Allarme "nuova influenza aviaria H7N9": in Cina 8 morti e 27 contagiati.


«Otto morti e 27 casi di contagio»; sono questi gli ultimi dati relativi alla nuova epidemia di influenza aviaria che sta seminando il panico in Cina. In pratica a causarla è un nuovo virus chiamato H7N9, sconosciuto fino a pochi giorni fa, e che si sta diffondendo alquanto rapidamente sul territorio cinese; infatti le prime due vittime risalgono a circa una settimana fa, mentre l'ultimo decesso è quello di un uomo di 83 anni dello Jiangsu. Invece il resto delle vittime erano: 5 dello Zhejiang e 2 dell'Anhui. Inoltre i contagi finora si sono così distribuiti: 13 a Shanghai, 7 nello Jiangsu, . Invece 5 delle vittime erano di Shanghai, 2 dello Zhejiang. Comunque sia nonostante il virus H7N9 non fosse mai stato rilevato prima d'ora nell'uomo, le autorità sanitarie cinesi e dell'OMS, (acronimo di Organizzazione Mondiale della Sanità), hanno sottolineato che non c'è possibilità di contagio da uomo a uomo. Infatti durante una conferenza stampa congiunta, Michael O'Leary, il rappresentante cinese dell'OMS, assieme alcuni funzionari della Commissione nazionale di sanità e pianificazione familiare hanno sottolineato come il contagio sia avvenuto solo tra persone che hanno avuto contatti con pollame e volatili infetti, benché fra i morti ci siano un uomo e suo figlio; oltretutto anche il secondo figlio dell'uomo si è ammalato, però fortunatamente è guarito. Al riguardo lo stesso Michael O'Leary ha spiegato: "La presenza dell'infezione in un gruppo familiare aumenta la possibilità di trasmissione uomo-uomo, ma in questo caso due dei tre casi non sono stati confermati in laboratorio". Infatti oltre 620 persone che hanno avuto contatti con i malati sono state controllate ed in loro non è stata riscontrata alcuna traccia del virus in questione. Ad ogni modo le autorità cinesi, che hanno ordinato la soppressione di 100.000 animali, (tra pollame e volatili), si sono impegnate ad informare l'OMS ed i Paesi vicini sull'evolversi della situazione, accettando, inoltre, le ispezioni di esperti stranieri. Per di più il rappresentante cinese dell'OMS ha escluso un legame con i maiali trovati morti nel fiume Huangpu di Shanghai. Anche se le notizie che continuano ad arrivare non sono tanto rassicuranti: di recente più di 60 nuovi maiali sono stati trovati morti nel fiume Liuyang, nella provincia centro meridionale dell'Hunan. In tal proposito la commissione distrettuale per la protezione dell'ambiente ha fatto sapere che la qualità dell'acqua di entrambi i fiumi verrà costantemente monitorata per garantire la salute della popolazione. Comunque sia pare che anche su questi maiali non sia stato rilevato alcun virus di aviaria. Ovviamente le industrie farmaceutiche si stanno muovendo in fretta; infatti in Cina è stato approvato in tutta fretta un nuovo farmaco, (ovvero il peramivir), con la speranza che si dimostri efficace contro il virus H7N9, ma al momento la cosa è ancora da dimostrare. Anche se la China Food and Drug Administration ha fatto sapere che i test preliminari con il suddetto medicinale diluito in cloruro di sodio e somministrato per via iniettiva sono stati positivi. Inoltre negli Stati Uniti le autorità sanitarie hanno già iniziato a lavorare ad un vaccino contro la nuova aviaria, ma per metterlo a punto servirà almeno un mese. Ed anche la stessa Cina ha cominciato lo sviluppo di un vaccino, che potrà essere in commercio tra non meno di sei mesi; tuttavia le autorità sanitarie hanno spiegato che se la trasmissione del virus resterà soltanto da volatili ad uomo e non da uomo a uomo, lo sviluppo del farmaco potrebbe essere "antieconomico". Ad ogni modo per il momento l'OMS non ritiene necessario fare degli screening sui viaggiatori diretti in Cina, provenienti dalla Cina oppure restrizioni nei viaggi turistici e commerciali. Invece raccomanda fortemente di: evitare il contatto con animali vivi; mangiare solo carne ben cotta; lavarsi spesso le mani; e rivolgersi al medico non appena compaiono sintomi influenzali. E nonostante le autorità rassicurino sul fatto che il contagio derivi solo dal contatto con pollame vivo infetto, in Cina il pollo è già stato eliminato dai menù delle compagnie aeree e dai pasti distribuiti nelle scuole, dove sono state tolte anche le uova. Negli aeroporti sono aumentati i controlli: a Macao vengono usati dispositivi a raggi infrarossi per misurare la temperatura a tutti i viaggiatori in arrivo dalla Cina. Comunque è chiaro che il virus H7N9 è diverso dal celebre H5N1, (ovvero il virus dell'aviaria che da anni  i trova nel mirino degli esperti). Mentre in passato, (per la precisione nel periodo compreso fra il 1996 ed il 2012), alcuni "parenti stretti" dell'H7N9 hanno già colpito l'uomo: si chiamano H7N2, H7N3, ed H7N7 e sono comparsi in Olanda, Italia, Canada, Stati Uniti, Messico e Gran Bretagna. Oltretutto, secondo l'epidemiologo Adrian Sleigh, della Australian National University, nel 2008 furono pubblicate alcune evidenze che i virus del sottotipo H7 stavano acquisendo la capacità di trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, secondo l'immunologo Robert Booy, dell'Università di Sydney, al momento non ci sono elementi per considerare il nuovo virus come la possibile origine di una nuova pandemia. Infatti ha dichiarato: "Finora è improbabile una pandemia legata a questo virus. Sono state registrate alcune mutazioni che suggeriscono la capacità di adattarsi ai mammiferi, tuttavia da qui alla capacità di trasmettersi da uomo a uomo la strada è molto lunga. Il tasso di mortalità finora registrato è molto elevato, ma i casi complessivi sono ancora pochi per trarre conclusioni". Comunque sia, se l'allarmismo è ingiustificato e controproducente, è invece fondamentale seguire la situazione con la dovuta cautela. A dirlo è stato Massimo Galli, professore di Malattie Infettive all'Università degli Studi di Milano e direttore della Terza Divisione di Malattie Infettive all'Ospedale Luigi Sacco, che ha spiegato: "Il virus H7N9 è per l'uomo una completa "new entry" mai incontrata prima e pertanto ci coglie impreparati a livello immunologico. Contatti limitati con virus in parte simili si sono avuti nel 2003 in Olanda con un H7N7 che ha causato un morto ed 80 casi di congiuntivite. Un H7N3 è comparso in Canada nel 2004, con solo due casi di congiuntivite e poi è stato segnalato in altri Paesi, ma in modo limitato e senza decessi. Al momento l'H7N9 si è rivelato altamente patogeno per l'uomo, con 27 contagi e 8 vittime. Una letalità attorno al 30% che ricorda l'epidemia di H5N1 del '97 ad Hong Kong, con 18 contagiati e 6 vittime". In ogni caso è impossibile dire come si evolverà il virus, ma è assolutamente necessario seguirne strettamente i "comportamenti" per valutarne la capacità di adattarsi all'uomo. Per di più gli influenzavirus A sono principalmente virus degli uccelli acquatici, ed i ceppi noti sono numerosissimi. Infatti ad oggi sono noti 17 tipi diversi di emagglutinina, (indicata con la lettera H nella "formula" che identifica un particolare ceppo virale), e 10 tipi di neuraminidasi, (indicata con la lettera N). In tal proposito Massimo Galli ha ricordato: "La cosiddetta "influenza dei polli" è la forma violentemente epidemica con cui la malattia si è manifestata negli animali di allevamento fin dalla fine del XIX secolo, se non prima. Negli ultimi 30 anni le epidemie tra gli animali allevati sono aumentate sempre più di frequenza e con diversi ceppi virali implicati. Intervenire sulle condizioni degli allevamenti è pertanto fondamentale per limitare i rischi nella popolazione umana". Ed ha poi aggiunto: "Dal passaggio dagli animali all'uomo con diversi "riassortimenti" genetici intermedi sono venute le grandi pandemie nella popolazione umana. Nel 1918 un'epidemia di influenza, la cosiddetta spagnola causata da un H1N1, ha fatto dagli 80 ai 100 milioni di morti nel mondo, mentre l'H2N2 del 1957 ha fatto "solo" 1-2 milioni di morti perché un virus simile era già circolato nell'uomo nel 1889. L'H3N2 che ha sostituito l'H2N2 nel 1968 ha ucciso circa un milione di persone e questo perché un H3N8 era già circolato nel 1900 conferendo un'immunità parziale alle persone più anziane che nel '68 hanno dovuto incontrare l'H3N2. Una variante dell'H1N1 è comparsa in Russia nel 1977, diffondendosi poi in altri Paesi; si trattava certamente di un ceppo sfuggito ad un laboratorio di un virus "datato" 1950: ha quindi colpito di nuovo soprattutto i giovani che non avevano mai incontrato i "discendenti" del virus dell'influenza spagnola. Quando, nel 2009, è arrivata l'H1N1 della cosiddetta "influenza suina", (un riassortimento da quattro ceppi virali diversi), la storia è stata più o meno la stessa. Tutto sommato una buona fetta della popolazione aveva già incontrato qualcosa di simile e la nuova "pandemia" è stata piuttosto blanda. I due virus aviaria, H5N1 ed oggi H7N9, dimostrano invece un'alta letalità quando infettano l'uomo. Ad esempio l'H5N1 ha causato finora più di 600 infezioni umane con oltre 350 decessi. Ma finora in non più di due episodi isolati ed accertati si è dimostrato in grado di diffondersi da uomo a uomo. È quindi possibile pensare che proprio in questa sua "estraneità" e mancato adattamento consista la buona parte della sua capacità di uccidere. Non è detto che, se si adattasse e diventasse trasmissibile da uomo a uomo, possa mantenere anche tutta questa capacità patogena. E lo stesso ragionamento vale anche per il nuovo H7N9". In sostanza il nuovo virus che si sta diffondendo in Cina interessa varie specie di uccelli, (dalle pernici, alle cicogne, ai piccioni), in cui è risultato a bassa patogenicità. Infatti al riguardo Massimo Galli ha concluso dichiarando: "La sequenza di questo nuovo virus è stata caratterizzata in una settimana e questo facilita il lavoro dei ricercatori nel mettere a punto farmaci e vaccini. Il vaccino è molto importante anche per evitare la diffusione del virus negli animali d'allevamento utilizzando le giuste modalità igieniche e facendo tesoro di qualche esperienza negativa nel passato quando la somministrazione del vaccino si è rivelata essere l'occasione per trasferire l'infezione da un allevamento all'altro. Un'ultima osservazione a margine, sarebbe utile sapere qualcosa di più sulla morìa di maiali avvenuta recentemente in Cina, anche se le autorità sembrano escludere un ruolo del virus H7N9 nella morte di migliaia di suini finiti nei fiumi".

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