A quanto pare la "divisa" non viene assegnata a coloro che risultano affetti dal virus dell'HIV. E questo accade anche se si decide di presentarsi per suonare nella banda musicale dell'Arma dei Carabinieri. Difatti ormai tutti i bandi del Ministero della Difesa chiedono ai candidati di presentare un test dell'HIV negativo, pena l'esclusione. In pratica la denuncia è arrivata in questi giorni dalla Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS, (conosciuta anche con l'acronimo LILA), e parla, appunto, di una grave forma di discriminazione nei confronti delle persone malate di HIV. Inoltre in un comunicato dell'Associazione Radicale Certi Diritti si può leggere: "Tutti i bandi del Ministero della Difesa chiedono esplicitamente ai candidati di presentare un test HIV negativo, in caso contrario subentra l'esclusione. Sia che si tratti di suonare nella Banda dell'Arma dei Carabinieri, sia che si tratti di tirare con l'arco in un centro agonistico della Marina Militare". Infatti è risaputo che chi si presenta per un concorso deve sottoporsi a una serie di controlli medici; ed oltre al test dell'HIV, è necessario quello per l'epatite B e C, un esame radiografico del torace ed un'ecografia pelvica. Ed in alcuni casi, come nel concorso per accedere al corso per allievi marescialli dell'Arma dei Carabinieri, alle donne viene richiesto anche un test di gravidanza, condizione considerata "un temporaneo impedimento a prestare servizio". E dunque in sostanza alle aspiranti donne in divisa conviene prima partorire e solo in seguito ripresentarsi all'esame. In ogni caso l'Associazione Radicale Certi Diritti ha inviato un esposto all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, (noto anche con la sigla UNAR), ed all'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori, (conosciuto anche con l'acronomo OSCAD), in cui ha segnalato: "Questa è un'evidentissima forma di discriminazione nei confronti delle persone con HIV". Oltretutto tra i bandi messi sotto accusa e segnalati dalla LILA c'è anche quello che riguarda i 248 posti disponibili per l'accesso ai licei annessi alle Scuole militari. Per di più la LILA ha accusato il Ministero della Difesa di aver opposto sempre ragioni che vanno contro il buonsenso, con l'evidenza scientifica e soprattutto con la legge. Infatti, secondo l'Associazione Radicale Certi Diritti, il tutto avviene in violazione della Legge 135/1990 e di altre norme sul mondo del lavoro, comprese quelle dell'ONU che escludono la possibilità di richiedere il test dell'HIV ai lavoratori ed aspiranti tali. Inoltre i responsabili della Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS hanno spiegato: "Il test dell'HIV viene richiesto anche ai sedicenni; e gli esempi sono moltissimi: una persona con l'HIV non è ammessa neanche se in salute, oltre che in ottima forma. Questo vale per chiunque e per tutte le mansioni, compreso suonare un'ottavino in una formazione musicale stabile oppure nuotare a rana". In pratica dalla suddetta associazione hanno spiegato: "Siamo intervenuti dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di persone che sono in buona salute ed in splendida forma, come lo sono oggi molte persone che convivono con l'HIV. Consapevoli non solo del proprio stato ma anche dei propri diritti, primo fra tutti quello alla non discriminazione". Ed, infine, la LILA ha concluso dichiarando: "Nel silenzio anche di questo Governo, da mesi è stata depositata in Parlamento un'interrogazione a firma radicale che chiede conto della richiesta del test dell'HIV nei bandi di assunzione e che finora non ha ricevuto alcuna risposta dall'attuale Ministro della Difesa, Giampaolo di Paola".
Commenti
Posta un commento