A partire da ieri basta un click per entrare nel cervello di Albert Einstein grazie all'Università di Princeton che, in collaborazione con l'Università Ebraica di Gerusalemme e con il California Institute of Technology, (noto anche con la sigla Caltech), ha iniziato a mettere online tutti i documenti del padre della Teoria della Relatività: attualmente si tratta di 5.000 documenti, (tra lettere, diari e scritti scientifici che coprono un arco di tempo che va dal 1879 al 1923), i quali però sono destinati ad aumentare. Infatti si tratta di un progetto, atteso da diversi anni e denominato The Digital Einstein Papers, andrà a raccogliere un totale di 30.000 documenti consultabili gratuitamente sia in lingua originale, (tedesco), sia che nella loro traduzione inglese e che rappresenterà la cosiddetta "Opera Omnia" del fisico tedesco. Insomma gli studiosi di Albert Einstein probabilmente li conoscono già tutti, ma per tutti gli altri sarà alquanto affascinante entrare nella vita personale di un genio, con il semplice aiuto di Internet; difatti i documenti in questione raccontano tanto la sua attività scientifica quanto la sua vita privata e fanno luce sulle sue passioni civili e politiche. Al riguardo Diana Kormos-Buchwald, direttore del progetto, ha dichiarato: "Vogliamo rendere accessibile tutto al pubblico più ampio rispetto a quello degli studiosi, degli storici, dei fisici e dei filosofi. Una sfida incredibile mettere online tutto il materiale, ma sono davvero emozionata se penso al successo che abbiamo ottenuto"; e se si pensa che all'inizio Albert Einstein non era solito conservare i suoi scritti, la sfida diventa ancora più incredibile. Tuttavia la collezione fornisce un panorama straordinario della sua trasformazione da studente non esattamente eccezionale ad un intelletto superiore, che ha scoperto il principio della Relatività generale e speciale, che ha introdotto il concetto per cui la luce è costituita da particelle, la cui velocità è la massima possibile nell'Universo, (ovvero i cosiddetti "quanti"), ed ha dimostrato che l'energia e la massa sono due facce della stessa medaglia. Tra l'altro tra i documenti da poco pubblicati online, si scopre un piccolo saggio che Albert Einstein scrisse in francese ad appena 17 anni nel quale scriveva: «Mentre un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per potersi occupare del futuro, i giovani si divertono soprattutto a contemplare sogni proibiti»; e nel quale inoltre spiega come forse finirà per insegnare le scienze teoriche, in virtù della sua «inclinazione per il pensiero matematico ed astratto... e della mancanza di senso pratico». In tal proposito Diana Kosmos-Buchwald ha dichiarato: "Mi auguro che la gente si convinca che Einstein non era quello scienziato isolato nell'attico con penna calamaio e carta, immagine che sembra persistere. Aveva una bella rete di amici, colleghi e collaboratori. Siamo stati colpiti dalla impressionante capacità che egli aveva di lavorare sodo. L'ispirazione è solo una minima componente. Lavorava sodo tutto il giorno, ed ogni giorno". Ad esempio si scopre che, il 27 Marzo 1901, il fisico tedesco aveva scritto una lettera molto interessante alla moglie Mileva Marić, nella quale si può leggere: «Ti bacio e ti abbraccio dal profondo del mio cuore, esattamente come vorresti e come meriti. Con amore». E dopo le affettuosità, Albert Einstein aveva rivelato di voler cercare in Italia «una posizione come assistente, perché qui è assente uno dei principali ostacoli, cioè l'antisemitismo». In sostanza era l'inizio del secolo, ma il fisico aveva già sviluppato una profonda coscienza della sua identità ebraica, che avrebbe poi visto trasformare in tragedia durante la dittatura nazista; motivo per cui aveva pensato di trasferirsi in Italia, in quanto la percepiva, appunto, come una nazione immune all'antisemitismo. Per di più questa coscienza si solidifica nel corso degli anni ed i documenti spiegano come Albert Einstein sia diventato un sionista, anche se nella "confessione" del 5 Aprile 1920 chiarisce tutti i suoi dubbi sull'idea di considerare quello ebraico come il popolo eletto; un percorso che si completerà con l'asilo negli Stati Uniti, dopo la presa del potere da parte dei nazisti in Germania. E nonostante aborriva la guerra, (come aveva anche scritto nel manifesto agli europei del 1914: «Davvero dovremo perire in un conflitto fratricida?»), aveva sollecitato il presidente americano Theodore Roosevelt, Jr. a sviluppare gli studi sulle armi atomiche, per difendersi da quanto stavano facendo i nemici. Ad ogni modo, come già anticipato, anche la sua vita personale è descritta nel profondo da questi documenti, dalle lettere d'amore per la moglie a quelle in cui descrive all'amico Michele Besso «il grande bene che mi fa la serenità», dopo la separazione dalla moglie e l'inizio della relazione con la cugina Elsa Einstein. Naturalmente c'è anche il lavoro scientifico, le corrispondenze con giganti come Max Planck, gli scambi di vedute con i colleghi, gli scritti che in quel momento sembravano solo tentativi di immaginare qualcosa di grande ma che invece stavano già facendo la storia della fisica. E risulta affascinante leggere l'inizio della relazione tenuta il 16 Gennaio 1911 a Zurigo: «Il pilastro basilare su cui posa la teoria definita "Teoria della Relatività" è il cosiddetto Principio di Relatività...». Insomma d'ora in poi chiunque lo desideri può conoscere tutto di questo grande genio stando comodamente seduto davanti ad uno schermo, grazie, appunto, a questo formidabile progetto, (accessibile al seguente link: http://einsteinpapers.press.princeton.edu), che in un certo qual senso lo fa tornare in vita.
A partire da ieri basta un click per entrare nel cervello di Albert Einstein grazie all'Università di Princeton che, in collaborazione con l'Università Ebraica di Gerusalemme e con il California Institute of Technology, (noto anche con la sigla Caltech), ha iniziato a mettere online tutti i documenti del padre della Teoria della Relatività: attualmente si tratta di 5.000 documenti, (tra lettere, diari e scritti scientifici che coprono un arco di tempo che va dal 1879 al 1923), i quali però sono destinati ad aumentare. Infatti si tratta di un progetto, atteso da diversi anni e denominato The Digital Einstein Papers, andrà a raccogliere un totale di 30.000 documenti consultabili gratuitamente sia in lingua originale, (tedesco), sia che nella loro traduzione inglese e che rappresenterà la cosiddetta "Opera Omnia" del fisico tedesco. Insomma gli studiosi di Albert Einstein probabilmente li conoscono già tutti, ma per tutti gli altri sarà alquanto affascinante entrare nella vita personale di un genio, con il semplice aiuto di Internet; difatti i documenti in questione raccontano tanto la sua attività scientifica quanto la sua vita privata e fanno luce sulle sue passioni civili e politiche. Al riguardo Diana Kormos-Buchwald, direttore del progetto, ha dichiarato: "Vogliamo rendere accessibile tutto al pubblico più ampio rispetto a quello degli studiosi, degli storici, dei fisici e dei filosofi. Una sfida incredibile mettere online tutto il materiale, ma sono davvero emozionata se penso al successo che abbiamo ottenuto"; e se si pensa che all'inizio Albert Einstein non era solito conservare i suoi scritti, la sfida diventa ancora più incredibile. Tuttavia la collezione fornisce un panorama straordinario della sua trasformazione da studente non esattamente eccezionale ad un intelletto superiore, che ha scoperto il principio della Relatività generale e speciale, che ha introdotto il concetto per cui la luce è costituita da particelle, la cui velocità è la massima possibile nell'Universo, (ovvero i cosiddetti "quanti"), ed ha dimostrato che l'energia e la massa sono due facce della stessa medaglia. Tra l'altro tra i documenti da poco pubblicati online, si scopre un piccolo saggio che Albert Einstein scrisse in francese ad appena 17 anni nel quale scriveva: «Mentre un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per potersi occupare del futuro, i giovani si divertono soprattutto a contemplare sogni proibiti»; e nel quale inoltre spiega come forse finirà per insegnare le scienze teoriche, in virtù della sua «inclinazione per il pensiero matematico ed astratto... e della mancanza di senso pratico». In tal proposito Diana Kosmos-Buchwald ha dichiarato: "Mi auguro che la gente si convinca che Einstein non era quello scienziato isolato nell'attico con penna calamaio e carta, immagine che sembra persistere. Aveva una bella rete di amici, colleghi e collaboratori. Siamo stati colpiti dalla impressionante capacità che egli aveva di lavorare sodo. L'ispirazione è solo una minima componente. Lavorava sodo tutto il giorno, ed ogni giorno". Ad esempio si scopre che, il 27 Marzo 1901, il fisico tedesco aveva scritto una lettera molto interessante alla moglie Mileva Marić, nella quale si può leggere: «Ti bacio e ti abbraccio dal profondo del mio cuore, esattamente come vorresti e come meriti. Con amore». E dopo le affettuosità, Albert Einstein aveva rivelato di voler cercare in Italia «una posizione come assistente, perché qui è assente uno dei principali ostacoli, cioè l'antisemitismo». In sostanza era l'inizio del secolo, ma il fisico aveva già sviluppato una profonda coscienza della sua identità ebraica, che avrebbe poi visto trasformare in tragedia durante la dittatura nazista; motivo per cui aveva pensato di trasferirsi in Italia, in quanto la percepiva, appunto, come una nazione immune all'antisemitismo. Per di più questa coscienza si solidifica nel corso degli anni ed i documenti spiegano come Albert Einstein sia diventato un sionista, anche se nella "confessione" del 5 Aprile 1920 chiarisce tutti i suoi dubbi sull'idea di considerare quello ebraico come il popolo eletto; un percorso che si completerà con l'asilo negli Stati Uniti, dopo la presa del potere da parte dei nazisti in Germania. E nonostante aborriva la guerra, (come aveva anche scritto nel manifesto agli europei del 1914: «Davvero dovremo perire in un conflitto fratricida?»), aveva sollecitato il presidente americano Theodore Roosevelt, Jr. a sviluppare gli studi sulle armi atomiche, per difendersi da quanto stavano facendo i nemici. Ad ogni modo, come già anticipato, anche la sua vita personale è descritta nel profondo da questi documenti, dalle lettere d'amore per la moglie a quelle in cui descrive all'amico Michele Besso «il grande bene che mi fa la serenità», dopo la separazione dalla moglie e l'inizio della relazione con la cugina Elsa Einstein. Naturalmente c'è anche il lavoro scientifico, le corrispondenze con giganti come Max Planck, gli scambi di vedute con i colleghi, gli scritti che in quel momento sembravano solo tentativi di immaginare qualcosa di grande ma che invece stavano già facendo la storia della fisica. E risulta affascinante leggere l'inizio della relazione tenuta il 16 Gennaio 1911 a Zurigo: «Il pilastro basilare su cui posa la teoria definita "Teoria della Relatività" è il cosiddetto Principio di Relatività...». Insomma d'ora in poi chiunque lo desideri può conoscere tutto di questo grande genio stando comodamente seduto davanti ad uno schermo, grazie, appunto, a questo formidabile progetto, (accessibile al seguente link: http://einsteinpapers.press.princeton.edu), che in un certo qual senso lo fa tornare in vita.
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