WOW, l'invenzione italiana che permette di eliminare la radioattività dall'acqua.


Si chiama WOW e si tratta di un'invezione che a prima vista potrebbe sembrare una sorta di lavastoviglie, ma che invece al suo interno contiene una tecnologia che potrebbe aprire una speranza concreta per la decontaminazione delle acque radioattive. Infatti i test, già effettuati circa un anno e mezzo fa presso il Laboratorio energia nucleare applicata della facoltà di chimica dell'Università degli Studi di Pavia, (noto anche con la sigla LENA), hanno certificato che l'apparecchiatura in questione, prodotta da un ingegnere padovano, garantisce risultati straordinari, tanto da strappare più di un "wow" ai tecnici specializzati, (da qui deriva il nome dato alla nuova invenzione). Ad ogni modo durante i suddetti test WOW è stata in grado di ridurre di 7.500 volte la concentrazione di cesio radioattivo nell'acqua, partendo da livelli di contaminazione simili a quelli presenti nelle piscine di raffreddamento del reattore di Fukushima. Per di più è stata in grado anche di ridurre i volumi delle acque da stoccare: la radioattività presente in 5.000 metri cubi è stata concentrata in un litro. In pratica per comprendere al meglio le potenzialità economiche di WOW basta considerare che attualmente con i metodi utilizzati in Giappone, considerati i più efficienti, vengono depurati 25.000 metri cubi d'acqua al mese e si producono 5.000 metri cubi di fanghi radioattivi; ovviamente tutti da stoccare e monitorare in enormi serbatoi. Ma non è tutto; infatti, secondo gli esperti, l'invenzione italiana permetterebbe di salvaguardare la macchina da ogni contaminazione, dato che può essere ri-utilizzata dopo un semplice lavaggio, e non produrrebbe nuove scorie. Tuttavia al momento non si sa bene quale sia il metodo utilizzato da WOW e l'inventore, Adriano Marin, si è limitato a spiegare: "Un processo termo-dinamico di evaporazione. Il resto è top-secret, coperto da un brevetto mondiale". Mentre lo scenario del business è molto chiaro ad un gruppo di investitori, (in gran parte del Nord-est), che hanno sostenuto il progetto e confidano nell'apertura di un mercato mondiale. Perciò l'ultimo ostacolo che adesso WOW dovrà superare è una cosiddetta "prova d'urto": il che significa che dovrà essere in grado di trattare le acque contenute nelle vasche di stoccaggio di materiale radioattivo dell'impianto EUREX di Saluggia, (in provincia di Vercelli). Al riguardo Adriano Marin ha, infine, confermato: "Per il momento puntiamo a mantenere WOW in Italia, ed a creare una filiera e tanti posti di lavoro specializzati".

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