Da ormai diverso tempo si ritiene che il colesterolo LDL, (o cosiddetto "cattivo"), è una delle possibili cause dei danni alle arterie ed all'apparato cardiocircolatorio in generale. Infatti uno dei suoi "effetti collaterali" è, per esempio, l'aterosclerosi, vale a dire un'indurimento delle arterie, che può provocare angina pectoris, infarto ed ictus. Tuttavia ciò che di recente ha sconcertato i ricercatori del Linda Crnic Institute for Down Syndrome e del Department of Neurology presso la School of Medicine dell'Università del Colorado è stata l'azione devastante del colesterolo LDL nei confronti del processo di divisione cellulare, che provoca la diffusione in tutto il corpo di cellule "figlie" difettose. In pratica la dottoressa Antoneta Granic ed il dottor Huntington Potter, (i principali autori dello studio), hanno osservato come, sia in modello animale che nell'uomo, il colesterolo "cattivo" abbia indotto le cellule a dividersi in modo scorretto, distribuendo in maniera diseguale nella generazione successiva di cellule i cromosomi duplicati. In sostanza quello che accade è che ci si ritrova con un accumulo di nuove cellule difettose: con un numero errato di cromosomi ed un altrettanto numero errato di geni. Infatti le cellule "figlie" presentano, (invece di due copie di ogni gene, come dovrebbe essere), alle volte tre copie di ogni gene, ed altre volte uno solo. Il che rappresenta un bel guaio perché, come spiegato dai ricercatori, le cellule che presentano tre copie del cromosoma, (anomalia nota anche con il nome di trisomia), sono implicate nella codifica del peptide beta-amiloide, (noto per essere un componente chiave delle placche amiloidi che si accumulano nel cervello di chi soffre di Alzheimer). Inoltre gli scienziati del Linda Crnic Institute conoscono bene la trisomia, poiché studiano da anni sindromi come quella di Down, dove la trisomia 21 è la caratteristica fondamentale. Infatti le persone affette dalla sindrome di Down, presentano, appunto, la trisomia 21 in tutte le cellule che compongono il loro organismo e spesso queste persone sviluppano problemi cerebrali e molti di loro anche la malattia di Alzheimer una volta superati i 50 anni di età. Ad ogni modo il riscontro tra queste mutazioni indotte dal colesterolo LDL e l'Alzheimer è stato in precedenza osservato nel 10% delle cellule presenti nei pazienti affetti di Alzheimer, le quali avevano tre copie del cromosoma 21, anziché due. Comunque i risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista PLOS ONE, e suggeriscono che la malattia di Alzheimer può essere in qualche modo una sorta di "sindrome di Down acquisita". Ipotesi supportata anche dalla constatazione che i geni "mutanti" che causano malattie ereditarie provocano lo stesso difetto nella segregazione cromosomica, (proprio come fa il colesterolo), indicando così la presenza di un problema comune di divisione cellulare nel morbo di Alzheimer, sia familiare che occasionale. Per di più un'ulteriore scoperta fatta dai ricercatori è stato il trovare la trisomia 21 nei neuroni del cervello di bambini affetti dalla malattia di Niemann-Pick di tipo C, (una malattia ereditaria in cui i pazienti non sono in grado di metabolizzare correttamente il colesterolo né altri lipidi all'interno delle cellule). Questo risultato suggerisce che la neurodegenerazione stessa potrebbe essere legata alla missegregazione cromosomica, ovvero la segregazione difettosa dei cromosomi. Al riguardo, secondo i ricercatori, riuscire ad identificare correttamente l'azione del colesterolo LDL sulle cellule ed il problema che ne consegue, potrà portare a nuovi approcci per la terapia in molte malattie umane come: l'Alzheimer, l'aterosclerosi e probabilmente anche il cancro, in quanto tutte queste malattie, (ed anche altre), mostrano un denominatore comune nella divisione cellulare difettosa. Oltretutto la dottoressa Antoneta Granic ed il dottor Huntington Potter hanno anche testato un trattamento semplice ed efficace che ha impedito al colesterolo "cattivo" di agire negativamente sulla divisione cellulare: nelle cellule in vitro che sono state trattate con dell'etanolo, quest'ultimo ha impedito al colesterolo di far distribuire in maniera diseguale i cromosomi nelle nuove cellule. Insomma con queste scoperte si preannunciano probabilmente nuovi orizzonti per la prevenzione ed il trattamento di alcune tra le più temute malattie che ad'oggi affliggono non poche persone.
Da ormai diverso tempo si ritiene che il colesterolo LDL, (o cosiddetto "cattivo"), è una delle possibili cause dei danni alle arterie ed all'apparato cardiocircolatorio in generale. Infatti uno dei suoi "effetti collaterali" è, per esempio, l'aterosclerosi, vale a dire un'indurimento delle arterie, che può provocare angina pectoris, infarto ed ictus. Tuttavia ciò che di recente ha sconcertato i ricercatori del Linda Crnic Institute for Down Syndrome e del Department of Neurology presso la School of Medicine dell'Università del Colorado è stata l'azione devastante del colesterolo LDL nei confronti del processo di divisione cellulare, che provoca la diffusione in tutto il corpo di cellule "figlie" difettose. In pratica la dottoressa Antoneta Granic ed il dottor Huntington Potter, (i principali autori dello studio), hanno osservato come, sia in modello animale che nell'uomo, il colesterolo "cattivo" abbia indotto le cellule a dividersi in modo scorretto, distribuendo in maniera diseguale nella generazione successiva di cellule i cromosomi duplicati. In sostanza quello che accade è che ci si ritrova con un accumulo di nuove cellule difettose: con un numero errato di cromosomi ed un altrettanto numero errato di geni. Infatti le cellule "figlie" presentano, (invece di due copie di ogni gene, come dovrebbe essere), alle volte tre copie di ogni gene, ed altre volte uno solo. Il che rappresenta un bel guaio perché, come spiegato dai ricercatori, le cellule che presentano tre copie del cromosoma, (anomalia nota anche con il nome di trisomia), sono implicate nella codifica del peptide beta-amiloide, (noto per essere un componente chiave delle placche amiloidi che si accumulano nel cervello di chi soffre di Alzheimer). Inoltre gli scienziati del Linda Crnic Institute conoscono bene la trisomia, poiché studiano da anni sindromi come quella di Down, dove la trisomia 21 è la caratteristica fondamentale. Infatti le persone affette dalla sindrome di Down, presentano, appunto, la trisomia 21 in tutte le cellule che compongono il loro organismo e spesso queste persone sviluppano problemi cerebrali e molti di loro anche la malattia di Alzheimer una volta superati i 50 anni di età. Ad ogni modo il riscontro tra queste mutazioni indotte dal colesterolo LDL e l'Alzheimer è stato in precedenza osservato nel 10% delle cellule presenti nei pazienti affetti di Alzheimer, le quali avevano tre copie del cromosoma 21, anziché due. Comunque i risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista PLOS ONE, e suggeriscono che la malattia di Alzheimer può essere in qualche modo una sorta di "sindrome di Down acquisita". Ipotesi supportata anche dalla constatazione che i geni "mutanti" che causano malattie ereditarie provocano lo stesso difetto nella segregazione cromosomica, (proprio come fa il colesterolo), indicando così la presenza di un problema comune di divisione cellulare nel morbo di Alzheimer, sia familiare che occasionale. Per di più un'ulteriore scoperta fatta dai ricercatori è stato il trovare la trisomia 21 nei neuroni del cervello di bambini affetti dalla malattia di Niemann-Pick di tipo C, (una malattia ereditaria in cui i pazienti non sono in grado di metabolizzare correttamente il colesterolo né altri lipidi all'interno delle cellule). Questo risultato suggerisce che la neurodegenerazione stessa potrebbe essere legata alla missegregazione cromosomica, ovvero la segregazione difettosa dei cromosomi. Al riguardo, secondo i ricercatori, riuscire ad identificare correttamente l'azione del colesterolo LDL sulle cellule ed il problema che ne consegue, potrà portare a nuovi approcci per la terapia in molte malattie umane come: l'Alzheimer, l'aterosclerosi e probabilmente anche il cancro, in quanto tutte queste malattie, (ed anche altre), mostrano un denominatore comune nella divisione cellulare difettosa. Oltretutto la dottoressa Antoneta Granic ed il dottor Huntington Potter hanno anche testato un trattamento semplice ed efficace che ha impedito al colesterolo "cattivo" di agire negativamente sulla divisione cellulare: nelle cellule in vitro che sono state trattate con dell'etanolo, quest'ultimo ha impedito al colesterolo di far distribuire in maniera diseguale i cromosomi nelle nuove cellule. Insomma con queste scoperte si preannunciano probabilmente nuovi orizzonti per la prevenzione ed il trattamento di alcune tra le più temute malattie che ad'oggi affliggono non poche persone.
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