Chiunque vuole navigare tranquillamente su Internet senza essere distratto o infastidito dalla comparsa di banner e pop-up pubblicitari di ogni genere, sa bene che l'installazione del plug-in Adblock Plus è una scelta quasi obbligatoria. Infatti il software, disponibile per Mozilla Firefox, Google Chrome, Opera ed anche per il browser di cui è stato dotato il sistema operativo Android, analizza il contenuto delle varie siti web visitati e si mette al lavoro, appunto, per impedire la visualizzazione delle suddette inserzioni. Tuttavia a quanto pare di recente Google ed altre aziende al momento non ben specificate avrebbero messo mano ai loro portafogli per essere inserite nella whitelist del software in questione. A farlo sapere è stato in questi giorni il sito tedesco Horizont, il quale però non ha rivelato la cifra sborsata dal colosso californiano o dalle altre società coinvolte nella vicenda. Ad ogni modo consentire la visualizzazione dei banner anche dopo averli individuati non è certo una novità per Adblock Plus. Infatti a partire dal 2011 la società sviluppatrice Eyeo ha deciso di permettere ai piccoli siti web di non essere inclusi nella "lista nera", in modo da non impedire a chi li gestisce di guadagnare grazie alle inserzioni, a patto però che queste non fossero invadenti o inopportuni per gli utenti. Difatti nella FAQ presente sul sito ufficiale del plug-in si può legge che: «alcuni network potrebbero essere esclusi dal blocco, ma solo se soddisfano precisi criteri di valutazione». Comunque sia il processo di analisi del software non è automatico e richiede l'intervento del team al lavoro su Adblock Plus, che ovviamente non può essere costituito solo ed esclusivamente da volontari. Il che spiega perché in alcuni casi per entrare a far parte di questa whitelist basta semplicemente sborsare del denaro, come sembra abbia fatto Google. Al riguardo qualcuno presumibilmente facente parte del team di lavoro di Adblock Plus ha spiegato: "Entrare nella whitelist è gratuito per i piccoli siti e per i blog. Tuttavia, gestire l'elenco richiede uno sforzo significativo da parte nostra, che non può essere fatto interamente da volontari come invece accade con le normali liste che filtrano i banner. Ecco perché siamo pagati da alcune grandi aziende per consentire la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie non invadenti, attraverso la loro partecipazione al programma Acceptable Ads". In ogni caso interpellati sulla questione, sia i vertici di Eyeo che quelli del colosso californiano per il momento non hanno ancora rilasciato alcun commento. Tuttavia chi conosce bene Adblock Plus sa che "chiudere la porta" a qualsiasi banner non è completamente impossibile: basta semplicemente togliere la spunta al checkbox "Permetti alcune pubblicità non opportune" tra le opzioni del plug-in, (che per la precisione si trova in basso alla finestra che si apre cliccando sulla voce "Gestione dei Filtri"), ed il gioco è fatto.
Chiunque vuole navigare tranquillamente su Internet senza essere distratto o infastidito dalla comparsa di banner e pop-up pubblicitari di ogni genere, sa bene che l'installazione del plug-in Adblock Plus è una scelta quasi obbligatoria. Infatti il software, disponibile per Mozilla Firefox, Google Chrome, Opera ed anche per il browser di cui è stato dotato il sistema operativo Android, analizza il contenuto delle varie siti web visitati e si mette al lavoro, appunto, per impedire la visualizzazione delle suddette inserzioni. Tuttavia a quanto pare di recente Google ed altre aziende al momento non ben specificate avrebbero messo mano ai loro portafogli per essere inserite nella whitelist del software in questione. A farlo sapere è stato in questi giorni il sito tedesco Horizont, il quale però non ha rivelato la cifra sborsata dal colosso californiano o dalle altre società coinvolte nella vicenda. Ad ogni modo consentire la visualizzazione dei banner anche dopo averli individuati non è certo una novità per Adblock Plus. Infatti a partire dal 2011 la società sviluppatrice Eyeo ha deciso di permettere ai piccoli siti web di non essere inclusi nella "lista nera", in modo da non impedire a chi li gestisce di guadagnare grazie alle inserzioni, a patto però che queste non fossero invadenti o inopportuni per gli utenti. Difatti nella FAQ presente sul sito ufficiale del plug-in si può legge che: «alcuni network potrebbero essere esclusi dal blocco, ma solo se soddisfano precisi criteri di valutazione». Comunque sia il processo di analisi del software non è automatico e richiede l'intervento del team al lavoro su Adblock Plus, che ovviamente non può essere costituito solo ed esclusivamente da volontari. Il che spiega perché in alcuni casi per entrare a far parte di questa whitelist basta semplicemente sborsare del denaro, come sembra abbia fatto Google. Al riguardo qualcuno presumibilmente facente parte del team di lavoro di Adblock Plus ha spiegato: "Entrare nella whitelist è gratuito per i piccoli siti e per i blog. Tuttavia, gestire l'elenco richiede uno sforzo significativo da parte nostra, che non può essere fatto interamente da volontari come invece accade con le normali liste che filtrano i banner. Ecco perché siamo pagati da alcune grandi aziende per consentire la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie non invadenti, attraverso la loro partecipazione al programma Acceptable Ads". In ogni caso interpellati sulla questione, sia i vertici di Eyeo che quelli del colosso californiano per il momento non hanno ancora rilasciato alcun commento. Tuttavia chi conosce bene Adblock Plus sa che "chiudere la porta" a qualsiasi banner non è completamente impossibile: basta semplicemente togliere la spunta al checkbox "Permetti alcune pubblicità non opportune" tra le opzioni del plug-in, (che per la precisione si trova in basso alla finestra che si apre cliccando sulla voce "Gestione dei Filtri"), ed il gioco è fatto.
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