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Scoperto che l'aspirina ed il clopidogrel potrebbero essere usati anche per prevenire il tumore al fegato.
Alcuni mesi fa alcuni ricercatori
del Peter MacCullum Cancer Center di Melbourne avevano scoperto l'efficacia dell'aspirina nel bloccare la diffusione del cancro impedendogli di nutrirsi. Adesso è stato scoperto che l'aspirina a basso dosaggio è ingrado di prevenire anche la comparsa del tumore al fegato in chi è affetto da un'epatite virale cronica. Come di consueto per il momento è stata sperimentata soltanto sui topi da laboratorio, ma, essendo un "vecchio" farmaco, la sperimentazione sull'uomo dovrebbe essere avviata più velocemente del solito. Anche perché la pratica riguarderebbe circa 600 milioni di malati al mondo, vale a dire quelli che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, (nota anche con la sigla OMS), sono affetti da epatiti croniche B e C. In pratica si tratta di circa il 10% dell'intera popolazione mondiale. Ed in sette casi su dieci il cancro al fegato, (patologia che causa
circa un milione di morti all'anno)
, rappresenta la conseguenza più temibile dell'attività dei suddetti virus. E dunque riuscire a prevenirne l'insorgenza sarebbe davvero molto utile. Per fare ciò attualmente vengono utilizzati alcuni farmaci antivirali, creati appositamente per frenare l'infezione e le sue conseguenze, ma purtroppo in molti casi i pazienti non rispondono. E quindi la suddetta scoperta effettuata da un'équipe di ricercatori dell'Ospedale San Raffaele di Milano potrebbe rapidamente diventare la nuova strategia di prevenzione; oltretutto a basso costo. Infatti in tal proposito risulterebbero funzionare due classici farmaci antipiastrinici utilizzati a basso dosaggio, ovvero, appunto, l'aspirina ed il clopidogrel. In sostanza lo studio dell'Ospedale San Raffaele di Milano, in collaborazione con lo Scripps Research Institute di La Jolla in California, di recente è stato pubblicato sul Proceedings of the National Academy of Sciences, (noto anche con la sigla PNAS), ovvero una delle più importanti riviste scientifiche internazionali, con il titolo "Anti-platelet therapy prevents hepatocellular carcinoma and improves survival in a mouse model of chronic hepatitis B". Inoltre normalmente il sistema immunitario reagisce all'attacco dei virus dell'epatite B, (causata da un virus chiamato HBV), oppure di quella C, (causata dal virus HCV), combattendo l'infezione, causando però anche dei danni al fegato. Mentre durante il suddetto studio,
finanziato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, (conosciuta anche con l'acronimo AIRC), dal Ministero della Salute, dall'European Research Council, (noto anche con la sigla ERC), dalla Giovanni Armenise-Harvard Foundation e del National Institutes of Health, (conosciuto con l'acronimo NIH), degli Stati Uniti, è stato spiegato che questi virus non attaccano direttamente l'organo e le sue cellule, (che invece utilizzano per riprodursi); i veri danni sono causati da particolari cellule di difesa, (vale a dire i linfotici T citotossici), che normalmente circolano nel sangue con il compito di eliminare le cellule infettate. Per di più l'epatite diventa cronica quando l'attacco da parte degli anzicitati linfociti non riesce ad eliminare i virus, causando dei continui cicli di moderata malattia del fegato che con il trascorrere degli anni portano alla comparsa di gravi complicazioni come ad esempio, la cirrosi oppure, appunto, il tumore al fegato. Oltretutto, dopo aver scoperto che anche le piastrine partecipano attivamente ai processi di danneggiamento del fegato poiché attraggono i linfociti T citotossici favorendone l'accumulo, i ricercatori italiani hanno utilizzato alcuni topi da laboratorio affetti da epatite cronica B per valutare l'effetto nel tempo di farmaci antipiastrinici. In questo modo hanno constatato come la somministrazione di aspirina e clopidogrel a dosi basse non solo riduce l'accumulo di linfociti nel fegato e dunque la conseguente malattia da essi favorita, ma abbassa anche la percentuale di insorgenza del tumore; e, cosa fondamentale, senza provocare effetti secondari indesiderati. Al riguardo
Luca Guidotti, responsabile dell'Immunopatologia dell'Ospedale San Raffaele, ha, infine, spiegato: "Si tratta di un concetto del tutto innovativo che identifica le piastrine al centro di questa malattia molto complessa. Il fatto poi che l'aspirina ed il clopidogrel sono farmaci generici già approvati per il trattamento di disordini trombotici nell'uomo accelererà l'approvazione di studi clinici su pazienti cronicamente infetti da HBV oppure HCV".
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