In questi giorni Microsoft è stato multata per non ha rispettato gli impegni presi con Bruxelles e non ha dato sufficiente libertà agli utenti Windows di scegliere il proprio browser, creando di fatto il monopolio di Internet Explorer. In pratica si tratta di una multa commissionatagli dall'antitrust europeo della somma di 561 milioni di euro; la quarta dal 2004, che ha fatto salire il debito dell'azienda con Bruxelles a ben 2,5 miliardi di euro. Al riguardo Joaquín Almunia, attuale commissario per la concorrenza, ha dichiarato: "Spero che questo sia di esempio ad altre compagnie su cosa succede se si violano i patti con l'UE". In sostanza, secondo l'antitrust europeo, Microsoft è venuta meno agli impegni vincolanti presi nel 2009, quando la Commissione Europea le chiese di prevedere nel sistema operativo Windows la possibilità di scegliere anche altri browser e non solo il suo Internet Explorer, installato di default sui vari Pc. E dunque il gigante dell'informatica si era impegnato a fornire per cinque anni, (ovvero fino a Luglio 2014), agli utenti Windows una finestra, (che conteneva i maggiori concorrenti, cioè Firefox, Chrome, Safari ed Opera; visto che fu proprio quest'ultimo a scatenare la "guerra dei browser" denunciando a Bruxelles il monopolio di Internet Explorer e la chiusura del sistema operativo agli altri concorrenti), dove poter scegliere il proprio browser preferito. Ciò consentì il download di oltre 84 milioni di browser alternativi, ma tuttavia funzionò solo fino al 2011. Infatti con l'arrivo di Windows 7, (Service Pack 1), dal Febbraio 2011 a Luglio 2012 la suddetta finestra di scelta sparì di nuovo ed Internet Explorer tornò ad essere il navigatore predefinito per 15 milioni di nuovi utenti europei. E quindi così facendo Microsoft ha disatteso gli impegni e quando a Luglio 2012 la Commissione Europea lo scoprì, (grazie ad un nuovo reclamo), cominciò calcolare l'ammontare della nuova maxi-ammenda. In molti allora si sono chiesti: "Come mai la Commissione Europea per ben 14 mesi non si è accorta che da Windows era sparita la finestra di scelta dei browser e che Microsoft stava dunque tornando a violare i patti?". Il perché di ciò risiede nel fatto che l'allora commissario alla concorrenza, Neelie Kroes, affidò alla stessa Microsoft il controllo sul suo adeguamento ai vincoli UE, e dai rapporti che l'azienda presentava a Bruxelles risultava puntualmente andare tutto secondo i piani. In tal proposito Joaquín Almunia, riconoscendo la gravità della violazione che ha portato alla prima multa mai commissionata dall'antitrust per violazione di rimedi stabiliti, ha ammesso: "Siamo stati ingenui, ma non succederà più!". Da parte sua Microsoft tramite una nota ufficiale si scusò per "l'errore" dei suoi ingegneri, ammettendo la sua colpevolezza. Ed adesso si vede costretta a pagare la suddetta sanzione, che tuttavia rappresenta solo l'1% dei ricavi 2012 del colosso informatico, e che sarebbe potuta salire fino al 10% del suo fatturato se l'azienda non avesse collaborato, reintroducendo la finestra di scelta a partire da subito. Inoltre, come già anticipato, questa è la quarta multa per Microsoft. La prima risale, appunto, al 2004, quando commissario alla concorrenza era Mario Monti, il quale la sanzionò con 497 milioni di euro; a questa poi hanno fatto seguito una seconda sanzione da 280,5 milioni di euro nel 2006 ed una terza da 899 milioni di euro nel 2008, che però, infine, venne ridotta in appello lo scorso Giugno a 860 milioni di euro dalla Corte di Giustizia UE.
In questi giorni Microsoft è stato multata per non ha rispettato gli impegni presi con Bruxelles e non ha dato sufficiente libertà agli utenti Windows di scegliere il proprio browser, creando di fatto il monopolio di Internet Explorer. In pratica si tratta di una multa commissionatagli dall'antitrust europeo della somma di 561 milioni di euro; la quarta dal 2004, che ha fatto salire il debito dell'azienda con Bruxelles a ben 2,5 miliardi di euro. Al riguardo Joaquín Almunia, attuale commissario per la concorrenza, ha dichiarato: "Spero che questo sia di esempio ad altre compagnie su cosa succede se si violano i patti con l'UE". In sostanza, secondo l'antitrust europeo, Microsoft è venuta meno agli impegni vincolanti presi nel 2009, quando la Commissione Europea le chiese di prevedere nel sistema operativo Windows la possibilità di scegliere anche altri browser e non solo il suo Internet Explorer, installato di default sui vari Pc. E dunque il gigante dell'informatica si era impegnato a fornire per cinque anni, (ovvero fino a Luglio 2014), agli utenti Windows una finestra, (che conteneva i maggiori concorrenti, cioè Firefox, Chrome, Safari ed Opera; visto che fu proprio quest'ultimo a scatenare la "guerra dei browser" denunciando a Bruxelles il monopolio di Internet Explorer e la chiusura del sistema operativo agli altri concorrenti), dove poter scegliere il proprio browser preferito. Ciò consentì il download di oltre 84 milioni di browser alternativi, ma tuttavia funzionò solo fino al 2011. Infatti con l'arrivo di Windows 7, (Service Pack 1), dal Febbraio 2011 a Luglio 2012 la suddetta finestra di scelta sparì di nuovo ed Internet Explorer tornò ad essere il navigatore predefinito per 15 milioni di nuovi utenti europei. E quindi così facendo Microsoft ha disatteso gli impegni e quando a Luglio 2012 la Commissione Europea lo scoprì, (grazie ad un nuovo reclamo), cominciò calcolare l'ammontare della nuova maxi-ammenda. In molti allora si sono chiesti: "Come mai la Commissione Europea per ben 14 mesi non si è accorta che da Windows era sparita la finestra di scelta dei browser e che Microsoft stava dunque tornando a violare i patti?". Il perché di ciò risiede nel fatto che l'allora commissario alla concorrenza, Neelie Kroes, affidò alla stessa Microsoft il controllo sul suo adeguamento ai vincoli UE, e dai rapporti che l'azienda presentava a Bruxelles risultava puntualmente andare tutto secondo i piani. In tal proposito Joaquín Almunia, riconoscendo la gravità della violazione che ha portato alla prima multa mai commissionata dall'antitrust per violazione di rimedi stabiliti, ha ammesso: "Siamo stati ingenui, ma non succederà più!". Da parte sua Microsoft tramite una nota ufficiale si scusò per "l'errore" dei suoi ingegneri, ammettendo la sua colpevolezza. Ed adesso si vede costretta a pagare la suddetta sanzione, che tuttavia rappresenta solo l'1% dei ricavi 2012 del colosso informatico, e che sarebbe potuta salire fino al 10% del suo fatturato se l'azienda non avesse collaborato, reintroducendo la finestra di scelta a partire da subito. Inoltre, come già anticipato, questa è la quarta multa per Microsoft. La prima risale, appunto, al 2004, quando commissario alla concorrenza era Mario Monti, il quale la sanzionò con 497 milioni di euro; a questa poi hanno fatto seguito una seconda sanzione da 280,5 milioni di euro nel 2006 ed una terza da 899 milioni di euro nel 2008, che però, infine, venne ridotta in appello lo scorso Giugno a 860 milioni di euro dalla Corte di Giustizia UE.
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