In principio era considerata un alimento "povero", composto soltanto da pochi ingredienti: farina, acqua, passata di pomodoro e mozzarella. Mentre con il passare del tempo le ricette più complesse ed un aumento della facilità di consumo hanno portato molti ad associarla al cosiddetto "junk food". Ma tuttavia a quanto pare la pizza, nonostante il suo consistente carico di calorie, rimane un alimento sano e da non demonizzare. Infatti, secondo alcuni studi, chi ama la pizza e pratica un'attività fisica costante farebbe bene a non porsi troppi scrupoli; invece il problema emerge quando si è "a dieta". Infatti, secondo molti nutrizionisti che redigono schemi alimentari controllati, la pizza rappresenta lo "strappo" concesso non più di una volta alla settimana. Al riguardo Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e dirigente di ricerca del Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, (noto anche con la sigla CRA-NUT), ha spiegato: "Una margherita garantisce un apporto energetico di poco superiore a quello di un piatto di pasta condito, di norma compreso tra 600 e 700 chilocalorie. Chi ha un fabbisogno di 2.200-2.300 chilocalorie al giorno può mangiare anche una margherita al giorno, mentre chi segue un regime dietetico ipocalorico da 1.400 chilocalorie deve sicuramente consumarla con minor frequenza. Ma non è possibile dare un'indicazione valida su larga scala". Inoltre la pizza contiene innanzitutto carboidrati, (per una quota prossima al 70%); poi ci sono i grassi, (circa il 20%), e le proteine, (circa il 10%); ed, infine, se pur con la dovuta variabilità, una pizza margherita è sbilanciata in favore degli zuccheri complessi; ma non per questo andrebbe demonizzata. In tal proposito Andrea Ghiselli ha proseguito dichiarando: "Ciò che conta è il bilancio giornaliero, non quello di un singolo pasto. L'importante, quando si opta per una buona pizza, è rinunciare al pane e bilanciare gli altri nutrienti nei pasti della giornata". Infatti una margherita, che in peso può oscillare tra 300 e 600 grammi, apporta anche quote non trascurabili di sale, (1,5 grammi, ovvero pari al 25% del fabbisogno giornaliero raccomandato), e modeste quantità di vitamina A, vitamina C, ferro e calcio, grazie al pomodoro ed al formaggio utilizzato. Ad ogni modo il frequente accostamento della pizza al "cibo spazzatura" ha addirittura portato un gruppo di nutrizionisti dell'Università di Glasgow a renderla più equilibrata senza alterarne il sapore. Infatti in uno recente studio apparso su Public Health Nutrition, i ricercatori hanno analizzato le proprietà nutrizionali di 25 pizze margherita surgelate. I dati riscontrati sono stati estremamente variabili, con apporti calorici compresi tra 250 e 600 chilocalorie. Così, in collaborazione con la start-up Eatbalanced.com, gli studiosi hanno provveduto alla formulazione di una pietanza più equilibrata, con meno sale, più farina integrale, un maggior apporto di micronutrienti, (vitamina A, B12, C, ferro ed iodio), fibre ed un miglior equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi. In questo modo è venuta fuori la "pizza margherita ideale", in grado di apportare meno di 600 chilocalorie e con una più equa ripartizione dei nutrienti. Mentre per quanto riguarda il gusto, un gruppo di assaggiatori, composto da adulti e bambini, ha dato l'ok all'esperimento e si è dichiarato disponibile a spendere qualche centesimo in più per mangiare una margherita più "sana". Al riguardo i ricercatori dell'Università di Glasgow hanno, infine, spiegato: "Molte pizze commerciali, per migliorare la conservazione del prodotto, hanno una quota eccessiva di sale e grassi. Questo studio dimostra come, con qualche accortezza in più, sia possibile mangiare in maniera corretta anche quando si consuma un alimento già pronto".
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