Alcuni ricercatori statunitensi hanno decodificato il "suono" dei pensieri nel cervello.


Un recente studio ha dimostrato che, registrando le onde cerebrali, è possibile ascoltare le "voci" che un individuo contiene nella propria mente che però non dice, insomma per farla breve è possibile sentire i pensieri di una persona. Infatti recentemente un gruppo di ricercatori è stato in grado di decodificare la ''lingua interiore'' di una persona, vale a dire quelle onde cerebrali che sono collegate a determinate parole. Il suddetto studio è stato condotto da Jack Gallant, professore e ricercatore della University of California, (Berkeley), ed in seguito pubblicato sulla rivista PLoS Biology. Praticamente, durante questo studio, il team di scienziati hanno associato i differenti suoni riguardanti un discorso vero alle onde cerebrali determinate nel cervello dell'ascoltatore del anzicitato discorso. Dunque successivamente ogni singola parola è stata associata ad un numero ben preciso di onde cerebrali, così facendo i ricercatori sono riusciti ad ottenere la capacità di prevedere quello che un individuo percepisce misurando unicamente le onde che vengono prodotte nel suo cervello durante l'ascolto. Oltretutto, secondo gli esperti, sono presenti svariate prove sul fatto che ascoltare il suono di una parola oppure immaginare quello stesso suono, (vale a dire pronunciando mentalmente quella parola però senza aprir bocca), sono azioni che attivano le stesse aree nel nostro cervello e soprattutto nel lobo temporale. Dunque, sempre secondo i ricercatori, è chiaro che, se si riesce a decodificare l'informazione neurale delle parole ascoltate, è possibile in questo modo ottenere anche l'informazione neurale delle parole che però sono solo pensate. Quindi molto probabilmente, con l'ausilio di un computer che sia in grado di leggere le onde cerebrali di un paziente che per qualche motivo non riesce a parlare, (come ad esempio, i malati di sclerosi oppure con dei traumi del midollo spinale ed anche i pazienti in coma), ed un sintetizzatore vocale, potrebbe essere possibile tradurre in suoni, (oppure anche semplicemente in parole scritte), quello che il paziente sta immaginando di dire oppure ciò che sta tentando di dire. In aggiunta gli esperti hanno registrato le onde neurali prodotte in risposta all'ascolto di una conversazione di 10 minuti nel cervello di 15 pazienti volontari affetti da epilessia sottoposti ad intervento chirurgico mentre ascoltavano frasi e parole da diversi ripetitori. Successivamente i ricercatori della University of California hanno accoppiato in modo casuale le singole parole ad un determinato modello sviluppato al computer, (chiamato anche pattern), di onde neurali prodotte al loro ascolto. In questo modo hanno potuto scrivere una lingua cerebrale dei pensieri e quindi, quando ai pazienti è stato chiesto di pensare ad una parola, gli scienziati avevano il codice per decifrarla. Infine gli scienziati pensano che una parola udita produca nel cervello le medesime onde di una parola pensata, quindi questo esperimento potrebbe in un futuro non troppo lontano dar voce alle persone che per varie malattie non sono in grado di comunicare.

Commenti