Come tutti avranno sicuramente notato, soprattutto negli ultimi mesi, Bitstrips, (l'ormai famosa applicazione che trasforma chi la utilizza in fumetto), ha fatto il botto, ed a quanto pare Googleha deciso di andarle dietro. In pratica, per chi ancora non la conoscesse, (cosa alquanto difficile considerato che ormai la conoscono tutti; soprattutto i teenager, i quali sembrano andarne pazzi), si tratta di un programmino per iOS, Android, Kindle Fire e Facebook, che consente di realizzare da zero vignette divertenti, contraddistinte da un certo taglio surreale e perfino inquietante, e di condividerle istantaneamente sul Social Network. Inoltre Bitstripssolo negli ultimi due mesi ha raggiunto 30 milioni di utenti, entrando nelle classifiche delle applicazioni più scaricate in circa 90 Paesi del mondo. Infatti, secondo molti, l'aspetto divertente è che il protagonista di quegli sketch è lo stesso utente, grazie al personaggio che egli stesso ha personalizzato in quasi ogni aspetto possibile, (dalle sopracciglia alcolore della pelle, fino all'abbigliamento). Oltretutto insieme alla forza dell'avatar c'è l'imprescindibile ingrediente social; infatti nella scenetta possono essere inseriti altri personaggi, (ovvero quelli dei propri amici), in un curioso esperimento di "social comic". Insomma, come già anticipato, Bitstrips è diventata talmente di successo da aver incassato appena qualche settimana fa un corposo investimento di circa 3 milioni di dollari da parte di una società di venture capital californiana: la Horizons Ventures. E quindi adesso anche Google sembra aver raccolto la sfida; infatti, già da qualche anno il colosso californiano sembra aver intuito l'importanza dei fumetti in ambito social: risale addirittura al 2010 il brevetto, (guarda caso, destinato a proteggere la proprietà di un "sistema per la creazione elettronica di comunicazioni tramite strisce a fumetti"; consultabile qui in formato PDF), accordatogli dallo United States Patent and Trademark Office, (noto anche con la sigla USPTO), con incredibile tempismo sul fenomenoBitstrips, solo lo scorso 31 Dicembre; insomma una specie di "Googlestrip". Ad ogni modo burocrazie a parte, il nuovo sistema assicurato a Google dovrebbe sfoggiare una differenza fondamentale rispetto ai tanti servizi in grado di creare dal nulla strisce a fumetti come Pixton, ComicMaster o Strip Generator: sarà direttamente integrato nelle piattaforme dei vari Social Network, (in primis, ovviamente Google+). Insomma darà di fatto vita ad un nuovo genere di contenuto oltre al semplice testo, alle foto ed ai video di cui le bacheche di Facebook e compagnia bella si nutrono. In sostanza l'idea è quella di trasformare facilmente le nostre conversazioni in scambi fra personaggi dei fumetti. Quindi non incorporando delle foto, come in pratica accade ora con Bitstrips, ma utilizzando un editor integrato che aiuti gli utenti formattando i loro pensieri e le loro discussioni verso una formula alla Calvin & Hobbes, tanto per rimanere in ambito statunitense. Al riguardo Satish Kumar Sampath, ingegnere di casa Google, nella richiesta di registrazione del brevetto ha scritto: «Attualmente un utente che ha qualcosa di divertente da condividere con gli altri e da raccontare non dispone di nessun altro modo per farlo se non tramite del semplice testo e oggi che i Social Network supportano audio, immagini, animazioni e video, i semplici messaggi di testo rischiano di non essere visualizzati con la stessa importanza». Da qui l'idea del colosso californiano, (che molto probabilmente verrà sperimentata all'interno di Google+, oppure concessa in licenza ad altri siti): trasformarci tutti in fumetti, se lo vogliamo nataturalmente, per semplificare ed allo stesso tempo arricchire il dialogo, cambiandogli registro e formato. In tal proposito Satish Kumar Sampath ha proseguito spiegando: «Numerosi siti danno la possibilità agli utenti di creare facilmente le loro strisce personalizzate a fumetti in cui inserire il testo ed elementi aggiuntivi, ma le strisce così prodotte non si adattano bene alla condivisione sulle interfacce dei Social Network. Così come manca la possibilità di crearle direttamente dal sito della piattaforma». Tuttavia rispetto alla data della richiesta, che parla ancora di siti piuttosto che di applicazioni, c'è stato il ciclone Bitstrips. Anche se in fondo la questione non è cambiata: oltre che passare da un sito si sfrutta anche un altro programmino o un'applicazione per Facebook. Mentre l'obiettivo di Google sembra quello di eliminare questa mediazione, dando la possibilità all'utente di scegliere se scrivere in maniera tradizionale oppure in forma di fumetto, (o qualcosa di molto simile). Ma non è tutto; i fumetti che potrebbero essere realizzati col nuovo brevetto assegnato a Google non dovrebbero essere utili solo a farsi quattro risate fra amici, o meglio fra contatti; cosa che sta accadendo con la proliferazione incontrollata, (a dire il vero in parte anche un po' molesta), di scenette dal tono più diverso. Infatti le strisce di casa Google potrebbero essere utilizzate per altri scopi, magari pubblicitari o elettorali, per schematizzare o spiegare meglio dibattiti politici, raccontare un tema complesso o per sviluppare programmi educativi. Non è un caso che gli stessi canadesi di Bitstrips abbiano già lanciato una sorta di "spin-off" dedicato alle scuole: Bitstrips for Schools. Insomma si spazierebbe in ogni ambito grazie alla leggerezza ed all'efficacia di un genere, il fumetto, che non teme il passare del tempo ed il susseguirsi compulsivo delle tecnologie. Tuttavia l'idea è alquanto rischiosa e, fra l'altro, non è la prima volta che salta fuori: i più "anziani" forse ricorderanno ancora Microsoft Comic Chat, vale a dire un client di instant messaging che si trovava su Windows 95 e 98, in cui si poteva chattare anche in "modalità fumetto", dove si poteva scegliere tra diversi personaggi e varie emozioni da attribuire loro. Comunque sia nel caso di "Googlestrip", la possibilità sarà duplice: si potranno realizzare strisce a fumetti manualmente, scegliendo titoli ed altri elementi, oppure abilitare una specie di "traduzione automatica"; ovviamente tutta da perfezionare. Una volta fatto ciò, la creazione potrà essere condivisa non solo sulla piattaforma utilizzata per "disegnarla", ma anche via e-mail, su un sito, un profilo di un'altra piattaforma o anche via chat. Tuttavia per il momento non ci sono né conferme né tabelle di marcia: come spesso accade, i giganti dell'hi-tech tendono a tutelarsi brevettando l'imbrevettabile. Quindi potrebbe anche non uscirne fuori nulla; anche se il clamoroso successo di un programma in fondo semplice e divertente come Bitstrips potrebbe cambiare le carte in tavola, spingendo qualche manager a sponsorizzare questo brevetto.
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