SGR 0418+5729, la calamita cosmica più potente dell'universo.

Visione artistica di un "magnetar".
È stata definita "la calamita cosmica più potente mai scoperta nell'intero universo", e si tratta di una particolare stella di neutroni, (il cui nome in codice è SGR 0418+5729), che è stata scovata tempo fa a circa 6.500 anni luce dalla Terra grazie all'ausilio del satellite XMM-Newton appartenente all'Agenzia Spaziale Europea, (nota anche con la sigla ESA), da un gruppo composto da 12 astronomi facenti parte dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, (noto anche con la sigla IUSS), dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, (noto anche con la sigla INAF), dell'Università degli Studi di Padova, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, (conosciuto anche con la sigla INFN, della University College di Londra, (nota anche con la sigla UCL), del Commissariat à l'énergie atomique et aux énergies alternatives, (noto anche con la sigla CEA), e dell'Institut de Ciencies de l'Espai di Barcellona. In pratica quelle stelle di neutroni che in genere sono caratterizzate da forti campi magnetici, sono state battezzate "magnetar" dagli astrofisici Robert Duncan e Christopher Thompson che le hanno scoperte per la prima volta più o meno vent'anni fa; e finora se ne conoscono complessivamente circa una ventina. Al riguardo Andrea Tiengo, dello IUSS e dell'INAF, nonché uno dei principali autori della scoperta pubblicata dalla rivista Nature, ha commentato: "Negli ultimi decenni la teoria delle "magnetar" è stata confermata da diverse osservazioni, ma nessuno prima d'ora era riuscito a misurare direttamente l'intensità del campo magnetico di questi corpi celesti". Infatti, come già noto, tutte le stelle quando finiscono di bruciare il loro combustibile nucleare, si spengono, ma ciò avviene in un modo differente a seconda della loro taglia: quelle che hanno una massa da 10 a 25 volte superiore al nostro Sole si trasformano, appunto, in stelle a neutroni, il che significa che la loro materia collassa e la loro dimensione si rimpicciolisce arrivando ad appena, si fa per dire, una ventina di chilometri di diametro. Inoltre a quanto pare sarebbero proprio le "magnetar" aventi forti campi magnetici ad essere all'origine di alcune potenti esplosioni cosmiche registrate nel corso degli anni, che in qualche occasione sono state persino in grado di disturbare le comunicazioni terrestri pur avvenendo in luoghi molto lontani: si parla di migliaia di anni luce. Ad ogni modo di recente sempre grazie all'XMM-Newton gli astronomi sono riusciti a misurare la frequenza dei raggi X emessi dalle varie stelle a neutroni. Quest'ultima è legata alla frequenza delle particelle che si muovono dentro il campo magnetico, la quale a sua volta rivela l'intensità dello stesso campo magnetico. In sostanza il valore registrato per quanto riguarda la stella SGR 0418+5729 è enorme: un milione di miliardi di Gauss, (il che rappresenta un valore davvero elevato, se si pensa che quello della Terra è inferiore ad 1 Gauss). Per di più, secondo gli esperti, la comprensione di simili fenomeni estremi risulta molto importante per poter decifrare i meccanismi esplosivi di questi particolari astri; meccanismi che avvengono anche sul Sole, anche se in maniera molto ridotta, irradiando fiumi di particelle che investono il nostro pianeta, provocando alcune volte qualche "inconveniente".

Di seguito al cune immagini della stella SGR 0418+5729:


 ...ed il "tour guidato" effettuato circa due mesi fa dal telescopio Chandra:

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