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L'ESO da' il via libera alla costruzione dell'E-ELT, il più grande telescopio del mondo.
Di recente, dopo che lo studio di fattibilità per un telescopio dal diametro di 100 metri, noto come Overwhelmingly Large Telescope, ha avuto esito negativo, in quanto sarebbe stato troppo complesso e sarebbe costato circa 1,5 miliardi di euro, è stato deciso che il più grande telescopio ottico a 5 specchi del mondo, del diametro di circa 40 metri, sarà finalmente costruito sulle montagne cilene grazie alla collaborazione dell'ESO, (acronimo di European Southern Observatory), ovvero l'organizzazione europea degli astronomi. Infatti in questi giorni il Consiglio dell'ESO riunito a Garching, (Germania), ha dato il via libera alla sua costruzione che dovrebbe costare circa 800 milioni di euro, anche se però ancora manca una parte del finanziamento necessario, (vale a dire 1,083 milioni di euro), che dovrebbe essere garantito dai Paesi membri della suddetta organizzazione. Inoltre questo progetto, conosciuto anche la sigla E-ELT, (ovvero European Extremely Large Telescope), è coltivato da molto tempo e garantirà agli scienziati europei la disponibilità di uno strumento capace di rivoluzionare la scienza celeste. Difatti quando costruirono il grande telescopio Hale del Monte Palomar
gli scienziati americani diventarono per molto tempo i dominatori dell'astronomia poiché, com'è giusto che sia, le scoperte scientifiche dipendono soprattutto dai mezzi che vengono impiegati. Anche se ai giorni d'oggi le osservazioni celesti vengono effettuate con diversi apparati e su numerosi campi per cui alcune ricerche possono essere condotte soltanto dallo spazio, però possedere un telescopio di circa 40 metri di diametro e costituito da differenti elementi uniti assieme in alcuni casi potrebbe rendere possibile sfidare perfino gli sguardi cosmici grazie alla sua attrezzatura tecnologica. Al riguardo Roberto Gilmozzi, project scientist del progetto, ha spiegato: "Potrà cambiare tutta la nostra visione dell'universo". Oltretutto il telescopio E-ELT aiuterà in maniera decisiva la ricerca di un pianeta gemello della Terra, l'identificazione dei primi oggetti dell'universo, lo studio dei buchi neri più massivi ed anche la soluzione degli enigmi più grandi del cosmo, cioè materia ed energia oscura. Per quanto riguarda l'Italia, Giovanni Bignami, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, (INAF), ha spiegato: "L'Italia è totalmente favorevole al progetto, ma
per poterlo finanziare deve ancora aggiustare la propria allocazione finanziaria, cosa che avverrà nel corso di quest'anno. Il contributo economico italiano all'E-ELT si attesterà sui 4 milioni di euro all'anno per i prossimi dieci anni". Comunque l'E-ELT, (il cui diametro effettivo è di 39,3 metri), dovrebbe entrare in funzione all'inizio del 2017 nella località di Cerro Armazones, (come stabilito il 26 Aprile 2010), a 3.060 metri d'altezza, vicino all'osservatorio del Paranal, che appartiene anch'esso all'ESO. Per di più questa grande impresa, che dovrebbe essere definitivamente ratificata entro la fine del 2012 con la sottoscrizione economica dei Paesi che hanno già aderito, adesso è entrata nel vivo della competizione con il corrente americano attualmente in costruzione, vale a dire il TMT, (acronimo di Thirty Meter Telescope). Tuttavia il progetto USA condiviso da Canada, Giappone ed anche dalla Cina come Paese osservatore, possiede un diametro inferiore; cosa che però, secondo quanto sostenuto, infine, dagli astronomi americani, non è un handicap per raggiungere i risultati sperati.
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