Ormai il curry, grazie alle sue priorità benefiche, ha conquistato una posizione di tutto rispetto nell'elenco dei rimedi naturali amici della salute; infatti in passato si è scoperto che: protegge il fegato, riduce l'assorbimento dei grassi e potenzia il sistema immunitario. Tuttavia quello che finora nessuno aveva scoperto è che i suoi benefici non finiscono qui. Difatti durante una recente ricerca pubblicata sul BMC Complementary and Alternative Medicine alcuni ricercatori hanno constatato che un estratto di foglie di Murraya koenigii, (vale a dire l'albero del curry), è in grado di uccide in modo specifico le cellule del cancro al seno, colpendo l'attività del proteasoma 26S, ovvero un complesso multiproteico normalmente utilizzato dalle cellule per eliminare le proteine danneggiate o pericolose. Però bisogna precisare che in realtà il Murraya koenigii ha poco a che fare con l'omonima spezia che tutti conoscono, (alla quale si attribuiscono grandi proprietà antitumorali), che a dire il vero è il frutto di una miscela di origine indiana di diverse sostanze che formano una polvere giallo-senape fortemente profumata. In sostanza ne prende il nome per via dell'odore delle foglie dell'albero, che una volta strofinate emanano il tipico aroma che arricchisce i piatti della cucina indiana. Comunque sia ad effettuare la suddetta scoperta sono stati i ricercatori del National Institute of Nutrition di Hyderabad, (India), i quali, basandosi sul fatto che i polifenoli, (ovvero molecole di cui sono ricche anche le foglie del Murraya koenigii), inibiscono l'attività del proteasoma, hanno testato le sue proprietà su due linee cellulari ottenute dal cancro al seno e su cellule non tumorali. Ed è stato così che l'analisi della crescita delle suddette "colture cellulari" ha svelato che l'estratto di foglie di Murraya koenigii riduce in modo dose-dipendente la vitalità ed interferisce con la crescita di entrambe le linee tumorali, bloccando il loro ciclo cellulare, ma non quello delle cellule sane. Successivamente ulteriori analisi specifiche hanno svelato che il trattamento con l'estratto di foglie di curry avvia anche i meccanismi tipici della morte cellulare programmata e riduce l'attività del proteasoma 26S nelle cellule tumorali, ma non in quelle sane. E dunque pare che le foglie dell'albero del curry potrebbero rappresentare una nuova fonte di inibitori del proteasoma da utilizzare per colpire in modo specifico le cellule tumorali. Tuttavia per poter mettere in pratica la scoperta sarà necessario identificare i principi attivi dell'estratto responsabili di questo attività. Al riguardo i ricercatori hanno, infine, spiegato: "In questo modo si potrebbe arrivare allo sviluppo di agenti antitumorali che potrebbero essere utili nel trattamento di diverse forme di cancro".
Ormai il curry, grazie alle sue priorità benefiche, ha conquistato una posizione di tutto rispetto nell'elenco dei rimedi naturali amici della salute; infatti in passato si è scoperto che: protegge il fegato, riduce l'assorbimento dei grassi e potenzia il sistema immunitario. Tuttavia quello che finora nessuno aveva scoperto è che i suoi benefici non finiscono qui. Difatti durante una recente ricerca pubblicata sul BMC Complementary and Alternative Medicine alcuni ricercatori hanno constatato che un estratto di foglie di Murraya koenigii, (vale a dire l'albero del curry), è in grado di uccide in modo specifico le cellule del cancro al seno, colpendo l'attività del proteasoma 26S, ovvero un complesso multiproteico normalmente utilizzato dalle cellule per eliminare le proteine danneggiate o pericolose. Però bisogna precisare che in realtà il Murraya koenigii ha poco a che fare con l'omonima spezia che tutti conoscono, (alla quale si attribuiscono grandi proprietà antitumorali), che a dire il vero è il frutto di una miscela di origine indiana di diverse sostanze che formano una polvere giallo-senape fortemente profumata. In sostanza ne prende il nome per via dell'odore delle foglie dell'albero, che una volta strofinate emanano il tipico aroma che arricchisce i piatti della cucina indiana. Comunque sia ad effettuare la suddetta scoperta sono stati i ricercatori del National Institute of Nutrition di Hyderabad, (India), i quali, basandosi sul fatto che i polifenoli, (ovvero molecole di cui sono ricche anche le foglie del Murraya koenigii), inibiscono l'attività del proteasoma, hanno testato le sue proprietà su due linee cellulari ottenute dal cancro al seno e su cellule non tumorali. Ed è stato così che l'analisi della crescita delle suddette "colture cellulari" ha svelato che l'estratto di foglie di Murraya koenigii riduce in modo dose-dipendente la vitalità ed interferisce con la crescita di entrambe le linee tumorali, bloccando il loro ciclo cellulare, ma non quello delle cellule sane. Successivamente ulteriori analisi specifiche hanno svelato che il trattamento con l'estratto di foglie di curry avvia anche i meccanismi tipici della morte cellulare programmata e riduce l'attività del proteasoma 26S nelle cellule tumorali, ma non in quelle sane. E dunque pare che le foglie dell'albero del curry potrebbero rappresentare una nuova fonte di inibitori del proteasoma da utilizzare per colpire in modo specifico le cellule tumorali. Tuttavia per poter mettere in pratica la scoperta sarà necessario identificare i principi attivi dell'estratto responsabili di questo attività. Al riguardo i ricercatori hanno, infine, spiegato: "In questo modo si potrebbe arrivare allo sviluppo di agenti antitumorali che potrebbero essere utili nel trattamento di diverse forme di cancro".
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