Osservato come fanno le cellule tumorali a rimanere dormienti per anni prima della comparsa di metastasi.


Il mese scorso uno studio pubblicato sulla rivista Nature Cancer da parte di alcuni ricercatori dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai, (in collaborazione con il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, l'Università dell'Illinois a Chicago, la Johns Hopkins University e l'Albert Einstein College of Medicine), è finalmente riuscito a risolvere uno dei più grande mistero riguardante la ricerca sul cancro, vale a dire come fanno le cellule tumorali a rimanere dormienti per anni dopo aver lasciato un tumore e viaggiare in altre parti del corpo, prima di risvegliarsi e dare il via al processo di metastasi. In pratica, stando a quanto emerso dai risultati, queste cellule rimangono tranquille secernendo un tipo di collagene, (chiamato collagene di tipo III), nell'ambiente che le circonda, e diventano maligne solo quando il livello di tale collagene si abbassa: gli scienziati hanno anche scoperto che arricchire l'ambiente intorno alle cellule cancerose con questa tipologia di collagene, potrebbe costringerle a rimanere in uno stato dormiente e prevenire così la recidiva del tumore. Al riguardo Jose Javier Bravo-Cordero, uno dei principali autori del suddetto lavoro, ha spiegato: "I nostri risultati hanno potenziali implicazioni cliniche e possono portare ad un nuovo biomarcatore per prevedere le recidive tumorali, così come un intervento terapeutico per ridurre le recidive locali ed a distanza. Man mano che la biologia della dormienza tumorale viene scoperta e vengono sviluppati nuovi farmaci specifici, una combinazione di trattamenti che inducono la dormienza con terapie che mirano specificamente alle cellule dormienti potrà in definitiva prevenire le recidive locali e le metastasi ed aprire la strada alla remissione del cancro". In sostanza, come già risaputo, la maggior parte dei decessi per cancro sono dovuti proprio alle metastasi, le possono verificarsi addirittura diversi anni dopo la rimozione di un tumore: le analisi precedenti avevano osservato in che modo le cellule tumorali disperse escono dallo stato di dormienza, ma questa nuova indagine ha mostrato come fanno le cellule a rimanere dormienti. Insomma, per farla breve, nel corso dei loro esperimenti gli studiosi hanno utilizzato tecniche di imaging ad alta risoluzione, tra cui la microscopia intravitale a due fotoni, (ossia una tecnologia che permette la visualizzazione di cellule dormienti nel loro ambiente in tempo reale in un animale vivo), la quale ha permesso loro di seguire le cellule tumorali dormienti in modelli murini che utilizzano linee cellulari di cancro al seno e quello alla testa e del collo: grazie all'impiego di tale tecnologia è stato possibile visualizzare i cambiamenti nell'architettura della matrice extracellulare quando le cellule tumorali sono diventate dormienti ed in che modo essa è cambiata quando queste cellule si sono svegliate. Inoltre, come già anticipato, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che nei campioni di alcuni pazienti l'abbondanza del collagene di cui sopra potrebbe essere usata come una misura potenziale per prevedere la recidiva del tumore e le metastasi; mentre quando gli scienziati hanno aumentato nei sopracitati topi di laboratorio la quantità di collagene di tipo III intorno alle cellule tumorali che avevano lasciato un tumore, hanno visto che la progressione del cancro veniva interrotta e le cellule diffuse erano costrette in uno stato dormiente. Comunque sia in maniera simile al trattamento delle ferite dove le impalcature di collagene sono state proposte come alternativa terapeutica per le lesioni complesse della pelle, questo nuovo studio ha, infine, suggerito che tramite l'utilizzo di strategie che mirano ad arricchire il micro-ambiente tumorale del tipo di collagene in questione, le metastasi possono essere impedite attivando la dormienza delle cellule tumorali.

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