Ci sono voluti ben 126 anni, ma alla fine quello considerato il "cold case" più famoso di tutti i tempi è stato risolto: l'identità misteriosa del serial killer che terrorizzò la Londra vittoriana noto con lo pseudonimo di "Jack Lo Squartatore" è stata finalmente svelata. In pratica, secondo nuovi studi, si tratterebbe di un giovane immigrato polacco di 23 anni, chiamato Aaron Kosminski, che di mestiere faceva il barbiere. Inoltre questo nome già all'epoca degli efferati delitti era comparso nella lista dei principali sospettati dalla polizia; infatti l'ispettore Donald Swanson, a capo delle indagini, all'epoca nei suoi appunti scriveva: è un ebreo polacco, di basso ceto, che vive con la sua famiglia a Whitechapel, la zona tristemente rinomata per i suoi quartieri degradati e teatro degli efferati delitti del killer. Per di più questi appunti, donati dai discendenti del suddetto ispettore al Museo del Crimine di Scotland Yard, (meglio noto con il nome "Black Museum"), nel 2006, includono anche un memorandum dell'assistente capo, Sir. Melville Macnaghten, che in merito ad Aaron Kosminski scriveva: "Ha un grande odio per le donne... con forti tendenze omicide". Tuttavia la colpevolezza del killer 23enne non venne mai accertata e per questo morì impunito, nel 1919 all'età di 54 anni, presso il manicomio di Leavesden dopo aver contratto la cancrena ad una gamba. Ad ogni modo questa clamorosa scoperta è stata illustrata in un libro in uscita in questi giorni in Inghilterra, che fa luce sull'identità dell'omicida di Whitechapel grazie a nuove analisi storiche combinate a test del DNA condotti su uno scialle che si crede essere appartenuto a Catherine Eddowes, una delle 5 vittime accertate di Jack Lo Squartatore, (assassinata il 30 Settembre 1888), e che Russell Edwards, autore del libro in questione, ha acquistato ad un'asta nel 2007. Al riguardo lo stesso autore ha dichiarato: "Ci ho lavorato per 14 anni. Ed adesso abbiamo risolto definitivamente il mistero sull'identità di Jack Lo Squartatore". Tra l'altro lo scialle che ha permesso la ricostruzione dei fatti ha una storia interessante: lungo oltre 7 metri, ovviamente molto vecchio e danneggiato, era stato preso da un poliziotto sulla scena del delitto della quarta vittima di Jack Lo Squartatore, (appunto, Catherine Eddowes). All'epoca dei fatti il sergente Amos Simpson chiese se poteva avere quell'indumento per la moglie sarta, ma comprensibilmente quest'ultima reagì con orrore al pensiero di usare uno scialle insanguinato. Per questo motivo l'indumento venne riposto al sicuro e tramandato di generazione in generazione, (a parte un paio di anni in cui l'indumento fu, appunto, dato in prestito al Black Museum), fino al giorno della sua vendita all'asta; tra l'atro senza mai essere lavato. Il che ha permesso, grazie alle macchie di sangue e sperma ancora presenti sullo scialle, di risalire al DNA di Catherine Eddowes e del suo assassino e confrontarlo con quello dei discendenti di entrambi arrivando così al nome di Aaron Kosminski. Comunque sia se da un lato è stata svelata la sua identità, il numero delle sue vittime rimane ancora incerto: a Jack lo Squartatore vengono attribuiti, come già anticipato, con assoluta sicurezza gli omicidi di 5 donne nell'Est di Londra, avvenuti fra l'Agosto ed il Novembre del 1888. Tuttavia, secondo molti, il killer avrebbe proseguito il suo operato anche oltre, eliminando almeno altre 4 donne sempre nella stessa zona. In ogni caso quello che è invece certo è il modo brutale in cui uccideva le sue vittime, (che erano esclusivamente donne prostitute): tagliando loro la gola per rimuovere indisturbato gli organi interni e poi abbandonare il loro corpo mutilato nei vicoli bui di Londra.
Ci sono voluti ben 126 anni, ma alla fine quello considerato il "cold case" più famoso di tutti i tempi è stato risolto: l'identità misteriosa del serial killer che terrorizzò la Londra vittoriana noto con lo pseudonimo di "Jack Lo Squartatore" è stata finalmente svelata. In pratica, secondo nuovi studi, si tratterebbe di un giovane immigrato polacco di 23 anni, chiamato Aaron Kosminski, che di mestiere faceva il barbiere. Inoltre questo nome già all'epoca degli efferati delitti era comparso nella lista dei principali sospettati dalla polizia; infatti l'ispettore Donald Swanson, a capo delle indagini, all'epoca nei suoi appunti scriveva: è un ebreo polacco, di basso ceto, che vive con la sua famiglia a Whitechapel, la zona tristemente rinomata per i suoi quartieri degradati e teatro degli efferati delitti del killer. Per di più questi appunti, donati dai discendenti del suddetto ispettore al Museo del Crimine di Scotland Yard, (meglio noto con il nome "Black Museum"), nel 2006, includono anche un memorandum dell'assistente capo, Sir. Melville Macnaghten, che in merito ad Aaron Kosminski scriveva: "Ha un grande odio per le donne... con forti tendenze omicide". Tuttavia la colpevolezza del killer 23enne non venne mai accertata e per questo morì impunito, nel 1919 all'età di 54 anni, presso il manicomio di Leavesden dopo aver contratto la cancrena ad una gamba. Ad ogni modo questa clamorosa scoperta è stata illustrata in un libro in uscita in questi giorni in Inghilterra, che fa luce sull'identità dell'omicida di Whitechapel grazie a nuove analisi storiche combinate a test del DNA condotti su uno scialle che si crede essere appartenuto a Catherine Eddowes, una delle 5 vittime accertate di Jack Lo Squartatore, (assassinata il 30 Settembre 1888), e che Russell Edwards, autore del libro in questione, ha acquistato ad un'asta nel 2007. Al riguardo lo stesso autore ha dichiarato: "Ci ho lavorato per 14 anni. Ed adesso abbiamo risolto definitivamente il mistero sull'identità di Jack Lo Squartatore". Tra l'altro lo scialle che ha permesso la ricostruzione dei fatti ha una storia interessante: lungo oltre 7 metri, ovviamente molto vecchio e danneggiato, era stato preso da un poliziotto sulla scena del delitto della quarta vittima di Jack Lo Squartatore, (appunto, Catherine Eddowes). All'epoca dei fatti il sergente Amos Simpson chiese se poteva avere quell'indumento per la moglie sarta, ma comprensibilmente quest'ultima reagì con orrore al pensiero di usare uno scialle insanguinato. Per questo motivo l'indumento venne riposto al sicuro e tramandato di generazione in generazione, (a parte un paio di anni in cui l'indumento fu, appunto, dato in prestito al Black Museum), fino al giorno della sua vendita all'asta; tra l'atro senza mai essere lavato. Il che ha permesso, grazie alle macchie di sangue e sperma ancora presenti sullo scialle, di risalire al DNA di Catherine Eddowes e del suo assassino e confrontarlo con quello dei discendenti di entrambi arrivando così al nome di Aaron Kosminski. Comunque sia se da un lato è stata svelata la sua identità, il numero delle sue vittime rimane ancora incerto: a Jack lo Squartatore vengono attribuiti, come già anticipato, con assoluta sicurezza gli omicidi di 5 donne nell'Est di Londra, avvenuti fra l'Agosto ed il Novembre del 1888. Tuttavia, secondo molti, il killer avrebbe proseguito il suo operato anche oltre, eliminando almeno altre 4 donne sempre nella stessa zona. In ogni caso quello che è invece certo è il modo brutale in cui uccideva le sue vittime, (che erano esclusivamente donne prostitute): tagliando loro la gola per rimuovere indisturbato gli organi interni e poi abbandonare il loro corpo mutilato nei vicoli bui di Londra.
Commenti
Posta un commento