Secondo una nuova indagine, il "solido" nucleo interno della Terra conterrebbe in realtà sia ferro indurito che fuso.


Come già risaputo, circa 5.150 km sotto la superficie della Terra si trova il nucleo interno, (ossia una massa a forma di palla di ferro che è responsabile del campo magnetico terrestre), e, sebbene nei lontati anni '50 la comunità scientifica avesse suggerito che questo nucleo fosse solido, (in contrasto con la regione di metallo liquido che lo circonda), recentemente alcuni ricercatori dell'Hawaii Institute of Geophysics and Planetology e del Center for Earth Information Science and Technology, per mezzo di uno studio pubblicato sulla rivista Physics of the Earth and Planetary Interiors, hanno stabilito che il nucleo interno "solido" della Terra è in realtà dotato di una gamma di strutture liquide, morbide e dure che variano lungo gli oltre 240 km superiori del medesimo nucleo. In pratica finora per ovvie ragioni nessun uomo o macchina è stato mai in grado di raggiungere queste regione: la profondità, la pressione e la temperatura, infatti, rendono l'interno del pianeta del tutto inaccessibile. Per questo motivo il quale adesso nel corso di questo nuovo lavoro gli scienziati hanno deciso di affidarsi all'unico mezzo disponibile per sondare la Terra più interna: le onde sismiche. Al riguardo Rhett Butler, uno dei principali autori della suddetta ricerca, ha affermato: "Illuminata dai terremoti nella crosta e nel mantello superiore, e monitorata dagli osservatori sismici sulla superficie terrestre, la sismologia offre l'unico modo diretto per indagare il nucleo interno ed i suoi processi". In sostanza quando le onde sismiche si muovono attraverso i vari strati del pianeta, la loro velocità cambia e possono riflettere o rifrangere a seconda dei minerali, della temperatura e della densità di quello strato: per dedurre le caratteristiche del nucleo interno gli studiosi si sono, infatti, serviti dei dati provenienti dai sismometri posizionati direttamente opposti ai luogo in cui si è generato un terremoto. Tra l'altro usufruendo del supercomputer giapponese Earth Simulator, i ricercatori hanno valutato cinque accoppiamenti per coprire ampiamente la regione del nucleo interno: Tonga-Algeria, Indonesia-Brasile, ed altri tre tra Cile-Cina. In merto a ciò lo stesso Rhett Butler ha proseguito spiegando: "In netto contrasto con le leghe di ferro omogenee e morbide considerate in tutti i modelli terrestri del nucleo interno dagli anni '70, i nostri modelli suggeriscono che ci sono regioni adiacenti di leghe di ferro dure, morbide e liquide o mollicce nei primi 241 km del nucleo interno. Questo pone nuovi vincoli sulla composizione, la storia termica e l'evoluzione della Terra". Insomma, secondo gli esperti, lo studio del nucleo interno e la scoperta della sua struttura eterogenea forniscono nuove importanti informazioni sulle dinamiche al confine tra il nucleo interno e quello esterno, che hanno un impatto sulla generazione del campo magnetico terrestre. A tal proposito Rhett Butler ha concluso dichiarando: "La conoscenza di questa condizione di confine dalla sismologia può consentire modelli migliori e predittivi del campo geomagnetico che protegge la vita sul nostro pianeta". Comunque sia ora gli scienziati hanno in programma di modellare la struttura del nucleo interno in modo più dettagliato utilizzando l'Earth Simulator ed, infine, confrontare come tale struttura si confronta con varie caratteristiche del campo geomagnetico della Terra.

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