Haptic Holograms, gli ologrammi che sfruttano le onde sonore per poter essere toccati.


Si chiamano Haptic Holograms, (tradotto letteralmente in "Ologrammi Aptici"), e si tratta della nuova tecnologia messa a punto da un team di ricercatori dell'Università di Bristol, la quale evolve il concetto tradizionale di ologramma introducendo una nuova dimensione: quella tattile. In parole povere, Ben Long ed i suoi colleghi hanno trovato il modo per far sì che un oggetto 3D virtuale possa essere fisicamente toccato, ricevendo anche un feedback sulla pelle delle mani. In pratica il funzionamento di questi Haptic Holograms si basa su una serie di piccoli altoparlanti posizionati su una base, che emettono delle onde sonore in modo controllato; quest'ultime, una volta raggiunte le dita, esercitano una leggera pressione sulla pelle dando la sensazione di essere a contatto diretto con una vera e propria superficie anziché con l'aria. Naturalmente minore sarà la dimensione di ogni singolo altoparlante e maggiore sarà la risoluzione dell'oggetto virtuale ricreato. Ad ogni modo per garantire una precisione elevata i ricercatori hanno fatto ricorso al motion controller Leap Motion, in grado di tracciare in tempo reale i movimenti delle singole dita, del palmo e del dorso. Insomma, una tecnologia di questo tipo, (ovviamente una volta che sarà ulteriormente perfezionata), potrebbe trovare applicazione negli ambiti più disparati: nei musei, ad esempio, permettendo ai visitatori di entrare in contatto diretto con una riproduzione 3D delle sculture senza correre il rischio di rovinare l'opera originale; oppure nel settore medico per consentire ai dottori di "entrare fisicamente" all'interno del corpo dei pazienti nel corso di un esame diagnostico. Comunque sia una prima dimostrazione pratica sugli Haptic Holograms andrà in scena nei prossimi giorni in occasione del SIGGRAPH Asia, il quale avrà luogo a Shenzhen, (in Cina), a partire da domani fino al prossimo 6 Dicembre; mentre, stando a quanto ha dichiarato, infine, il team dell'Università di Bristol, alcune aziende si sono già interessate al progetto immaginandone già uno sbocco commerciale.


Di seguito due video che mostrano il risultato di tale tecnologia:

Commenti