Risolto il mistero dietro la formazione di strutture di ghiaccio sulla superficie di Plutone.


Un paio di mesi fa alcuni ricercatori  dell'Università di Exeter, dell'Università di Lione e dell'Università di Angers, attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Nature, hanno avanzato una nuova affascinante intuizione su come si possa essere formato il paesaggio di Plutone, mostrando in che modo vaste forme di ghiaccio siano state modellate nella Sputnik Planitia: si tratta di una delle più grandi strutture geologiche del pianeta nano, la cui caratteristica forse più sorprendente riguarda il fatto che è un cratere da impatto costituito da una pianura luminosa, (leggermente più grande della Francia), riempita di ghiaccio di azoto. In pratica nel corso della suddetta loro nuova ricerca gli scienziati hanno utilizzato sofisticate tecniche di modellazione per dimostrare che queste forme di ghiaccio, (di forma poligonale), si sono formate dalla sublimazione del ghiaccio, vale a dire un fenomeno in cui il ghiaccio solido è in grado di trasformarsi in gassoso senza prima passare da uno stato liquido. Inoltre gli studiosi hanno anche mostrato che tale sublimazione del ghiaccio di azoto ha alimentato la convezione nello strato di ghiaccio della Sputnik Planitia, raffreddando di fatto la sua superficie. Al riguardo Adrien Morison, uno dei principali autori del lavoro di cui sopra, ha spiegato: "Quando la sonda spaziale New Horizon ha eseguito l'unico, (fino ad oggi), fly-by di Plutone nel 2015, i dati raccolti sono stati sufficienti a cambiare drasticamente la nostra comprensione di questo mondo remoto. In particolare ha mostrato che Plutone è ancora geologicamente attivo nonostante sia lontano molto dal Sole ed abbia limitate fonti di energia interne. Questo anche nella Sputnik Planitia, dove le condizioni della superficie permettono all'azoto gassoso della sua atmosfera di coesistere con l'azoto solido. Sappiamo che la superficie del ghiaccio presenta notevoli caratteristiche poligonali, (formate dalla convezione termica nel ghiaccio di azoto), che organizza e rinnova costantemente lo strato del ghiaccio. Tuttavia sono rimaste delle domande su come questo processo possa avvenire". Per questo motivo durante le loro analisi i ricercatori hanno condotto una serie di simulazioni numeriche che hanno dimostrato che il raffreddamento da sublimazione è in grado di alimentare la convezione in un modo che è coerente con numerosi dati provenienti da New Horizons: comprese le dimensioni dei poligoni, l'ampiezza della topografia e le velocità della superficie. Per di più è risultato essere coerente pure con la scala temporale in cui i modelli climatici prevedono la sublimazione della Sputnik Planitia, (ovvero a partire da circa 1-2 milioni di anni fa); mentre i dati ottenuti hanno mostrato che le dinamiche di questo strato di ghiaccio di azoto fanno eco a quelle trovate negli oceani della Terra, poiché sono guidate dal clima. Ad ogni modo, secondo gli esperti, tale dinamica di strato solido alimentata dal clima potrebbe, infine, verificarsi anche sulla superficie di altri corpi planetari, (come, ad esempio, Tritone, una delle lune di Nettuno; oppure Eris e Makemake entrambi pianeti nani situati nella Fascia di Kuiper).

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