Secondo una nuova ipotesi, Stonehenge potrebbe essere stato un gigantesco strumento musicale.


Da secoli gli esperti si interrogano sul perché Stonehenge, il famosissimo sito neolitico britannico, sia stato costruito. In molti ipotizzano che, considerato il suo allineamento, si tratti di un antico osservatorio astronomico usato per calcoli astronomici; altri lo considerando come una qualche creazione aliena; altri invece lo associano alla leggenda di Re Artù; altri ancora lo considerano come luogo di preghiera e di guarigione o come mausoleo, o addirittura come sito dedito al sacrificio animale e/o umano. Insomma le vere ragioni che giacciono dietro le iconiche pietre preistoriche britanniche sono ancora un mistero. Ma tuttavia pare che alla già lunga lista di teorie riguardanti la costruzione del sito adesso se ne sia aggiunta un'altra: "E se fosse stato pensato per essere uno strumento musicale gigante?". O almeno questo è quanto hanno ipotizzato di recente alcuni scienziati del Royal College of Art, i quali hanno analizzato l'aspetto dei monoliti che compongono Stonehenge scoprendo che si tratta di cosiddette "ringing rocks", in quanto "suonano" quando vengono colpiti; particolarità che non si riscontra nelle altre pietre di questo tipo. Infatti i ricercatori nell'ambito del Landscape and Perception Project hanno trascorso alcuni mesi ad esaminare e testare un gran numero di tipi di pietre appartenenti a molti siti in tutto il Regno Unito, registrandone il suono emesso: la maggior parte dei suoni si concludevano con un tonfo sordo che si discostava molto dalla pseudo-melodia dei giganteschi pilastri di Stonehenge, i quali contrariamente producono distintamente toni più musicali. E quindi pare che sia stata proprio questa "eccezionale natura sonora" il motivo per cui l'uomo neolitico abbia lavorato così duramente per trasportare le pietre in questione su un percorso piuttosto esteso del Salisbury Plain, nel Wiltshire. Inoltre non sembra essere solo una coincidenza il fatto che nei pressi della cava da dove provengono le pietre del famoso sito si trova un villaggio chiamato Maenclochog, (in italiano "pietre scampanellanti"), e che fino al '700 i villaggi della zona usavano proprio quelle pietre al posto delle campane. Ad ogni modo al riguardo Paul Devereux, che ha condotto lo studio insieme al collega Jon Wozencroft, ha dichairato: "Perché diavolo sono andati a prelevarli in Galles per portarli fino a Salisbury altrimenti? L'unica cosa che non è stata considerata fino ad ora è che il suono possa essere stato un fattore importante. Abbiamo riscontrato un passaggio sonoro degno di nota, con una percentuale significativa delle rocce che producevano suoni metallici come campane, gong, tamburi di latta, ecc...". Ed ha poi proseguito spiegando: "Le pietre potrebbero essere state considerate come portatrici di doti magiche a causa della loro natura sonora eccezionale. Abbiamo avuto percussionisti che sono stati in grado di eseguire effettivamente alcuni brani proprio dalle rocce. Questa è musica vera prodotta dalla roccia". Per di più altre pietre di quelle esaminate dai ricercatori del Royal College of Art hanno prodotto rumori diversi in luoghi altrettanto diversi, che andavano dal suono metallico a quello più caldo che ricorda quello del legno. Perciò, data la vasta scelta di rocce locali tra le quali attingere, il team si è detto convito che questo sia effettivamente stato il motivo per cui i lastroni siano stati considerati speciali e quindi utilizzati; Infatti in tal proposito hanno affermato: "È stata una scoperta davvero magica quella di imbattersi in un fenomeno che non si può spiegare". Mentre l'archeologo Tim Darvill durante un intervista della BBC, ha, infine, dichiarato: "Ovviamente non sappiamo se sono state usate perché "suonano", ma le rocce risonanti hanno un ruolo rilevante in tutte le culture preistoriche. Il paesaggio sonoro della preistoria è qualcosa che stiamo appena cominciando ad esplorare".

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