Anonymous Italia oscura i siti del COISP e del Ministero della Giustizia per vendicare Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi.
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
Immagine pubblicata sul blog ufficiale di Anonymous Italia
Continuano gli attacchi informatici da parte della divisione italiana della famosa legione Anonymous, la quale, dopo aver messo fuori uso circa una settimana fa il sito della Corte Costituzionale per solidarietà nei confronti di Stefano Cucchi e le altre vittime dello Stato, diverse ore fa, sempre al grido di "OpRevenge", ha deciso di rendere inaccessibili, (in gergo Tango Down), il sito del COISP, (acronimo di COordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia), e quello del Ministero della Giustizia. Naturalmente com'è nello stile della legione, gli hacker hanno pubblicato un comunicato sul loro blog ufficiale nel quale hanno rivendicato l'azione e spiegato le motivazioni dell'attacco, scrivendo: «Salve Assassini di Stato, apprendiamo con sdegno che non paghi di aver molestato recentemente Patrizia Aldrovandi, ora cercate visibilità querelando Ilaria Cucchi. Non paghi di aver infangato il valore dell'onestà e del rispetto, infierite su una famiglia che ha avuto la sola colpa di cercare verità e giustizia. Non paghi di aver scaricato le colpe solo sui medici, infierite contro chi ha già dovuto sopportare l'umiliazione di un processo-farsa sfociato nell’auto assoluzione». Ed hanno poi proseguito scrivendo: «La parola "dignità" non vi appartiene.
Forse credete che speculare sugli atroci drammi di chi ha visto ucciso
un familiare da quanti sono mantenuti e pagati per proteggerci e di chi
ha visto il proprio fratello ammazzato di botte, ucciso nel silenzio e
nell'omertà di categoria, possa difendere l'onorabilità delle forze
dell'ordine?
Sulle vostre coscienze pesa anche l'assassinio di Marcello Lonzi e la
persecuzione che da ben dieci anni viene perpetrata nei confronti di sua
madre: Maria Ciuffi. "Marcellino" veniva assassinato nel carcere "Le sughere" di Livorno nel
lontano Luglio 2003 dalla ferocia dei secondini e dalla complicità dei
medici. Le ecchimosi, le ferite e le fratture alle costole vennero infatti attribuite ad una semplice caduta ed al tentativo di rianimazione. Maria Ciuffi, che tutt'ora porta avanti la sua battaglia ed ha chiesto la riapertura delle indagini, ha urlato il suo dolore e chiesto giustizia per suo figlio. La verità è stata sempre sepolta da muri invalicabili e dalla viltà omertosa di istituzioni e corpi di polizia. La mamma di Marcello ha subìto numerose intimidazioni: è stata pedinata a lungo ed una macchina ha addirittura tentato di investirla. Come Patrizia Aldrovandi ed Ilaria Cucchi, anche lei è stata querelata per diffamazione. Non soddisfatti, i secondini rimossero la corona di fiori che Maria
portò a Marcello in occasione del suo compleanno: il gesto non era
autorizzato.
Sono invece autorizzati i soprusi sostenuti dai complici silenti; le
torture psicologiche e corporali, le privazioni mentali e fisiche,
l'annichilimento. Queste sono le carceri. E voi siete bestie da guardia del "sorvegliare e
punire"». Ed ancora: «Continuate pure a cercare ridicoli escamotages che vi rendano puliti
agli occhi dei cittadini sedati dalle vostre favole sulla sicurezza.
Continuino, i loschi magistrati dell'èlite corrotta, a sostenere il
vostro operato indegno e le vostre divise sporche di sangue. Useremo tutti i mezzi, tutte le conoscenze a nostra disposizione per far venire a galla quel che nascondete. Ciò che sta accadendo non deve rimanere confinato nel privato. E' una linea deplorevole che continua a mietere vittime nei luoghi dell'annientamento umano; è la stessa linea che tenta di abbattere chi urla la sua sete di verità». Inoltre successivamente si sono scagliati contro anche il G8 di Genova del 2001, spiegando: «La miserabile sentenza sui fatti del G8 2001 è la chiara dimostrazione
di come questo sistema sia fondato su una democrazia ammorbata. Pene
lievissime per le bestie inferocite che si accanirono sui manifestanti
perpetrando aberrazioni di ogni tipo, (per citarne una, l'assistente capo
di pubblica sicurezza Pigozzi, ovvero il pseudo-uomo che divaricò le
dita di un detenuto fino a lacerargli e staccargli la carne). Pene
addirittura parzialmente coperte da indulto.
Il reato di tortura non esiste; le forze del disordine sono autorizzate a
dare adito ad una macelleria di Stato in nome della sicurezza. Quale,
non si sa». Ed hanno infine concluso scrivendo: «Esiste, invece, il reato di devastazione e saccheggio: 12 anni ed oltre, contro le ridottissime pene relative alla devastazione ed al saccheggio di corpi e menti dei manifestanti. Assassini indegni e burattini della pseudo-giustizia manovrati dal denaro: aspettateci sempre. Aspettateci anche quando i vostri compari millantano di aver messo fine al nostro movimento. Aspettateci ogni qual volta ci sarà un sopruso, un corpo percosso, un grido che chiede giustizia e che viene ignorato, una bocca imbavagliata dalle vostre menzogne. Siamo tutti figli e fratelli di queste donne guerriere e di chi ha subìto violenze rimaste impunite!». Tuttavia a differenza degli altri casi, le istituzioni coinvolte nell'attacco hanno reagito scagliandosi contro gli hacker di Anonymous Italia; infatti in una nota ufficiale il COISP ha dichiarato: «Si tratta solo di un gruppo di vigliacchi che si professano hacker. Non ci resta che ringraziare questi criminali per l'attenzione e cogliamo l'occasione per invitarli il 21, 22 e 23 di Giugno a Vicenza in occasione del 6° Congresso Nazionale del COISP. Magari, chissà, una lezione di legalità e civiltà potrebbe essergli utile».
Commenti
Posta un commento