Apparentemente il colesterolo prodotto nel cervello sembra giocare un ruolo chiave nello sviluppo della malattia di Alzheimer; o almeno questo è quanto hanno indicato alcuni ricercatori del The Scripps Research Institute, dell'Università della Virginia e della Washington University School of Medicine, tramite un nuovo studio pubblicato negli utlimi mesi sulla rivista PNAS. In pratica gli scienziati hanno scoperto che questa molecola organica prodotta dagli astrociti risulta essere necessaria per controllare la produzione di betamiloide, vale a dire una proteina appiccicosa noto per accumularsi nel cervello dei pazienti affetti dal suddetto morbo, andando a formare placche, (dette amiloidi o senili), insolubili che sono un segno distintivo dell'Alzheimer: nel corso degli anni molte ricerche hanno preso di mira questi accumuli nella speranza che la loro rimozione oppure che impedire in qualche modo la loro formazione possa rappresentare un trattamento o una prevenzione contro tale condizione. Tuttavia i nuovi risultati hanno offerto importanti intuizioni su come e sul perché queste placche amiloidi si formano, e potrebbero spiegare perché i geni associati al colesterolo sono collegati ad un aumento del rischio della patologia in questione, fornendo allo stesso tempo una possibile direzione importante per la prevenzione. Al riguardo Heather A. Ferris, una delle principali autrici del suddetto lavoro, ha affermato: "Questo studio ci aiuta a capire perché i geni legati al colesterolo sono così importanti per lo sviluppo del morbo di Alzheimer. I nostri dati indicano l'importanza di concentrarsi sulla produzione di colesterolo negli astrociti ed il trasporto ai neuroni come un modo per ridurre la betamiloide e prevenire la formazione di placche". In sostanza, sebbene spesso il colesterolo è associato alle arterie intasate ed alle malattie cardiache, in realtà esso gioca ruoli importanti anche nel corpo sano: l'organismo, infatti, lo produce naturalmente in modo da poter produrre ormoni e svolgere altre funzioni importanti. Ad ogni modo ora gli studiosi hanno aggiunto una nuova voce alla lista delle responsabilità del colesterolo: le loro analisi hanno, infatti, fatto anche luce sul ruolo degli astrociti nella malattia di Alzheimer. In concreto, finora la comunità scientifica aveva osservato che queste cellule cerebrali comuni subiscono cambiamenti drammatici nel corso della patologia, ma era incerta se le cellule soffrivano della malattia o contribuivano ad essa; mentre adesso i risultati ottenuti dai riceratori hanno suggerito la seconda ipotesi: si è, infatti, visto che gli astrociti aiutano a guidare la progressione dell'Alzheimer producendo e distribuendo colesterolo ai neuroni, dove la molecola organica si accumula ed aumenta la produzione di betamiloide, la quale a sua volta alimenta la formazione delle placche amiloidi. Insomma, in condizioni normali il colesterolo è tenuto a livelli abbastanza bassi nei neuroni, limitando quindi l'accumulo della sopracitata proteina tossica, ma durante l'Alzheimer i neuroni perdono la loro capacità di regolare la betamiloide, con conseguente formazione di placche nel cervello. In merito a ciò gli stessi scienziati hanno fatto sapere che bloccando la produzione di colesterolo degli astrociti in alcuni topi da laboratorio, la produzione di questa proteina è diminuita "vigorosamente". Inoltre, nonostante sia ancora troppo presto per dire se questo potrà essere imitato nelle persone per prevenire la formazione di placche amiloidi, gli studiosi si sono detti certi che ulteriori ricerche saranno in grado di produrre importanti intuizioni che andranno a beneficio della battaglia contro il morbo di Alzheimer. Tra l'altro, sempre secondo i ricercatori, il fatto che normalmente la produzione di betamiloide sia strettamente controllata suggerisce che potrebbe avere un ruolo importante nelle cellule cerebrali: in quanto tale, i medici potrebbero aver bisogno di fare attenzione nel cercare di bloccare o rimuovere la betamiloide; anche se ulteriori indagini potrebbero far luce su come prevenire la sovrapproduzione di questa proteina come strategia contro la malattia di cui sopra. A tal proposito la stessa Heather A. Ferris ha, infine, concluso spiegando: "Se possiamo trovare strategie per impedire agli astrociti di produrre troppo colesterolo, potremmo avere un impatto reale sullo sviluppo del morbo di Alzheimer. Una volta che le persone iniziano ad avere problemi di memoria a causa dell'Alzheimer, innumerevoli neuroni sono già morti. Speriamo che prendere di mira il colesterolo possa impedire che quella morte si verifichi in primo luogo".
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