A quanto pare non solo l'attività fisica propriamente detta, ma anche tutti quegli esercizi di riscaldamento e rinforzo muscolare che comunemente vengono raggruppati sotto il nome di "stretching" potrebbero aiutare a prevenire il diabete. Infatti lo stretching, in particolar modo se combinato con attività fisiche aerobiche, (come, ad esempio, il nuoto, la corsa o lo spinning), sarebbe in grado di ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, soprattutto nelle donne anziane o di mezza età. O almeno questo è quanto ha fatto sapere uno studio pubblicato di recente su PLOS Medicine da un team di ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston, (nota anche con la sigla HSPH), coordinati dal professor Frank Hu, nel quale viene spiegato che: "L'esercizio fisico è noto per prevenire il diabete mellito di tipo 2, ma anche per migliorarne il controllo metabolico anche in programmi anaerobici, come dimostrato in precedenti studi in soggetti di sesso maschile. Nelle donne invece l'associazione tra tipologia di esercizio fisico e ridotto rischio di diabete non era ancora stata dimostrata". In pratica i medici dell'HSPH, in collaborazione con i colleghi dell'Università di Odense, (conosciuta adesso come Syddansk Universitet Odense o anche con la sigla SDU Odense), e della National University of Singapore, (abbreviata in NUS), hanno analizzato i dati di quasi 100.000 donne fra i 36 e gli 81 anni non affette da diabete e che avevano partecipato sia al Nurses' Health Study che al Nurses' Health Study II, (vale a dire due ampi studi prospettici iniziati rispettivamente nel 1976 e nel 1989). Ad ogni modo così facendo i ricercatori hanno scoperto che l'attività fisica riduce il rischio di diabete con qualsiasi tipo di intensità; infatti al riguardo lo stesso Frank Hu ha spiegato: "Le donne che dedicavano almeno 150 minuti a settimana all'attività fisica aerobica moderata e vigorosa ed almeno 60 minuti a settimana al potenziamento muscolare avevano probabilità di ammalarsi significativamente più basse rispetto alle coetanee inattive". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Questi risultati confermano, nella popolazione femminile, anche il ruolo protettivo giocato dall'attività fisica nello sviluppo di diabete, indipendentemente dal tipo di esercizio, (che può essere il semplice stretching), l'attività fisica aerobica moderata e vigorosa oppure una combinazione di entrambi per le più sportive".
A quanto pare non solo l'attività fisica propriamente detta, ma anche tutti quegli esercizi di riscaldamento e rinforzo muscolare che comunemente vengono raggruppati sotto il nome di "stretching" potrebbero aiutare a prevenire il diabete. Infatti lo stretching, in particolar modo se combinato con attività fisiche aerobiche, (come, ad esempio, il nuoto, la corsa o lo spinning), sarebbe in grado di ridurre in maniera significativa il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2, soprattutto nelle donne anziane o di mezza età. O almeno questo è quanto ha fatto sapere uno studio pubblicato di recente su PLOS Medicine da un team di ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston, (nota anche con la sigla HSPH), coordinati dal professor Frank Hu, nel quale viene spiegato che: "L'esercizio fisico è noto per prevenire il diabete mellito di tipo 2, ma anche per migliorarne il controllo metabolico anche in programmi anaerobici, come dimostrato in precedenti studi in soggetti di sesso maschile. Nelle donne invece l'associazione tra tipologia di esercizio fisico e ridotto rischio di diabete non era ancora stata dimostrata". In pratica i medici dell'HSPH, in collaborazione con i colleghi dell'Università di Odense, (conosciuta adesso come Syddansk Universitet Odense o anche con la sigla SDU Odense), e della National University of Singapore, (abbreviata in NUS), hanno analizzato i dati di quasi 100.000 donne fra i 36 e gli 81 anni non affette da diabete e che avevano partecipato sia al Nurses' Health Study che al Nurses' Health Study II, (vale a dire due ampi studi prospettici iniziati rispettivamente nel 1976 e nel 1989). Ad ogni modo così facendo i ricercatori hanno scoperto che l'attività fisica riduce il rischio di diabete con qualsiasi tipo di intensità; infatti al riguardo lo stesso Frank Hu ha spiegato: "Le donne che dedicavano almeno 150 minuti a settimana all'attività fisica aerobica moderata e vigorosa ed almeno 60 minuti a settimana al potenziamento muscolare avevano probabilità di ammalarsi significativamente più basse rispetto alle coetanee inattive". Ed ha, infine, concluso dichiarando: "Questi risultati confermano, nella popolazione femminile, anche il ruolo protettivo giocato dall'attività fisica nello sviluppo di diabete, indipendentemente dal tipo di esercizio, (che può essere il semplice stretching), l'attività fisica aerobica moderata e vigorosa oppure una combinazione di entrambi per le più sportive".
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