Da oggi riacquistare la vista in modo veloce, al meglio e con dei rischi minori dopo un trapianto di cornea, (conosciuta in ambito medico con il nome di cheratoplastica), sarà possibile grazie all'utilizzo del laser a femtosecondi, che di recente è arrivato con garanzie di successo ed affidabilità anche in Italia; considerato il primo Paese in Europa per quanto riguarda la donazioni di cornee, con circa 7.300 donatori nel 2011, (vale a dire un incremento dell'8% rispetto al 2010). In pratica le tecniche del passato, (seppur molto remoto, considerando che il primo intervento di questo tipo fu eseguito più di cento anni fa da Eduard Konrad Zirm), lasciavano spazio a possibili danni alle strutture intraoculari, tagli incompleti, obliqui, di forma non regolare, e soprattutto una non perfetta coincidenza della forma del taglio fra donatore e ricevente. Al riguardo Aldo Fronterrè, specialista di Chirurgia corneale a Milano e Pavia, già Primario di Chirurgia Oculistica presso la Fondazione Salvatore Maugeri, ha spiegato: "I rischi legati alle tecniche del passato possono compromettere la regolarità della giunzione fra donatore e ricevente, determinando un astigmatismo elevato o irregolare che influenzerà negativamente il risultato visivo finale". Mentre questo nuovo strumento permette al chirurgo di ottenere una precisione mai raggiunta prima attraverso tutte le metodologie manuali; il che consentirà soprattutto una migliore integrazione del tessuto trapiantato. Per di più ulteriori vantaggi del laser a femtosecondi è la possibilità di avere minore astigmatismo finale e migliore acuità visiva, nonché una maggiore velocità di cicatrizzazione. Difatti dopo un operazione di questo tipo, si avrà una ripresa visiva nel giro di qualche settimana e le suture saranno asportate dopo 6 mesi contro i 12 richiesti dalla tecnica tradizionale. Comunque di per sé il laser a femtosecondi è un'apparecchiatura in grado di emettere impulsi di luce, in questo caso nel campo dell'infrarosso, di durata pari ad un milionesimo di miliardesimo di secondo, (frazione di tempo del tutto impercettibile), e di grandezza pari a pochi micron, ovvero pochi milionesimi di metro; proprietà che gli consentono di garantire la precisione necessaria. In tal proposito Aldo Fronterrè ha spiegato: "L'uso di questo laser permette di migliorare la precisione e la sicurezza negli interventi con un ottimale adattamento fra donatore e ricevente. Grazie a queste caratteristiche si ottiene una cicatrizzazione migliore e più veloce, quindi un ridotto astigmatismo ed una ripresa visiva più rapida". Inoltre questo tipo di intervento è richiesto da diverse e non così rare sono le patologie, tra le quali il cheratocono, (vale a dire un'irregolarità di curvatura corneale molto frequente nei giovani); l'edema cronico con opacizzazione della cornea, (possibile negli anziani sottoposti ad intervento di cataratta), ed i leucomi, ovvero delle cicatrici della cornea. Oltretutto la vasta diffusione di queste malattie determina, in Italia, circa 5.000 trapianti di cornea all'anno. Quindi una tecnica innovativa come questa rappresenta un notevole passo avanti per la ricerca, una speranza per tutti coloro che hanno bisogno del trapianto di cornea, ed anche un potenziale risparmio economico per i pazienti ed il Sistema Sanitario Nazionale.
Da oggi riacquistare la vista in modo veloce, al meglio e con dei rischi minori dopo un trapianto di cornea, (conosciuta in ambito medico con il nome di cheratoplastica), sarà possibile grazie all'utilizzo del laser a femtosecondi, che di recente è arrivato con garanzie di successo ed affidabilità anche in Italia; considerato il primo Paese in Europa per quanto riguarda la donazioni di cornee, con circa 7.300 donatori nel 2011, (vale a dire un incremento dell'8% rispetto al 2010). In pratica le tecniche del passato, (seppur molto remoto, considerando che il primo intervento di questo tipo fu eseguito più di cento anni fa da Eduard Konrad Zirm), lasciavano spazio a possibili danni alle strutture intraoculari, tagli incompleti, obliqui, di forma non regolare, e soprattutto una non perfetta coincidenza della forma del taglio fra donatore e ricevente. Al riguardo Aldo Fronterrè, specialista di Chirurgia corneale a Milano e Pavia, già Primario di Chirurgia Oculistica presso la Fondazione Salvatore Maugeri, ha spiegato: "I rischi legati alle tecniche del passato possono compromettere la regolarità della giunzione fra donatore e ricevente, determinando un astigmatismo elevato o irregolare che influenzerà negativamente il risultato visivo finale". Mentre questo nuovo strumento permette al chirurgo di ottenere una precisione mai raggiunta prima attraverso tutte le metodologie manuali; il che consentirà soprattutto una migliore integrazione del tessuto trapiantato. Per di più ulteriori vantaggi del laser a femtosecondi è la possibilità di avere minore astigmatismo finale e migliore acuità visiva, nonché una maggiore velocità di cicatrizzazione. Difatti dopo un operazione di questo tipo, si avrà una ripresa visiva nel giro di qualche settimana e le suture saranno asportate dopo 6 mesi contro i 12 richiesti dalla tecnica tradizionale. Comunque di per sé il laser a femtosecondi è un'apparecchiatura in grado di emettere impulsi di luce, in questo caso nel campo dell'infrarosso, di durata pari ad un milionesimo di miliardesimo di secondo, (frazione di tempo del tutto impercettibile), e di grandezza pari a pochi micron, ovvero pochi milionesimi di metro; proprietà che gli consentono di garantire la precisione necessaria. In tal proposito Aldo Fronterrè ha spiegato: "L'uso di questo laser permette di migliorare la precisione e la sicurezza negli interventi con un ottimale adattamento fra donatore e ricevente. Grazie a queste caratteristiche si ottiene una cicatrizzazione migliore e più veloce, quindi un ridotto astigmatismo ed una ripresa visiva più rapida". Inoltre questo tipo di intervento è richiesto da diverse e non così rare sono le patologie, tra le quali il cheratocono, (vale a dire un'irregolarità di curvatura corneale molto frequente nei giovani); l'edema cronico con opacizzazione della cornea, (possibile negli anziani sottoposti ad intervento di cataratta), ed i leucomi, ovvero delle cicatrici della cornea. Oltretutto la vasta diffusione di queste malattie determina, in Italia, circa 5.000 trapianti di cornea all'anno. Quindi una tecnica innovativa come questa rappresenta un notevole passo avanti per la ricerca, una speranza per tutti coloro che hanno bisogno del trapianto di cornea, ed anche un potenziale risparmio economico per i pazienti ed il Sistema Sanitario Nazionale.
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