Scoperta una nuova possibile cura contro la leucemia.


Nonostante nel corso degli anni ci siano stati dei grandi progressi da parte della ricerca e diversi successi nel campo della medicina, attualmente la leucemia resta una malattia di cui ancora non si conosce una cura definitiva. Ed è proprio per questo motivo che gli scienziati sono sempre al lavoro per trovare nuove efficaci cure ed offrire una speranza a tutti i malati, (come, ad esempio, lo studio dello scorso Marzo). Ed a quanto pare questa speranza, potrebbe arrivare dalla lontana Australia, dove di recente un team di ricercatori del Peter MacCallum Cancer Centre di Melbourne avrebbe scoperto un nuovo approccio, (che è stato soprannominato "a doppia canna"), che potrebbe portare alla sopravvivenza nel lungo termine dei pazienti affetti da questo tipo di cancro del sangue, in particolar modo nelle forme più aggressive. In pratica, come hanno spiegato i ricercatori: "Dietro a queste forme di cancro c'è un enzima mutante chiamato "JAK2" che alimenta una forma particolarmente virulenta della malattia e che si è dimostrato resistente alle terapie attuali". Mentre il dottor Ricky Johnstone, che ha coordinato lo studio, ha aggiunto: "Non solo questi enzimi crescono molto velocemente e diffondono i tumori più rapidamente, ma sono spesso refrattari alle chemioterapie standard. Infatti queste forme di leucemia sono molto difficili da trattare a causa della velocità con cui si diffondono ma, in aggiunta, non possono essere trattate con la chemioterapia comune". Ad ogni modo il nuovo tipo di trattamento è stato testato durante uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, nel quale il dottor Ricky Johnstone, insieme alla dottoressa Michaela Waibel e colleghi, hanno un trattato la leucemia su modello animale con un nuovo farmaco per attaccare l'attività cancerogena della proteina JAK2 in due punti, ottenendo ottimi risultati; infatti il metodo si è dimostrato efficace nel curare totalmente questa forma di leucemia. Al riguardo il dottor Ricky Johnstone ha spiegato: "Se pensiamo ad una cellula tumorale come ad un albero, e se pensiamo che questa proteina JAK2 è l'albero, quello che vogliamo fare è colpire "l'albero" in due punti: vogliamo tagliare le "foglie" con un farmaco e poi vogliamo esaurire "l'apparato radicale" e, soprattutto, il "fittone" ad un altro livello". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Crediamo che il modo migliore per uccidere "l'albero", e quindi la cellula tumorale, sia questo duplice approccio: rimuovere le "foglie", togliere le "radici" e poi diminuire completamente la sopravvivenza ed il percorso di nutrimento per "l'albero" e, di conseguenza, uccidere la cellula tumorale. Ed anche se la ricerca è ancora nelle sue fasi iniziali, la disponibilità dei nuovi inibitori per uso clinico rende i risultati di laboratorio emozionanti". In ogni caso, secondo le intenzioni dei ricercatori, questo nuovo trattamento potrebbe essere messo a disposizione dei pazienti umani addirittura entro un anno.