Del cioccolato si è già scoperto e dimostrato molto; soprattutto riguardo gli effetti benefici sulla salute e sull'umore che hanno il cacao ed i suoi componenti. Infatti si parla spesso di sostanze antiossidanti, che svolgono un'azione preventiva nei confronti di diverse malattie, o della teobromina, l'alcaloide naturale che svolge un'azione stimolante simile alla caffeina, ma anche cardiotonica e vasodilatatoria. Per questi motivi il cioccolato, (in particolar modo se fondente), si presenta come una specie di "nettare degli dei" capace di risollevare il morale ed allo stesso tempo essere benefico per il corpo: non a caso rientra in quella categoria di alimenti definiti consolatori, (o gratificanti). Tuttavia questa sua caratteristica di alimento "consolatore" potrebbe essere un'arma a doppio taglio; infatti, secondo un nuovo studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Miami, in collaborazione con i colleghi dell'Università della Florida, e pubblicato sul Journal of Consumer Research, mangiare cioccolato per consolarsi può avere un effetto bilaterale: da una parte può far ingrassare e dall'altra far perdere la stima di sé stessi. In pratica il problema maggiore, sempre gli scienziati, non è il cioccolato di per sé, ma l'indulgenza in certi comportamenti e cibi "gratificanti"; il che offre un piacere immediato, e più se ne mangia più se ne mangerebbe: ecco perché questo atteggiamento è pericoloso. Ad ogni modo durante il suddetto studio sono stati eseguiti diversi test, i cui risultati hanno dimostrato che quando le persone erano state esposte ad informazioni piacevoli e poi fatte sentire tristi, il loro consumo di alimenti "gratificanti" diminuiva. Inoltre gli stessi soggetti erano più propensi ad indicare come il consumare cibi "consolatori" potrebbe portare a problemi di salute. Mentre contrariamente, quando le persone erano state esposte ad informazioni neutrali e poi fatte sentire tristi, il loro consumo di alimenti "gratificanti" aumentava. Al riguardo gli autori dello studio in questione, (i dottor Anthony Salerno e Juliano Laran dell'Università di Miami e Chris Janiszewski dell'Università della Florida), hanno spiegato: "Abbiamo scoperto che quando le persone tristi sono esposte ad immagini di cibo indulgente o parole indulgenti, la loro tristezza evidenzia le conseguenze negative dell'indulgere. La nostra ricerca ha importanti implicazioni per i consumatori, in particolare per l'obesità, che resta un importante problema di salute negli Stati Uniti e non solo". Quindi, secondo i ricercatori, sarebbe importante, anche per le aziende alimentari, comprendere quali siano i meccanismi che fanno scattare nei consumatori la molla dell'impulso ad indulgere in comportamenti e cibi a rischio, perché ciò alla fine diviene un problema di salute globale che può avere gravi conseguenze per le società e le persone stesse.
Del cioccolato si è già scoperto e dimostrato molto; soprattutto riguardo gli effetti benefici sulla salute e sull'umore che hanno il cacao ed i suoi componenti. Infatti si parla spesso di sostanze antiossidanti, che svolgono un'azione preventiva nei confronti di diverse malattie, o della teobromina, l'alcaloide naturale che svolge un'azione stimolante simile alla caffeina, ma anche cardiotonica e vasodilatatoria. Per questi motivi il cioccolato, (in particolar modo se fondente), si presenta come una specie di "nettare degli dei" capace di risollevare il morale ed allo stesso tempo essere benefico per il corpo: non a caso rientra in quella categoria di alimenti definiti consolatori, (o gratificanti). Tuttavia questa sua caratteristica di alimento "consolatore" potrebbe essere un'arma a doppio taglio; infatti, secondo un nuovo studio condotto da alcuni ricercatori dell'Università di Miami, in collaborazione con i colleghi dell'Università della Florida, e pubblicato sul Journal of Consumer Research, mangiare cioccolato per consolarsi può avere un effetto bilaterale: da una parte può far ingrassare e dall'altra far perdere la stima di sé stessi. In pratica il problema maggiore, sempre gli scienziati, non è il cioccolato di per sé, ma l'indulgenza in certi comportamenti e cibi "gratificanti"; il che offre un piacere immediato, e più se ne mangia più se ne mangerebbe: ecco perché questo atteggiamento è pericoloso. Ad ogni modo durante il suddetto studio sono stati eseguiti diversi test, i cui risultati hanno dimostrato che quando le persone erano state esposte ad informazioni piacevoli e poi fatte sentire tristi, il loro consumo di alimenti "gratificanti" diminuiva. Inoltre gli stessi soggetti erano più propensi ad indicare come il consumare cibi "consolatori" potrebbe portare a problemi di salute. Mentre contrariamente, quando le persone erano state esposte ad informazioni neutrali e poi fatte sentire tristi, il loro consumo di alimenti "gratificanti" aumentava. Al riguardo gli autori dello studio in questione, (i dottor Anthony Salerno e Juliano Laran dell'Università di Miami e Chris Janiszewski dell'Università della Florida), hanno spiegato: "Abbiamo scoperto che quando le persone tristi sono esposte ad immagini di cibo indulgente o parole indulgenti, la loro tristezza evidenzia le conseguenze negative dell'indulgere. La nostra ricerca ha importanti implicazioni per i consumatori, in particolare per l'obesità, che resta un importante problema di salute negli Stati Uniti e non solo". Quindi, secondo i ricercatori, sarebbe importante, anche per le aziende alimentari, comprendere quali siano i meccanismi che fanno scattare nei consumatori la molla dell'impulso ad indulgere in comportamenti e cibi a rischio, perché ciò alla fine diviene un problema di salute globale che può avere gravi conseguenze per le società e le persone stesse.
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