipo AdipoPLIN, senza però influenzare gli altri due sottotipi. Inoltre dai dati ottenuti è anche emerso che la risposta alla stimolazione dell'insulina era proporzionale alla sensibilità di tale ormone dell'intero corpo del singolo individuo. In merito a ciò Mikael Rydén, altro principale responsabile delle analisi, ha spiegato: "I nostri risultati sfidano la visione corrente dell'insulino-resistenza come una risposta generalmente ridotta all'insulina nelle cellule grasse. Invece il nostro studio suggerisce che la resistenza all'insulina, (e forse pure il diabete mellito di tipo 2), potrebbe essere dovuto a cambiamenti in un sottotipo specifico di cellule di grasso. Questo dimostra che il tessuto adiposo è un tessuto molto più complesso di quanto si pensasse in precedenza. Come per il tessuto muscolare, le persone possiedono differenti tipi di cellule adipose con funzioni diverse; il che apre la strada a futuri interventi mirati ai vari tipi di cellule di grasso". Ad ogni modo durante i loro esperimenti i ricercatori hanno anche usato una tecnica speciale chiamata trascrittomica spaziale, la quale genera informazioni sull'organizzazione dei tessuti tramite la microscopia e l'espressione genica attraverso il sequenziamento dell'RNA. A tal proposito Patrik Ståhl, pure lui uno tra i principali autori dell'indagine in questione, ha, infine, concluso dichiarando: "Questo studio è unico in quanto è la prima volta che abbiamo applicato la trascrittomica spaziale al tessuto adiposo, che ha una serie speciale di caratteristiche e composizione. Siamo molto felici che la tecnologia continui a contribuire nello risolvere domande biologicamente complesse in un numero crescente di aree di ricerca".

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