A quanto pare la tecnologia anche per quanto riguarda le protesi sta facendo passi da gigante; infatti di recente è stato annunciato che entro un anno per la prima volta nella storia della medicina potrebbe essere trapiantata ad un paziente una mano bionica che gli permetterà di "provare" sensazioni quasi uguali a quelle di una mano umana. In pratica fino ad oggi i precendenti arti artificiali erano in grado captare i segnali del cervello inviati alla mano mancante e tradurli in movimenti, ma non riuscivano a lasciare dei cosiddetti "feedback sensoriali". In sostanza questa nuova mano bionica, che è andrà collegata al sistema nervoso attraverso degli elettrodi applicati a due dei principali nervi del braccio, è stata realizzata con il preciso scopo di ridare il tatto alle persone che, per un motivo o per un altro, risultano amputate. Inoltre gli elettrodi permetteranno alla persona di controllare la sua mano bionica usando semplicemente il pensiero, ed invieranno anche segnali direttamente al cervello. Ad ogni modo gli scienziati sperano che questa innovativa invenzione possa aprire la strada ad una nuova generazione di arti artificiali in grado di replicare al meglio le parti del corpo umano, garantendo una sensibilità maggiore e movimenti migliori. Oltretutto precedenti studi hanno dimostrato che la metà delle persone a cui manca una mano non utilizzano il proprio arto artificiale perché non hanno familiarità con il suo aspetto e funzionamento. Ed in questo senso il dottor Silvestro Micera, dell'École Polytechnique Fédérale di Losanna e che collabora anche con la Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant'Anna di Pisa, ha contribuito a sviluppare un'innovativa interfaccia della mano bionica. Al riguardo nel corso dell'incontro dell'American Association for the Advancement of Science, (conosciuto anche con la sigla AAAS o ancora Triple A-S), che si è tenuto di recente a Boston ha spiegato: "Questo è un vero progresso. Una concreta speranza per le persone amputate: sarà la prima protesi che fornirà in tempo reale il feedback sensoriale per afferrare un oggetto. É chiaro che più sentimento sensoriale possiede una persona amputata, più è probabile che accetterà pienamente il suo nuovo arto. Il primo paziente dovrebbe essere un ragazzo di 20 anni che ha perso la mano in un incidente". Per di più un prototipo fisso della mano venne collegato temporaneamente al sistema nervoso del suddetto paziente, sempre tramite elettrodi, già nel 2009. Ed in quell'occasione il giovane era già in grado di muovere le dita della mano robotica, a stringerle in un pugno e ad afferrare oggetti, e, a suo dire, riusciva anche a percepire se gli venivano conficcati degli aghi nel palmo della mano. Tuttavia, secondo quanto ha assicurato Silvestro Micera, il nuovo modello, che sarà completamente attaccato al braccio, invierà dei feedback sensoriali da tutte le dita, dal palmo ed anche dal polso. Ovviamente se il trapianto andrà a buon fine, successivamente si passerà a migliorare all'aspetto della stessa in modo da rendera "più umana possibile".
A quanto pare la tecnologia anche per quanto riguarda le protesi sta facendo passi da gigante; infatti di recente è stato annunciato che entro un anno per la prima volta nella storia della medicina potrebbe essere trapiantata ad un paziente una mano bionica che gli permetterà di "provare" sensazioni quasi uguali a quelle di una mano umana. In pratica fino ad oggi i precendenti arti artificiali erano in grado captare i segnali del cervello inviati alla mano mancante e tradurli in movimenti, ma non riuscivano a lasciare dei cosiddetti "feedback sensoriali". In sostanza questa nuova mano bionica, che è andrà collegata al sistema nervoso attraverso degli elettrodi applicati a due dei principali nervi del braccio, è stata realizzata con il preciso scopo di ridare il tatto alle persone che, per un motivo o per un altro, risultano amputate. Inoltre gli elettrodi permetteranno alla persona di controllare la sua mano bionica usando semplicemente il pensiero, ed invieranno anche segnali direttamente al cervello. Ad ogni modo gli scienziati sperano che questa innovativa invenzione possa aprire la strada ad una nuova generazione di arti artificiali in grado di replicare al meglio le parti del corpo umano, garantendo una sensibilità maggiore e movimenti migliori. Oltretutto precedenti studi hanno dimostrato che la metà delle persone a cui manca una mano non utilizzano il proprio arto artificiale perché non hanno familiarità con il suo aspetto e funzionamento. Ed in questo senso il dottor Silvestro Micera, dell'École Polytechnique Fédérale di Losanna e che collabora anche con la Scuola Superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant'Anna di Pisa, ha contribuito a sviluppare un'innovativa interfaccia della mano bionica. Al riguardo nel corso dell'incontro dell'American Association for the Advancement of Science, (conosciuto anche con la sigla AAAS o ancora Triple A-S), che si è tenuto di recente a Boston ha spiegato: "Questo è un vero progresso. Una concreta speranza per le persone amputate: sarà la prima protesi che fornirà in tempo reale il feedback sensoriale per afferrare un oggetto. É chiaro che più sentimento sensoriale possiede una persona amputata, più è probabile che accetterà pienamente il suo nuovo arto. Il primo paziente dovrebbe essere un ragazzo di 20 anni che ha perso la mano in un incidente". Per di più un prototipo fisso della mano venne collegato temporaneamente al sistema nervoso del suddetto paziente, sempre tramite elettrodi, già nel 2009. Ed in quell'occasione il giovane era già in grado di muovere le dita della mano robotica, a stringerle in un pugno e ad afferrare oggetti, e, a suo dire, riusciva anche a percepire se gli venivano conficcati degli aghi nel palmo della mano. Tuttavia, secondo quanto ha assicurato Silvestro Micera, il nuovo modello, che sarà completamente attaccato al braccio, invierà dei feedback sensoriali da tutte le dita, dal palmo ed anche dal polso. Ovviamente se il trapianto andrà a buon fine, successivamente si passerà a migliorare all'aspetto della stessa in modo da rendera "più umana possibile".
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