Scoperta l'esistenza del DNA a quadrupla elica nelle cellule umane.


Sono passati più o meno 60 anni da quando James Watson e Francis Crick presentarono sulla rivista Nature quello che è oggi accertato come il primo modello accurato della struttura del DNA, (ovvero il modello a doppia elica), il quale 9 anni dopo, (esattamente nel 1962), valse a loro ed al collega Maurice Wilkins il Premio Nobel per la Medicina. Ed adesso dallo stesso ateneo che lo ha partorito 60 anni fa, arriva un'altra grossa novità riguardante il DNA. In pratica si tratta di un passo avanti che gli autori dello studio, condotto nell'Università di Cambridge e finanziato dalla Cancer Research UK, definiscono sulla rivista Nature Chemistry come: "una vera pietra miliare del progresso scientifico". Infatti per la prima volta nella storia è stata provata l'esistenza nelle cellule umane di un tipo di DNA alquanto particolare, vale a dire con una struttura a "quadrupla elica"; struttura che finora era stata ottenuta soltanto in provetta. Inoltre, secondo quanto hanno spiegato i ricercatori, studiare ulteriormente queste strutture potrebbe rivelarsi una strada inedita per combattere il cancro con nuove cure su misura. Oltretutto, come anticipato, negli ultimi vent'anni le ricerche avevano suggerito che in laboratorio si possono formare strutture di DNA composte da 4 filamenti, dette G-quadruplex oppure G-tetradi perché tendono a crearsi nelle sequenze particolarmente ricche di Guanina, (nota col simbolo G), ovvero uno dei "mattoni" che costruiscono gli acidi nucleici. Ma tuttavia prima di adesso queste strutture erano state considerate una curiosità piuttosto che un qualcosa realmente esistente in natura. Invece Giulia Biffi, ricercatrice che ha guidato lo studio nel laboratorio di Cambridge, coordinato da Shankar Balasubramanian, le ha "catturate" per la prima volta utilizzando speciali anticorpi fosforescenti disegnati appositamente per riuscire ad agganciarle. Per di più il team britannico ha osservato anche che queste strutture a 4 filamenti sono particolarmente numerose durante il processo di replicazione del DNA, e cioè quando la cellula si sta per dividere e moltiplicare. E più rapidamente procede il processo di divisione, più quadruple eliche ci sono. In altre parole la presenza di questo DNA a quadrupla elica sembra legato con un momento cruciale della vita cellulare, perché se qualcosa va storto in questa fase può innescarsi la cascata di eventi che porta al cancro. Al riguardo Shankar Balasubramanian ha spiegato: "C'è ancora molto da scoprire. Ma per quanto ci riguarda, quello che abbiamo scoperto supporta in modo solido l'opportunità di percorrere una nuova strada: utilizzare questo DNA come bersaglio per i trattamenti personalizzati del futuro". Oltretutto ad alimentare le speranze degli scienziati c'è anche il fatto che, intrappolando con molecole sintetiche queste strutture di DNA quadruplex, si riesce a sequestrarle ed a stabilizzarle, interferendo in qualche modo con il processo di replicazione cellulare. Tra l'altro studi precedenti avevano dimostrato che un gene iperattivo, con alti livelli di DNA a 4 filamenti, è anche più vulnerabile ad interferenze esterne. In tal proposito il capo laboratorio ha concluso aggiungendo: "Ciò avvalora l'ipotesi che alcuni geni del cancro possono essere "infastiditi" attraverso piccole molecole capaci di legare particolari sequenze di DNA. Ed adesso, avere capito che queste particolari sequenze da colpire potrebbero essere proprio le quadruple eliche è una prospettiva eccitante".

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