Individuato un legame tra il grasso nell'intestino e la Malattia di Crhon.


Poco più di un mese fa uno studio condotto da un team di ricercatori dell'Università di Limerick e pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha messo in evidenza un legame diretto tra il tessuto adiposo e la Malattia di Crohn: ciò ha suggerito per la prima volta che tale patologia, (ossia una condizione infiammatoria dell'intestino, che colpisce migliaia di persone ogni anno a livello mondiale), può in effetti essere dovuta alla presenza di grasso nell'intestino; il che, secondo gli esperti, rappresenta "un eccitante punto di partenza". In pratica per giungere a queste conclusioni gli scienziati, (tra le altre cose), hanno analizzato la composizione corporea di pazienti affetti dalla Malattia di Crohn utilizzando particolari apparecchiature ospitate nel sopracitato ateneo irlandese ed hanno collaborato con degli specialisti di gastroenterologia e chirurgia. Al riguardo Colum Dunne, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha spiegato: "Le persone colpite dalla Malattia di Crohn incorporano il grasso nel loro corpo in un modo che è diverso dalle persone che ce l'hanno, e sembrano depositare il grasso preferibilmente sulle parti inferiori del loro corpo piuttosto che sull'addome. Nel nostro studio è stato evidente che, (nelle zone addominali dove si trova l'intestino), le ulcere o le lesioni e l'infiammazione legate alla Malattia di Crohn risultano essere associate a maggiori depositi di grasso. Più semplicemente, in quella parte del corpo che ha relativamente meno grasso complessivo, la malattia si mostra come legata al tessuto adiposo che circonda l'intestino". Ed ha poi proseguito aggiungendo: "I nostri esami si sono concentrati sulla malattia intestinale utilizzando approcci innovativi che risultano dall'intuizione e dalle diverse prospettive dei ricercatori dell'Università di Limerick e dell'Ospedale Universitario di Limerick. Abbiamo riunito la nostra nuova conoscenza emergente sull'anatomia intestinale, i segnali biochimici e la competenza dell'Università di Limerick nell'analisi della composizione corporea. Quell'analisi è più spesso usata nello studio degli atleti o nell'osservazione dei cambiamenti nel corpo quando invecchiamo. Abbiamo trovato la prova che la Malattia di Crohn, (ed i casi dove si manifesta un'infiammazione all'intestino), è direttamente collegata al tessuto grasso in quelle aree. Abbiamo anche scoperto che i pazienti con la Malattia di Crohn sembrano ammassare il grasso nel loro corpo in un modo che non è lo stesso delle persone che non hanno questa malattia". Ad ogni modo quest'ultimo lavoro ha seguito quelli precedenti relativi alla microbiologia mesenterica e di rilevamento di biomarcatori ematici condotti dal medesiomo gruppo di studiosi nel corso degli ultimi anni: così come si è basato anche su un'indagine innovativa che ha portato alla riclassificazione come nuovo organo di una parte dell'apparato digerente umano nota come mesentere. A tal proposito lo stesso Colum Dunne ha, infine, concluso dichiarando: "La nostra ultima ricerca è un esempio pratico di impatto nella cura clinica del mondo reale. C'è molto da fare in questo settore all'Università di Limerick. La nostra ricerca beneficia della capacità di guardare ai problemi clinici come parte di team interdisciplinari. Per esempio, il nostro approccio nell'esplorazione delle malattie infiammatorie intestinali ha portato allo sviluppo di un nuovo test diagnostico che differenzia la Malattia di Crohn dalla colite ulcerosa sulla base di biomarcatori nel sangue, e può consentire il monitoraggio del trattamento senza bisogno dell'endoscopia. Questo tipo di innovazione si basa su membri del team che contribuiscono con competenze diverse, che vanno dall'analisi di laboratorio agli specialisti clinici di prima linea. La stretta relazione tra l'Università e gli ospedali di Limerick incoraggia questo modo di lavorare".

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