Anonymous attacca il Ministero della Salute in sostegno dell'antiproibizionismo e la liberazione della cannabis.
In questi giorni la divisione italiana della famosa legione Anonymous è tornata all'attacco al grido di "OpCannabis" prendendo di mira, defacciando e rendendo pubblici alcuni documenti relativi al sito del Ministero della Salute, del medico chirurgo Giovanni Serpelloni, del sito DROnet e del sito Droga No Grazie, (il primo rimasto inaccessibile dal tardo pomeriggio di Sabato fino al primo pomeriggio di ieri; mentre gli altri tre stanno ancora riscontrando qualche problema), come atto della loro campagna antiproibizionistica, iniziata, appunto, Sabato 8 Febbraio con una manifestazione per la liberazione della cannabis tenutasi a Roma contro la cosiddetta legge Fini-Giovanardi. Legge che, tra l'altro, proprio quest'oggi è stata oggetto di un'udienza pubblica in Corte Costituzionale dopo che sul testo è stata sollevata la questione di legittimità: i dubbi riguardano in particolare la decretazione d'urgenza e la compatibilità ed omogeneità interna della norma, (ad inviare gli atti alla Consulta è stata la Corte di Cassazione, con ordinanza depositata l'11 Giugno 2013). Ad ogni modo, come loro solito, gli hacker di Anonymous Italia hanno rivendicato e spiegato le motivazioni della loro azione attraverso un comunicato pubblicato sul loro blog ufficiale, nel quale si può leggere: «Con questa operazione Anonymous vuole esprimere la sua più totale solidarietà alle persone che oggi manifestano a Roma per la legalizzazione della cannabis e per la fine della persecuzione poliziesca contro i consumatori e/o produttori di Tetra-Idro-Cannabinolo. Rivendichiamo il diritto di ogni individuo di produrre marijuana e consumarla per scopo ludico su modello di quanto avviene nei Paesi Bassi ed in Uruguay, Corea del Nord e parte degli USA. Anonymous non cesserà di combattere contro le continue discriminazioni alle quali, in Italia, i consumatori di cannabis e più in generale tutti gli amanti degli stupefacenti sono sottoposti». E subito dopo gli hacker hanno proseguito elencando brevemente le suddette discriminazioni, scrivendo: «1) - La legge Fini-Giovanardi è palesemente discriminatoria: equiparando le pene per il possesso di droghe leggere e pesanti, ha riempito le carceri di consumatori di stupefacenti ed ampliato di molto il giro d'affari delle narco-mafie. La citata legge è stata, inoltre, approvata con iter di dubbia costituzionalità tant'è che l'11 Febbraio la Consulta si pronuncerà in merito.
2) - I/le lavoratori/lavoratrici sono sottoposti a test periodici che accertano il consumo di stupefacenti, se positivi rischiano di perdere la propria occupazione. Tali misure sono palesemente vessatorie per due motivi:
I. La marijuana non ha un effetto psicoattivo superiore a quello dell'alcool la cui assunzione non viene invece è analizzata dai test citati. Da antiproibizionisti esigiamo che le leggi tutelino il diritto all'assunzione di marijuana così come oggi tutelano quello di bere alcolici.
II. Gli esami citati puniscono con l'indegno ricatto della perdita dello stipendio chi usa la cannabis. Sarebbe sufficiente sottoporre i lavoratori a controlli medici periodici dei riflessi per accertare chi tra essi sia effettivamente in grado di svolgere i compiti richiesti. Ciò eviterebbe che qualcuno sia di volta in volta bollato come "tossicodipendente" con consequente perdita dell'impiego.
3) - I controlli che le forze dell'ordine attuano periodicamente su chi conduce autoveicoli, non sono volti ad accertare semplicemente l'efficienza psicofisica di chi guida, ma in realtà verificano se i soggetti interessati abbiano assunto alcool o droghe. Se il test effettuato evidenzia che il guidatore ha consumato cannabis, magari anche solo la sera prima, (ricordiamo che i metaboli della cannabis posso rimanere nelle urine anche per più di 3 settimane dall'ultima assunzione), ciò indurrà gli agenti a perquisire il/la malcapitato/a, che rischierà il carcere anche nel caso possegga un'infima quantità di tetraidrocannabinolo. Dobbiamo quindi concludere che questi controlli sono stati concepiti con intenti puramente repressivi verso chi consuma stupefacenti e non a tutela dell'effettiva sicurezza di chi si trova sulla strada, anche in questo caso come nel precedente, sarebbe più utile sostituirli con test sui riflessi, cosa più efficace e che non produrebbe alcuna discriminazione.
4) - Vicende di qualche anno fa hanno mostrato che le comunità di recupero gestite dai SerT spesso eran luogo di tortura ed umiliazione per gli utenti. Sappiamo inoltre che gli stessi SerT sono o sono stati responsabili della somministrazione di dosaggi di metadone incompatibili con qualsiasi protocollo di cura ed al limite dell'umanamente tollerabile. In alcuni casi il citato farmaco era accompagnato dalla prescrizione di altri principi attivi notoriamente incompatibili. Tutto ciò deve senza dubbio ricadere sotto la fattispecie del reato di tortura. Il minimo che si possa esigere è che i SerT siano sottoposti a videosorveglianza costante e che le immagini siano rese pubbliche in tempo reale, in modo che sia la somministrazione dei farmaci che le condizioni di vita nelle comunità di recupero non diventino strumento di potente discriminazione pena l'immediata denuncia alle autorità competenti.
5) - È, infine, necessario notare che gran parte degli omicidi di inermi cittadini trattenuti dalle forze dell'ordine sono connessi al possesso di piccole quantità di cannabis». Ed hanno in seguito continuato rivolgendosi ai politici scrivendo: «I consumatori e le consumatrici di tetraidrocannabinolo non possono sopportare oltre questo regime corrotto e intollerante. Potenti usurpatori dei nostri diritti, volete bollarci come criminali ed a volte come "malati", persone inaffidabili, da compatire ed emarginare, esseri umani che devono esser sottratti alla loro dipendenza per essere imbottiti di metadone e psicofarmaci, e viceversa, voi politicanti venduti alle multinazionali del farmaco, volete apparire come umani ed affidabili; ma Anonymous non dimentica e quindi non potete ingannarci, infatti Fini, promotore dell'omonima ed infame legge anti-droga, è anche colui che nel 2001 al G8 di Genova governava e coordinava le azioni squadriste ed omicide degli uomini in divisa. Signori potenti, questa volta noi consumatori di droghe e/o di cannabis siamo fermamente determinati a non essere più le vittime sacrificali dello stato immondo che voi rappresentate, questa volta non riuscirete a piegare le nostre esistenze al copione degradante che le vostre menti, schiave del profitto, hanno concepito: GIUSTO O SBAGLIATO NON PUÒ ESSERE REATO. GIUSTO O SBAGLIATO BASTA OMICIDI DI STATO. Padroni del cielo e della terra, politicanti: che l'urlo degli oppressi atterrisca i vostri cuori!». Successivamente gli hacker della divisione italiana di Anonymous, consigliando di utilizzare il browser Tor, hanno messo a disposizione di tutti i link dai quali poter scaricare e-mail, account privati ed altre informazioni riguardanti i suddetti siti, e concludendo il comunicato scrivendo: «Abbiamo volutamente pubblicato valori e risultati di una piccola parte di esami su pazienti, omettendo le generalità, per dimostrarvi quanto i nostri dati sensibili siano a rischio». Ed, infine, hanno anche aggiunto il numero di cellulare di Giovanni Serpelloni, in modo che tutti possano chiamare e/o inviare SMS, (tramite appositi servizi free, da loro stessi suggeriti), per esprimere il proprio dissenso.
Avete letto questo articolo di Focus che parla della
RispondiEliminacannabis e dei suoi effetti sulla fame? Se volete dare un’occhiata ecco il link
http://www.focus.it/scienza/salute/perche-la-cannabis-fa-venire-fame_C12.aspx