A quanto pare questa settimana potrebbe essere quella in cui YouTube toglierà il velo ai suoi primi canali a pagamento. O almeno questo è quanto ha fatto sapere una rencente indiscrezione del Financial Times, che è tornato sulle voci inizialmente diffuse dal portale specializzato AdAge a fine Gennaio. In pratica durante la fase di lancio questa novità coinvolgerà 50 canali tematici con abbonamenti che partiranno da 1,99 dollari al mese. E dunque si tratterà di una vera e propria rivoluzione per la piattaforma di video sharing più famosa al mondo di proprietà di Google e di un'ulteriore indicazione della direzione che i produttori di contenuti stanno sempre più prendendo sul Web; ovvero quella della diffusione di materiale a pagamento. Infatti in principio a fare ciò è stata l'industria discografica, (ad esempio, proprio una settimana fa iTunes ha spento le sue prime dieci candeline), seguita più recentemente dall'editoria giornalistica, (per esempio, nel giro di un anno il New York Times ha ottenuto circa 450.000 sottoscrizioni). Oltretutto già da tempo YouTube sta lavorando alla realizzazione di canali premium, ha stretto rapporti con molti grandi produttori cinematografici e televisivi, ha investito circa 200 milioni di dollari nella realizzazione di questo nuovo progetto, lavorando con tutte le principali "media companies" americane ed internazionali. E dunque ciò rappresenterà un cambiamento epocale, una svolta importante dalla formula gratuita sostenuta dalla pubblicità che l'azienda di Google ha da sempre perseguito. Ma comunque sia anche se la scelta dell'offerta a pagamento andrà a modificare il ruolo che YouTube ha avuto finora nella diffusione e nel successo dei video online, questo non significa che tutti i video, (del passato o del futuro), saranno visibili solo a pagamento. Si tratterà, appunto, soltanto dell'aggiunta di alcuni nuovi canali, con i quali YouTube andrà a giocarsela sul campo presidiato dai servizi di streaming a pagamento come Hulu o Netflix, vale a dire colossi da milioni di abbonati che ancora non sono disponibili in Italia. Ad ogni modo al momento non si conoscono quali siano i partner che hanno sposato all'iniziativa di YouTube; ed al riguardo neanche i portavoce di Google si sono voluti sbilanciare, ed hanno, infine, spiegato: "Al momento non abbiamo nulla da annunciare, tuttavia stiamo creando un sistema di sottoscrizioni ai canali a pagamento che potrebbe offrire ai nostri utenti ancora più contenuti su YouTube ed a chi crea contenuti un'ulteriore fonte di entrate, in aggiunta ai modelli che già offriamo, basati sulla pubblicità e sul noleggio".
A quanto pare questa settimana potrebbe essere quella in cui YouTube toglierà il velo ai suoi primi canali a pagamento. O almeno questo è quanto ha fatto sapere una rencente indiscrezione del Financial Times, che è tornato sulle voci inizialmente diffuse dal portale specializzato AdAge a fine Gennaio. In pratica durante la fase di lancio questa novità coinvolgerà 50 canali tematici con abbonamenti che partiranno da 1,99 dollari al mese. E dunque si tratterà di una vera e propria rivoluzione per la piattaforma di video sharing più famosa al mondo di proprietà di Google e di un'ulteriore indicazione della direzione che i produttori di contenuti stanno sempre più prendendo sul Web; ovvero quella della diffusione di materiale a pagamento. Infatti in principio a fare ciò è stata l'industria discografica, (ad esempio, proprio una settimana fa iTunes ha spento le sue prime dieci candeline), seguita più recentemente dall'editoria giornalistica, (per esempio, nel giro di un anno il New York Times ha ottenuto circa 450.000 sottoscrizioni). Oltretutto già da tempo YouTube sta lavorando alla realizzazione di canali premium, ha stretto rapporti con molti grandi produttori cinematografici e televisivi, ha investito circa 200 milioni di dollari nella realizzazione di questo nuovo progetto, lavorando con tutte le principali "media companies" americane ed internazionali. E dunque ciò rappresenterà un cambiamento epocale, una svolta importante dalla formula gratuita sostenuta dalla pubblicità che l'azienda di Google ha da sempre perseguito. Ma comunque sia anche se la scelta dell'offerta a pagamento andrà a modificare il ruolo che YouTube ha avuto finora nella diffusione e nel successo dei video online, questo non significa che tutti i video, (del passato o del futuro), saranno visibili solo a pagamento. Si tratterà, appunto, soltanto dell'aggiunta di alcuni nuovi canali, con i quali YouTube andrà a giocarsela sul campo presidiato dai servizi di streaming a pagamento come Hulu o Netflix, vale a dire colossi da milioni di abbonati che ancora non sono disponibili in Italia. Ad ogni modo al momento non si conoscono quali siano i partner che hanno sposato all'iniziativa di YouTube; ed al riguardo neanche i portavoce di Google si sono voluti sbilanciare, ed hanno, infine, spiegato: "Al momento non abbiamo nulla da annunciare, tuttavia stiamo creando un sistema di sottoscrizioni ai canali a pagamento che potrebbe offrire ai nostri utenti ancora più contenuti su YouTube ed a chi crea contenuti un'ulteriore fonte di entrate, in aggiunta ai modelli che già offriamo, basati sulla pubblicità e sul noleggio".
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