Beh certo se l'enorme colosso Google fosse vittima delle sue stesse rigorose regole sarebbe un'importante violazione che gli esperti di marketing di tutto il mondo farebbero di tutto per rinfacciarglielo non appena se ne presenterebbe l'occasione. Ed, infatti, pare che recentemente Google abbia violato le proprie regole che riguardano la pubblicità, effettuando una campagna promozionale per il suo web browser "Google Chrome". A quanto pare l'azienda avrebbe pagato numerosi blogger per scrivere articoli promozionali con link per scaricare il suddetto software che viene già utilizzato da milioni di utenti. Ed effettivamente i fatti parlano chiaro, e cioè che sono già centinaia gli annunci di vari blog che riportano la dicitura "sponsored by Google Chrome". Inoltre alcuni di questi blog parlano di come Google Chrome sia in grado di aiutare le piccole imprese, altri invece si dilungano scrivendo paragrafi e paragrafi nei quali parlano di come sia possibbile risparmiare tempo e denaro, mentre altri ancora si limitano soltanto all'inserimento di poche frasi ad effetto accompagnate da qualche video promozionale. Ma in realtà su questi blog non viene fornito nessun dettaglio sulle caratteristiche del browser e non viene spiegato come l'uso di questo software sia in grado di avvantaggiare gli utenti rispetto all'uso di altre soluzioni della concorrenza. In particolare le policy di Google prevedono regole ferme e chiare sui cosiddetti "Paid links" i quali hanno come conseguenza la penalizzazione di Google Chrome sul motore di ricerca dei vari siti affiliati, (e quindi dei suoi stessi partner), dimostrando in questo modo che le regole valgono per tutti. Oltretutto come ha fatto notare da Danny Sullivan sul sito internet Search Engine Land: "Gli articoli contengono un link a Google Chrome privo di "nofollow", il che si configura come un link a pagamento. In aggiunta questi annunci vanno a posizionarsi ai vertici dei risultati su Google relativi alle query di potenziali utenti in cerca dei benefici di Chrome per le aziende rispetto ad altri browser". In pratica così facendo le pagine contenenti materiale duplicato risultano ai vertici della classifica, contaminando in questo modo la benevolenza dei risultati con materiale di scarso valore e link sponsorizzati. Tuttavia, come era prevedibile, Google ha preso una posizione chiara spiegando di non aver mai autorizzato una campagna di questo tipo, dissociandosi da tutto ciò, riconfermando così il proprio credo nelle policy finora adottate, scrivendo: "Google non ha mai preso accordi per nulla di diversi da pubblicità online vera e propria. Abbiamo sempre evitato le sponsorizzazioni, ivi inclusa la pratica di pagare i blogger per promuovere i nostri prodotti, perché si tratta di promozioni non trasparenti e che non fanno gli interessi dell'utente. Stiamo valutando i cambiamenti che sarà necessario apportare per assicurarci che non succeda mai più". E dunque attualmente sono in corso degli accertamenti per riuscire a capire come e soprattutto perché la cosa si sia sviluppata in questo modo e quindi successivamente attribuirne le dovute responsabilità.
Beh certo se l'enorme colosso Google fosse vittima delle sue stesse rigorose regole sarebbe un'importante violazione che gli esperti di marketing di tutto il mondo farebbero di tutto per rinfacciarglielo non appena se ne presenterebbe l'occasione. Ed, infatti, pare che recentemente Google abbia violato le proprie regole che riguardano la pubblicità, effettuando una campagna promozionale per il suo web browser "Google Chrome". A quanto pare l'azienda avrebbe pagato numerosi blogger per scrivere articoli promozionali con link per scaricare il suddetto software che viene già utilizzato da milioni di utenti. Ed effettivamente i fatti parlano chiaro, e cioè che sono già centinaia gli annunci di vari blog che riportano la dicitura "sponsored by Google Chrome". Inoltre alcuni di questi blog parlano di come Google Chrome sia in grado di aiutare le piccole imprese, altri invece si dilungano scrivendo paragrafi e paragrafi nei quali parlano di come sia possibbile risparmiare tempo e denaro, mentre altri ancora si limitano soltanto all'inserimento di poche frasi ad effetto accompagnate da qualche video promozionale. Ma in realtà su questi blog non viene fornito nessun dettaglio sulle caratteristiche del browser e non viene spiegato come l'uso di questo software sia in grado di avvantaggiare gli utenti rispetto all'uso di altre soluzioni della concorrenza. In particolare le policy di Google prevedono regole ferme e chiare sui cosiddetti "Paid links" i quali hanno come conseguenza la penalizzazione di Google Chrome sul motore di ricerca dei vari siti affiliati, (e quindi dei suoi stessi partner), dimostrando in questo modo che le regole valgono per tutti. Oltretutto come ha fatto notare da Danny Sullivan sul sito internet Search Engine Land: "Gli articoli contengono un link a Google Chrome privo di "nofollow", il che si configura come un link a pagamento. In aggiunta questi annunci vanno a posizionarsi ai vertici dei risultati su Google relativi alle query di potenziali utenti in cerca dei benefici di Chrome per le aziende rispetto ad altri browser". In pratica così facendo le pagine contenenti materiale duplicato risultano ai vertici della classifica, contaminando in questo modo la benevolenza dei risultati con materiale di scarso valore e link sponsorizzati. Tuttavia, come era prevedibile, Google ha preso una posizione chiara spiegando di non aver mai autorizzato una campagna di questo tipo, dissociandosi da tutto ciò, riconfermando così il proprio credo nelle policy finora adottate, scrivendo: "Google non ha mai preso accordi per nulla di diversi da pubblicità online vera e propria. Abbiamo sempre evitato le sponsorizzazioni, ivi inclusa la pratica di pagare i blogger per promuovere i nostri prodotti, perché si tratta di promozioni non trasparenti e che non fanno gli interessi dell'utente. Stiamo valutando i cambiamenti che sarà necessario apportare per assicurarci che non succeda mai più". E dunque attualmente sono in corso degli accertamenti per riuscire a capire come e soprattutto perché la cosa si sia sviluppata in questo modo e quindi successivamente attribuirne le dovute responsabilità.
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