Twitter: Il misterioso caso degli account hackerati e la difesa di Occupy Wall Street.


Ieri, Martedì 8 Maggio 2012, alcuni hacker informatici, che a quanto pare hanno affermato di far parte della famosa legione Anonymous, hanno hackerato ben cinquantacinquemila account Twitter, (il famosa Social Network dai 140 caratteri), e successivamente hanno reso pubblico sul sito Pastebin un elenco di cinque pagine, (1, 2, 3, 4, 5), nelle quali figurano i nomi degli utenti ed i relativi dati. Tuttavia i punti di questo attacco da chiarire sono ancora molti. Infatti gli amministratori del Social Network dai 140 caratteri hanno immediatamente invitato gli utenti, che si presumeva fossero stati colpiti dall'azione di hacker, ha reimpostare la propria password e contestualmente hanno avviato un'indagine più approfondita per capire cosa fosse accaduto. Indagine dalla quale sono emersi alcuni particolari che hanno allontanato l'ipotesi di un attacco hacker vero e proprio. Infatti, sempre a detta dell'amministrazione di Twitter, gli account resi pubblici sarebbero in realtà spam ed altri profili duplicati, (ed anche se non ben specificato, il termine "duplicati" potrebbe voler significare alcuni profili creati con nickname simile all'originale), già sospesi in precedenza. A confermarlo è stato un recente articolo del New York Times, nel quale si può, appunto, leggere: "Dopo uno sguardo più attento circa la metà di questi account erano duplicati e la larga maggioranza era già stata sospesa in passato". E l'articolo prosegue spiegando: "Secondo Twitter, questi account sono stati hackerati e pubblicati online, ma più di 20 mila di essi sono username duplicati. Molti degli account hanno username accurati ma password sbagliate". Oltretutto sempre nell'articolo del New York Times è stato ipotizzato: "Il fatto che la maggior parte degli account contenuti nella lista resa pubblica siano relativi a profili spam già sospesi da Twitter, potrebbe far pensare che la finta, o maldestra, azione di hackeraggio sia in realtà una rappresaglia proprio per la cancellazione di questi profili". E dunque questo attacco si va a tingere di "giallo". Inoltre c'è chi ha insinuato che si è trattata di un'operazione "fotocopia", già effettuata in passato dagli hacktivisti e rimessa in rete da qualcuno che se ne vuole prendere il merito. Tuttavia stando a quanto è stato riportato sul sito Mashable: "L'attacco sarebbe un avviso agli altri milioni di utenti Twitter che potrebbero essere hackerati in ogni momento". E quindi risulta difficile capire se si è trattato di un errore dei cyber-attivisti, di un'azione solitaria, oppure di un attacco "fotocopia". La cosa certa è che violare un profilo Twitter, e non solo, per diffonderne le informazioni riservate è possibile e può essere fatto anche su larga scala. In ogni caso Carolyn Penner, una portavoce di Twitter, ha fatto sapere che la società ha preso molto sul serio la questione, scrivendo in una e-mail: "Attualmente stiamo esaminando la situazione. Nel frattempo abbiamo imposto un "password reset", (ovvero un cambiamento della password), agli account che potrebbero essere stati coinvolti nell'attacco. Comunque a coloro che sono preoccupati che il loro account sia stato compromesso, suggeriamo di resettare la password, e non solo, attraverso il nostro Centro assistenza". Per di più questa vicenda ha seguito solo di poche ore un'altra notizia che ha visto come protagonista sempre il Social Network dai 140 caratteri; infatti Twitter, attraverso un'istanza al tribunale dello Stato di New York, si è opposto ad un ordine con cui i giudici hanno richiesto alla società di fornire informazioni sull'account di uno degli iscritti. Nello specifico si tratta di Malcolm Harris, (meglio noto online con l'account Twitter "@destructuremal"), un appartenente al movimento Occupy Wall Street, arrestato lo scorso Ottobre ed attualmente sotto processo per aver compiuto azioni non concesse durante una delle tante manifestazioni, vale a dire per aver marciato sulle strade del Ponte di Brooklyn. Inoltre, come già accaduto in passato, spesso i vari Social Network forniscono le informazioni alla polizia prima che gli utenti vengano avvisati. Però in questo caso Twitter oltre ad opporsi alla richiesta, affermando che le conversazioni di Malcolm Harris sul Social Network sono comunque di sua proprietà e non della società, ha avvertito preventivamente l'interessato dandogli modo di decidere la propria difesa.

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