In questi giorni la divisione italiana della popolare legione Anonymous è tornata all'attacco prendendo di mira i server della Polizia di Stato e rendendo pubblici parecchi documenti privati. In pratica una prima fase dell'attacco si è verificata contro la Polizia Penitenziaria il giorno di Natale, durante il quale gli hacker sono riusciti ad entrare in possesso di diverse e-mail riservate e vari documenti. Al riguardo, come di consueto, è stato pubblicato sul loro blog ufficiale un breve comunicato in cui gli hacker hanno spiegato: «Siamo ancora qua, a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, verbali e molto altro. Manuali per il controllo dei documenti, metodi di clonazioni dei bancomat, clonazione POS, manuali per il controllo dei passaporti dei permessi di soggiorno ecc... ecc...». Mentre una seconda fase si è svolta nella giornata di ieri, con la quale gli hacker di Anonymous Italia si sono voluti schierare contro le frontiere e sono entrati in possesso di altri documenti, (per un totale complessivo di più di 1.500 file). Ovviamente, anche questa volta, gli hacker hanno rivendicato l'attacco sul loro blog, dove è stato pubblicato anche un altro comunicato nel quale si può leggere: «Le forze dell'ordine, serve dei padroni si affannano per difendere i confini e l'autorità degli stati e chiamano falsari coloro i quali manomettono o producono in proprio documenti atti a certificare l'appartenenza a questa o quella nazione; ma il vero crimine è lo stato stesso e criminali sono gli aguzzini in divisa che lo difendono. Immondi potenti usurpatori, è a causa dei vostri confini e dei vostri maledetti stati che in ultima analisi i nostri fratelli immigrati Africani, ed i Rom, in Italia vengono trattati come schiavi, ed è sempre a causa dell'immonda autorità statale che sostiene l'oppressione poliziesca che gli afro-americani di America vengono massacrati senza motivo dalla forze dell'ordine. Anonymous con questa operazione pubblica più di 1.500 file della Polizia italiana, tra cui quelli che spiegano gli accorgimenti che gli agenti seguono per individuare i documenti falsi». E successivamente gli hacker di Anonymous Italia hanno proseguito citando il testo dell'antico canto "Quando l'anarchia verrà", e scrivendo «"Quando l'Anarchia verrà tutto il mondo sarà trasformato e dei governi sarà un ricordo di infame passato. L'aborrito confin sparirà così pure il prete ed il soldato"». E subito dopo hanno scritto: «Facciamo notare che gli stessi tutori dell'ordine ai quali abbiamo sottratto i documenti che qui pubblichiamo si premurano di specificare: "Il contenuto del presente VOLUME, è RISERVATO alle Forze dell'Ordine, ogni indiscrezione corre il rischio di vanificare il lavoro di ricerca svolto"; è dunque con l'augurio che la presente operazione vanifichi il lavoro dei poliziotti, che proponiamo all'attenzione dell'opinione pubblica il materiale sopra citato». Ed, infine, gli hacker hanno concluso scrivendo: «Secondo Anonymous, ogni essere umano nasce sul pianeta Terra è cittadino del pianeta Terra ed ovunque sul pianeta Terra ha diritto di movimento, perciò ribadiamo il diritto alla cittadinanza universale.
(m) Diritto di cittadinanza universale:
L'unica nazione degli esseri umani è la Terra per questo gli esseri umani sono cittadini/e/* del mondo.
- m1 - Per questa ragione deve essere istituita la cittadinanza universale quindi ogni essere umano ovunque si trovi sul pianeta deve poter godere dei diritti riportati in questa dichiarazione oltre al diritto di voto e tutti gli altri diritti fondamentali propri della maggior parte delle costituzioni degli stati rappresentativi.
- m2 - Cancellazione della semi schiavitù. In molti stati, anche così detti democratici gli indigenti vedono il loro diritto alla vita, cioè a non morire, gravemente leso. Tuttavia molti di essi godono teoricamente di tale diritto. Per tutti/e costoro rivendichiamo il già trattato diritto all'esistenza. Vi sono tuttavia esseri umani che non vedono, nemmeno teoricamente, riconosciuto il proprio diritto alla vita. Sono di fatto gli immigrati in modo "irregolare" in uso come in Francia, in Italia ed in molte parti del pianeta dove costoro si trovano costretti a lavorare in modo massacrante senza alcuna garanzia, sottopagati discriminati e relegati in abitazioni fatiscenti. Le leggi permettono ad ogni "cittadino" di denunciarli come clandestini. Spesso i "clandestini" sono sottoposti a lunghi periodi di internamento in veri e propri campi di concentramento, sovraffollati e sporchi. Le condizioni dei "clandestini" non differiscono da quelle degli afro-americani liberati nel 1865 dopo la Guerra di Secessione statunitense. Questi/e non erano più schiavi ma nuove leggi, alcune delle quali valide fino agli anni '60 del '900, ne impedivano il voto sancendo un regime di apartheid. Il Ku Klux Klan, tollerato anche dal presidente Wilson, uccideva indisturbato gli afro-americani. Costoro erano di fatto ancora schiavi, liberi solo di lavorare fuori dalle piantagioni, sottopagati, per le industrie. Una condizione davvero troppo simile a quella degli odierni immigrati senza diritto. Gli stati che consentono questo scempio della dignità umana perdono ogni autorità morale di fronte ai propri "cittadini". Gli immigrati irregolari sono, ovviamente, esseri umani e devono quindi poter godere del diritto all'esistenza. La semi-schiavitù è intollerabile, perciò invitiamo ogni essere umano a combatterla con tutti i mezzi non violenti a disposizione, ed esigiamo che gli stati si battano da subito contro il semi-schiavismo.
- m2.1 - Il diritto alla cittadinanza universale è un forte incentivo alla abolizione della semi-schiavitù, infatti per il citato diritto ogni essere umano vede riconosciuti ovunque sul pianeta Terra il diritto all'esistenza e ciò consentirebbe di potersi spostare ovunque potendo usufruire, ad esempio, dell'assistenza sanitaria gratuita, di una abitazione gratuita, dei mezzi economici e materiali per vivere, del diritto di lavorare o meno. In ultima analisi il diritto alla cittadinanza universale facilita gli spostamenti diminuendo l'attaccamento degli esseri umani verso il proprio stato di residenza, ciò renderebbe assai più diffusa e tollerata la condizione di migrante».
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