Tra il 5 ed il 6 Giugno Venere passerà per l'ultima volta in questo secolo davanti al Sole; La prossima volta nel 2117.



Tra meno di una settimana, più precisamente all'alba di Mercoledì 6 Giugno, si potrà assistere ad un evento molto raro, infatti, sarà visibile anche dall'Italia l'ultimo transito in questo secolo di Venere davanti al Sole. Comunque per osservare il piccolo disco che sarà disegnato dal suddetto pianeta sulla superficie della nostra stella si potrà utilizzare un classico vetro annerito con il fumo di un candela; mentre qualunque altro schermo, compresi gli occhiali da sole, non saranno sufficienti, oltre al fatto che si potrebbero verificare danni permanenti alla vista. Inoltre questo raro fenomeno prende il nome di "Transito di Venere" e si verifica soltanto quando il pianeta passa direttamente tra il Sole e la Terra. E dal momento che il piano orbitale di Venere non è esattamente allineato con quello della Terra, questi transiti si verificano alquanto raramente, vale a dire 2 volte nell'arco di 8 anni, ma separati da più di un secolo di distanza. Difatti l'ultimo transito risale al mese di Giugno del 2004, e non se ne verificheranno altri almeno fino al 2117. E dunque si tratterà di un evento raro che l'Agenzia Spaziale Europea osserverà da un punto particolare, vale a dire dall'isola artica di Spitsbergen, dove in questo periodo il Sole non tramonta mai e quindi permetterà seguire il transito dall'inizio alla fine. Per di più attualmente nella suddetta isola è in corso una riunione del "Venus Express team", ovvero il gruppo di scienziati che controllano l'omonima missione attualmente in corso della sonda lanciata il 9 Novembre 2005 con lo scopo di esplorare il pianeta Venere. Oltretutto i transiti di Venere e Mercurio, cioè i pianeti più vicini al nostro Sole, sono sempre stati delle grandi occasioni per fare importanti scoperte astronomiche. Tuttavia questa volta le moderne tecnologie permetteranno di effettuare un esperimento fondamentale per la ricerca di nuovi pianeti esterni al Sistema Solare che potrebbero ospitare forme di vita. Infatti durante quest'ultimo transito il telescopio spaziale Hubble sarà rivolto verso la Luna e fotograferà sulla sua superficie l'alone grigiastro che circonderà la proiezione di Venere; in sostanza si tratta dell'atmosfera di Venere che viene attraversata dai raggi solari. La cui composizione è già stata resa nota grazie ai dati inviati dalle sonde spaziali. Dunque confrontando gli anzicitati dati certi con quelli che Hubble fornirà, sarà possibile verificare se le osservazioni con il telescopio spaziale sono affidabili e possono essere utilizzate per determinare la composizione chimica delle atmosfere dei cosiddetti pianeti extrasolari in modo da capire se su quel pianeta si possa sviluppare la vita. In ogni caso i passaggi della "stella del mattino", ovvero il nome con il quale è anche conosciuto il pianeta Venere, risultano di grande significato scientifico perché fra l'altro hanno dato agli astronomi un'opportunità per misurare le dimensioni del Sistema Solare. In pratica il calcolo si è basato sul tempo impiegato da Venere ad attraversare il disco solare rilevato da differenti posizioni sulla Terra e successivamente sono state applicate delle formule di semplice trigonometria. Inoltre durante il transito del 1761 per la prima volta fu notato l'alone intorno al bordo del profilo del pianeta, grazie al quale è stato possibile rivelare la presenza di una atmosfera. Però solo da pochi anni, grazie alle sonde spaziali che l'hanno visitata, è stato possibile venire a conoscenza del fatto che Venere è caratterizzato da una atmosfera inospitale, densa di anidride carbonica ed azoto e con nuvole composte da acido solforico. Comunque, come già spiegato in precedenza, ai giorni d'oggi i transiti dei pianeti davanti ad una stella rappresentano un prezioso strumento per individuare e analizzare pianeti orbitanti attorno a stelle diverse dal Sole; pianeti che gli astronomi chiamano, appunto, extrasolari. Difatti quando un pianeta passa davanti ad una stella, riduce la quantità di luce che arriva alla Terra, svelando così la sua esistenza e dando informazioni sulle sue caratteristiche. In questo modo il telescopio spaziale europeo lanciato durante la missione COROT è stato in grado di scoprire più di 20 pianeti extrasolari. Oltretutto, analizzando i contorni dell'ombra del pianeta si può scoprire se quest'ultimo possiede un'atmosfera e se questa contiene acqua, metano ed altri precursori della vita. Per di più in questi giorni è stata diffusa una nuova teoria secondo la quale l'ormai prossimo allineamento di Venere tra il Sole e la Terra coinciderebbe con la tanto temuta fine del mondo. Infatti, secondo l'interpretazione dell'archeologa Maria Longheraes posta alla conferenza bolognese "Kon Tiki, Rassegna del Documentario di Archeologia e di Viaggi", il suddetto passaggio di Venere davanti il disco solare coinciderebbe con la vera fine del ciclo astrale che i Maya hanno predetto. Secondo i quali, il passaggio di questo pianeta non portava nulla di buono, poiché, identificato con la dea Venere, il suo mito astrale sarebbe legato a sventure e catastrofi, non per forza geologiche ma anche di natura umana come le guerre. Insomma questo fenomeno non è un buon presagio, almeno secondo quanto sostenuto dai sacerdoti dell'epoca precolombiana. Naturalmente le smentite non sono mancate, ma in questo caos di date ed interpretazioni risulta difficile dare una chiave di lettura unica. Fatto sta che il "disco nero" che Venere disegnerà davanti al Sole sarà visibile nel suo intero percorso solamente dall'Oceano Pacifico occidentale, dall'Asia orientale, dall'Australia orientale e dalle alte latitudini settentrionali. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il transito inizierà nel pomeriggio del prossimo 5 Giugno; mentre dall'Europa, Italia compresa, l'evento sarà visibile nella sua fase finale, appunto, nell'alba del prossimo 6 Giugno.

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