In questi giorni il MISE, (acronimo che indica il Ministero dello Sviluppo Economico), attraverso una nota ufficiale ha dato il via a bandi per oltre 900 milioni di euro, (di cui 237 milioni privati), per contribuire ad azzerare il digital divide, (il che significa garantire una banda larga da almeno 2 Mbps a tutti i cittadini), ed accelerare lo sviluppo della banda ultralarga, (vale a dire quella dai 30 Mbps ai 100 Mbps), per circa il 40% dei cittadini della Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia. Inoltre a questo risultato ha concorso in modo rilevante la rimodulazione dei programmi co-finanziati che, attraverso il Piano d'azione per la Coesione e le Regioni interessate, ha fatto confluire nel progetto più di 347 milioni di euro. In pratica la procedura, che dovrebbe partire entro fine Febbraio/inizio Marzo, dovrebbe attuare in modo concreto i due punti centrali previsti dall'agenda digitale europea: l'azzeramento digital divide e banda ultralarga. Oltretutto i suddetti bandi dovrebbero finalmente portare la banda larga, (anche se minima), a circa 2,8 milioni di cittadini residenti in 3.600 località in tutta Italia e la banda ultralarga a circa 4 milioni di cittadini residenti in 180 comuni del Sud Italia. E dunque, secondo quanto ha scritto il MISE: «Questa iniziativa potrebbe rappresentare una forte spinta per l'intera filiera delle telecomunicazioni, per il settore dell'impiantistica civile e dell'elettronica, generando circa 5.000 nuovi posti di lavoro». Ed ha continuato scrivendo: «L'investimento di 900 milioni potrà generare un incremento del PIL pari a circa 1,3 miliardi, come dimostrato anche da studi OCSE utilizzati dalla Commissione Europea che fissano a "1,45" il moltiplicatore congiunto domanda/offerta del settore della comunicazione sull'intera economia italiana». E dunque, secondo quanto fatto sapere, questa non sarebbe soltanto una semplice agenda digitale, ma un vero e proprio piano concreto che il MISE ed il Ministero per la Coesione Territoriale hanno voluto assicurare all'Italia, proiettando in avanti il nostro Paese di molte posizioni, (se si considera quella attuale), nelle classifiche internazionali per quanto riguarda le infrastrutture di telecomunicazione. In sostanza il "Piano Nazionale Banda Larga" è nato nel 2009 con l'obiettivo di raggiungere gli 8 milioni di cittadini sprovvisti di banda larga poiché residenti nelle cosiddette "aree a fallimento di mercato"; finora l'ha porta a circa 4 milioni, ed attualmente si stanno realizzando le infrastrutture per connettere ulteriori 1,2 milioni di cittadini. Insomma con questo ultimo bando la banda larga dovrebbe essere portata anche ai restanti 2,8 milioni di italiani sprovvisti di questo tipo di connettività. Mentre il Progetto Strategico Banda Ultralarga, approvato dalla Commissione Europea lo scorso 18 Dicembre, è un piano nazionale che nel suo primo intervento attuativo si concentrerà nelle aree del Sud del Paese, ma che tuttavia sarà attuato anche in tutte le Regioni che decideranno di aderirvi, avvalendosi delle risorse comunitarie della nuova programmazione "2014-2020".
In questi giorni il MISE, (acronimo che indica il Ministero dello Sviluppo Economico), attraverso una nota ufficiale ha dato il via a bandi per oltre 900 milioni di euro, (di cui 237 milioni privati), per contribuire ad azzerare il digital divide, (il che significa garantire una banda larga da almeno 2 Mbps a tutti i cittadini), ed accelerare lo sviluppo della banda ultralarga, (vale a dire quella dai 30 Mbps ai 100 Mbps), per circa il 40% dei cittadini della Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia. Inoltre a questo risultato ha concorso in modo rilevante la rimodulazione dei programmi co-finanziati che, attraverso il Piano d'azione per la Coesione e le Regioni interessate, ha fatto confluire nel progetto più di 347 milioni di euro. In pratica la procedura, che dovrebbe partire entro fine Febbraio/inizio Marzo, dovrebbe attuare in modo concreto i due punti centrali previsti dall'agenda digitale europea: l'azzeramento digital divide e banda ultralarga. Oltretutto i suddetti bandi dovrebbero finalmente portare la banda larga, (anche se minima), a circa 2,8 milioni di cittadini residenti in 3.600 località in tutta Italia e la banda ultralarga a circa 4 milioni di cittadini residenti in 180 comuni del Sud Italia. E dunque, secondo quanto ha scritto il MISE: «Questa iniziativa potrebbe rappresentare una forte spinta per l'intera filiera delle telecomunicazioni, per il settore dell'impiantistica civile e dell'elettronica, generando circa 5.000 nuovi posti di lavoro». Ed ha continuato scrivendo: «L'investimento di 900 milioni potrà generare un incremento del PIL pari a circa 1,3 miliardi, come dimostrato anche da studi OCSE utilizzati dalla Commissione Europea che fissano a "1,45" il moltiplicatore congiunto domanda/offerta del settore della comunicazione sull'intera economia italiana». E dunque, secondo quanto fatto sapere, questa non sarebbe soltanto una semplice agenda digitale, ma un vero e proprio piano concreto che il MISE ed il Ministero per la Coesione Territoriale hanno voluto assicurare all'Italia, proiettando in avanti il nostro Paese di molte posizioni, (se si considera quella attuale), nelle classifiche internazionali per quanto riguarda le infrastrutture di telecomunicazione. In sostanza il "Piano Nazionale Banda Larga" è nato nel 2009 con l'obiettivo di raggiungere gli 8 milioni di cittadini sprovvisti di banda larga poiché residenti nelle cosiddette "aree a fallimento di mercato"; finora l'ha porta a circa 4 milioni, ed attualmente si stanno realizzando le infrastrutture per connettere ulteriori 1,2 milioni di cittadini. Insomma con questo ultimo bando la banda larga dovrebbe essere portata anche ai restanti 2,8 milioni di italiani sprovvisti di questo tipo di connettività. Mentre il Progetto Strategico Banda Ultralarga, approvato dalla Commissione Europea lo scorso 18 Dicembre, è un piano nazionale che nel suo primo intervento attuativo si concentrerà nelle aree del Sud del Paese, ma che tuttavia sarà attuato anche in tutte le Regioni che decideranno di aderirvi, avvalendosi delle risorse comunitarie della nuova programmazione "2014-2020".
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